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06/11/2022 06:00:00

Migranti, mille persone chiedono aiuto all'Italia. La nave Humanity1 a Catania per le ispezioni

Mille persone a bordo di quattro navi da giorni chiedono aiuto all'Italia. Ieri sera, la nave Humanity 1 della ong 'Sos Humanity', con a bordo 179 naufraghi, è arrivata nel Porto di Catania scortata da una motovedetta della Guardia costiera.

Si dovrà eseguire l'ispezione da parte delle autorità italiane per individuare fragili, donne e bambini, che saranno fatti sbarcare. Al porto, oltre al personale della Guardia costiera, ci sono anche forze dell'ordine, ambulanze, volontari della Protezione civile e due bus di linea urbana, che probabilmente saranno utilizzati per il trasporto delle persone sbarcate.

Mille persone su quattro navi che chiedono aiuto - Quattro navi ong da giorni chiedono un porto sicuro per gli oltre mille migranti che hanno complessivamente a bordo, stazionando al largo delle coste orientali della Sicilia, nel Catanese. Ma dal Viminale ribadiscono la linea adottata: "le persone che hanno i requisiti possono sbarcare", ma "gli altri devono tornare fuori dalle acque territoriali". Posizione rimarcata dal ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, che, da Milano, sottolinea che l'Italia si fa "carico di ciò che presenta problemi di ordine assistenziale e umanitario", ma, spiega, "senza derogare al fatto che gli obblighi di presa in carico competono allo Stato di bandiera" e "senza venire meno agli obblighi umanitari su cui non faremo mai marcia indietro". Una posizione, questa del governo, che, secondo Piantedosi ha portato a fare "registrare qualche apertura alla discussione" in Europa. "Non voglio dire che sarà accettato domattina dai nostri partner", precisa il ministro, però ieri "si è registrata una discussione che noi volevamo riattivare".

 

L'Humanity 1, una delle navi con migranti al largo della Sicilia, ieri ha ricevuto la notifica del decreto del governo e nelle prossime ore ci sarà l'ispezione delle autorità italiane per individuare, tra i 179 a bordo, fragili, donne e bambini, che saranno fatti sbarcare. Gli altri dovranno lasciare le acque italiane in un tempo adeguato. E intanto saranno avviate interlocuzioni con Paesi europei come la Francia che si sono detti disponibili ad accoglierne una quota. Ma per la ong Sos Humanity il provvedimento "è illegale" perché le 179 persone soccorse sono "rifugiati, in uno stato vulnerabile, alcuni di loro visibilmente traumatizzati: hanno bisogno di cure mediche e psicologiche". E lancia l'allarme scorte alimentari con "due pasti caldi che possono essere forniti solo per altri tre giorni".

 

Chi contesta la posizione del governo - Contesta la posizione del governo anche Aboubakar Soumahoro, deputato della Camera di Verdi e Sinistra italiana, che è a Catania: "Salirò sulla nave #Humanity1 nelle prossime ore - annuncia sui social - se il governo #Meloni terrà sospese le vite umane nelle acque territoriali italiane per propaganda ideologico-identitaria. Le vite umane si salvano. È finita la campagna elettorale. Governare è rispettare la Costituzione". E il suo collega di partito, Nicola Fratoianni, parla di "straziante e cinico gioco sulla pelle dei naufraghi da parte del titolare del Viminale". Per il segretario della Cgil, Maurizio Landini, "è inaccettabile che non si aiutino le persone che stanno sulle navi dove ci stanno anche tanti bambini". "Forte preoccupazione" è espressa dalla Comunità di Sant'Egidio: "da prefettura, ong coinvolte e autorità marittime - afferma il presidente Emiliano Abramo - ci dicono che ancora non è arrivata nessuna autorizzazione allo sbarco".

Le quattro navi delle ong continuano a chiedere un porto sicuro: "a dieci giorni dal primo soccorso è inaccettabile l'attesa a cui sono sottoposti i profughi a bordo", dice Candida Lobes, responsabile comunicazione Msf che gestisce la Geo Barents, su cui si trovano 572 persone. "Abbiamo razionato l'acqua e stiamo finendo le scorte alimentari - aggiunge - e in questa situazione non possiamo farci carico anche della gestione delle richieste d'asilo, che non è di nostra competenza". Oltre alla nave di Medici senza frontiere ci sono quelle di due altre ong in costante movimento davanti la costa del Catanese: le tedesche Humanity 1, con 179 persone, ora entrata nel porto di Catania e Rise Above, con 90. Continua a restare fuori dalle acque territoriali italiane, rimanendo però vicino al suo 'confine', la norvegese Ocean Viking, che ha soccorso 234 migranti.

Mille persone che chiedono aiuto - Più di mille persone bloccate in mare e costrette ad affrontare la tempesta. Sulla terraferma, quasi tremila chiuse in centri che assomigliano sempre di più a lager, in attesa di trasferimenti che non arrivano mai. Persino per i ragazzini. È sulla pelle di uomini, donne e bambini che prende forma la “linea dura” del governo Meloni. In mare, significa paura. Onde alte più di sei metri gonfiate dal vento da Nord Ovest e mare in tempesta.

Due navi arrivate ad Augusta - Intanto due navi, non di ong, con a bordo, complessivamente, 147 migranti e due cadaveri, sono arrivate nel porto di Augusta, nel Siracusano. Sono la Jean Francois Deniau, dell'assetto Frontex, che ha soccorso 88 persone, e la petroliera Zagara che, in due operazioni, ha messo in salvo 59 migranti, recuperando anche due corpi. Ancora uno sbarco a Roccella Ionica, dove sono arrivati 81 migranti. Il senatore Nicola Irto, del Pd, parla di "propaganda della destra" che "sta costruendo una realtà parallela e prova ne è quanto sta avvenendo in questi giorni in Calabria" dove "stanno arrivando autonomamente centinaia di migranti".

Ok della Francia - Sabato si prospettava di un’imminente soluzione del caso della nave norvegese Ocean Viking, con 234 persone a bordo, al centro di una trattativa con Francia e Germania, soprattutto su chi accoglierà donne e bambini. Parigi ha dato la sua disponibilità per una parte almeno delle categorie fragili, come del resto l’Italia. «Non ho alcun dubbio che Roma rispetterà il diritto internazionale che è molto chiaro», aveva detto il ministro dell’Interno francese Gerald Darmanin: «quando una nave chiede di accostare con naufraghi a bordo, è il porto più sicuro e più vicino che deve accoglierla».

Norvegia si lava le mani - In cambio dell’apertura francese, l’Italia dovrebbe però concedere un porto sicuro alla Ong. Decisione che appare a questo punto lontana. Dalla questione la Norvegia è sembrata volersi chiamare fuori. Oslo, secondo l’ambasciatore in Italia Johan Vibe, non ha «nessuna responsabilità ai sensi delle convenzioni sui diritti umani o del diritto del mare per le persone imbarcate a bordo di navi private o di Ong battenti bandiera norvegese nel Mediterraneo».

Prossime ore saranno decisive - A Bruxelles l’Italia sta lavorando con Francia, Germania, Norvegia, con la nCommissione Ue (che però non ha il compito di coordinamento) e la presidenza ceca di turno dell’Unione europea per applicare il meccanismo
sul ricollocamento volontario, ma ancora non c’è nessun accordo.  L’Italia lavora con Francia (che ha dato disponibilità ad accogliere), Germania e Ue per applicare il ricollocamento volontario sulla Ocean Viking. C’è l’altra norvegese, la Geo Barents,he ospita 572 passeggeri, con Medici senza Frontiere che ne sollecita lo sbarco superando la questione delle modalità di accoglienza ed escludendo l’identificazione a bordo dei profughi. «Alleviare la pressione degli arrivi sull’Italia e su Malta: per noi l’importante è che la Ocean Viking raggiunga il porto sicuro più vicino e speriamo che questo avvenga il più presto possibile», è l’invito degli attivisti di Sos Méditerranée, che lanciano un appello ai Paesi dell’Ue per intervenire entro breve.


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Hotspot affollato a Lampedusa - Intanto nell’hotspot di Lampedusa ci sono ormai più di mille ospiti, rispetto ai 400 previsti, dopo sette sbarchi in meno di 24 ore, con 251 persone assistite sull’isola. 

 



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