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31/10/2022 10:01:00

Sicilia, gli esami truccati alla Capitaneria di porto. Com'è finita 

 Una condanna. Tredici assoluzioni. Dodici non luogo a procedere Diciannove rinvii a giudizio. E' l'esito dell'udienza preliminare dinnanzi al giudice Filippo Serio per le persone coinvolte nell’inchiesta “sugli esami truccati” alla Capitaneria di porto di Palermo per diventare ufficiali di macchina e di coperta della marina mercantile.

Scoperto un giro di  tangenti fino a mille euro che i candidati avrebbero dovuto pagare per avere  la certezza di superare le prove indette dalla Direzione Marittima palermitana per conseguire i titoli professionali marittimi di macchina e coperta. Nel corso delle indagini preliminari erano state eseguite diverse e variegate misure cautelari.

L’indagine ruotava attorno alla scuola di formazione marittima “Studio De Santis”, di via Francesco Crispi, all’ingresso del porto di Palermo, abilitata dal ministero a rilasciare l’attestato necessario per l’imbarco sulle  navi mercantili. Indagine compiuta dai militari della Capitaneria di Porto – Guardia Costiera –  di Palermo e dal nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza di Palermo

.  A seguito delle indagini era emerso che  i marittimi che formulavano istanza per partecipare agli esami  venivano “avvicinati” dagli indagati che, in collegamento con il centro internazionale di formazione marittima, promettevano il facile superamento delle prove, con la frequenza di “pre-corsi” a pagamento  tenuti dagli stessi pubblici ufficiali che in seguito avrebbero fatto parte della commissione esaminatrice. In alcuni casi si era accertato,  che in occasione dei “pre-corsi” i candidati venivano puntualmente “informati” sugli argomenti che sarebbero stati oggetto di esame, nonchè  che gli indagati  fornivano ai candidati anche anticipazioni in merito alle tracce che sarebbero state loro sottoposte in occasione della prova scritta di inglese, preparandoli alla traduzione del testo che poi sarebbe stato oggetto della prova. Non luogo a procedere per  Antonino Bartolone (difeso dall’avvocato Venera Miccichè); Calogero Cipollina (avvocato Marianna Moncada); Andrea Di Stefano (avvocato Antonello D’Acquisto); Vincenzo Formisano (avvocato Daniele Agnello); Carmela Moncada (avvocato Claudio Gallina Montana); Daniele Montalto (avvocato Pietro Capizzi), Angela Musso (avvocato Pietro Capizzi); Domenico Pollino (avvocato Tommaso Calderone del foro di Barcellona Pozzo di Gotto); Piero Raccuglia (avvocato Venera Miccichè); Gaetano Rizzo (avvocato Carmelo Adamo); Calogero Schifano (avvocato Fabio Sammartano del foro di Trapani); Antonino Zaccaria (avvocato Marianna Moncada). Gli imputati che hanno scelto il rito abbreviato sono stati assolti con la formula «per non avere commesso il fatto» (e con 90 giorni per il deposito delle motivazioni).  Giovanni Mennella , invece, è stato condannato a 1 anno, 9 mesi, 10 giorni (difeso dagli avvocati Roberto Fabio Tricoli e Gennaro Malinconico del foro di Torre Annunziata). In 19 sono stati   rinviati a giudizio e il processo inizierà il 6 febbraio davanti alla terza sezione penale collegiale del tribunale. A dibattimento, Raffaella De Santis, Antonio Guerriero Giorgio Barletta, Antonino Bonanno, Alessandro Di Bono e Antonino Maltese (Erice), Caterina Morello, Giuseppe Tarantino, Giuseppe Firetto, Benedetto Lo Galbo, Antonio Lupo, Calogero Galati (Cefalù), Paolo Giacalone (Mazara del Vallo), Letterio Gismondo e Giuseppino Procopio (di Messina), Riccardo Giunta (Barcellona Pozzo di Gotto), Leonardo Schiano Di Zenise (Pozzuoli), Silvio Simon Siviero (originario della provincia di Verona), Salvatore Stella (Augusta), Corrado Tinè (Noto).



Native | 2024-07-16 09:00:00
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