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21/10/2022 06:00:00

Trapani, il cemento al posto del verde. Il caso 

Sembra un po' una storia alla Celentano. La canzone della Via Gluck, la ricordate? Là dove c'era l'erba ora c'è, una città. Chi non l'ha cantata, almeno una volta nella vita? Ecco. A Trapani, nel 2022, Celentano potrebbe cantarla così, quella canzone: "Là dove c'era l'erba ora c'è ... una Rsa". 

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Trapani sotto la pioggia, la pioggia è tanta, Trapani che si allaga, ed è un attimo, Trapani delle polemiche: il sottopasso, quel sottopasso in Via Marsala a cui tiene tanto il Sindaco Giacomo Tranchida e che fa storcere il naso a molti, perché è un’opera grande, invasiva, per più di un tecnico è anche pericolosa, e in tanti si chiedono se non si poteva fare altrimenti, per uscire fuori dal sacco di questi passaggi a livello che paralizzano la città.

Trapani delle polemiche, e dello sviluppo disordinato, dei tanti divieti urbanistici non rispettati, e che sono alla base dei problemi di oggi. 
In questi giorni drammatici, in cui si contano i danni enormi della pioggia, tutti guardano alla cementificazione selvaggia avvenuta in questi decenni, soprattutto dagli anni ‘60 in poi. La storia del lago Cepeo, ad esempio, che dall’inizio di Via Fardella arrivava fino al cimitero, rendendo rigogliosa la zona (da qui il nome di Via Orti). E' stato prosciugato,  per costruirci su. O quella del canale Scalabrino,  interrato,  le vecchie saline eliminate, con edifici sorti dappertutto, senza regole. 
Sono cose che accadevano una volta, dicono dal Comune, non si ripeterà più.
Siamo sicuri che sia così?

Ma poi, siamo sicuri che tutti i divieti siano rispettati, soprattutto quelli, rigidi, per costruire?
Purtroppo, no.

E lo dimostra la storia che raccontiamo, quella di una struttura che sta sorgendo in una zona dove però non potrebbe starci. Sia chiaro, non è la prima, né sarà l’ultima, in una città dove, nel tempo, in tanti hanno costruito e fatto lottizzazioni in zone in cui non si poteva. Ma è una storia interessante, che racconta molto di come funzionano certe cose in città. Con interrogazioni parlamentari che non trovano risposta, interpellanze che cadono a vuoto. E la solita aria di mistero che avvolge certe cose trapanesi. 

Ed è anche una dimostrazione, questa storia,  di quanto poco conti la vecchia mafia a Trapani. Perché quello che è non è riuscito al socio di Matteo Messina Denaro, Giuseppe Grigoli, a Trapani, sembra essere riuscito ad altri.

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La storia è quella di un cantiere, che è sotto gli occhi di tutti. E’ immortalato pure da Google Street View. Prendete Via Virgilio, girate per Via Li Muli. C’è un edificio grosso, bianco, in costruzione. E’ quello.

 

Il cantiere appartiene ad una società, la Salustra Srl che sta realizzando una struttura sanitaria, una Rsa (Residenza Sanitaria Assistenziale). In altre parole è una struttura sociosanitaria residenziale dedicata ad anziani non autosufficienti, ma anche ad adulti disabili, che necessitano di assistenza medica, infermieristica e riabilitativa a tempo pieno.
Non è facile comunque arrivare a capire cosa sta accadendo in quel lotto. Sia dal lato di Via Domenico Piacentino, che da via Li Muli, manca infatti una tabella dei lavori. E i lavori, tra l'altro, sono fermi da tempo. 

Salustra srl ha sede a Trapani in Via Giuseppe Errante. Ha 120 addetti (al 30 Giugno scorso). Il capitale sociale, 250mila euro, è di proprietà per il 48% di Antonio Tigano, re delle cliniche siciliane. Per il 52% della Antofin Srl, società siracusana del gruppo Tigano che gestisce in tutta la Sicilia tantissime strutture. Qui un elenco. 

La struttura della quale stiamo parlando si sta realizzando proprio in una zona destinata dal Piano Regolatore Generale di Trapani a “spazi pubblici a verde”.
Insomma, ci potrebbe essere un parco.
Ci sarà invece un'enorme casa di cura.

 


Come sia possibile, non si capisce.
La storia comincia nel 1975, quando viene realizzata una convenzione per un piano di lottizzazione in Via Virgilio (per intenderci l’ex Salina Modica, che risaliva al quindicesimo secolo). Vi partecipano la Diocesi, proprietaria di un lotto di terreno sul quale è stata realizzata la Chiesa della Madonna di Lourdes; il Comune di Trapani; i fratelli Giovanni e Rosario Adragna, proprietari, con la madre Franca Maria Serraino, di un gran bel lotto di terreno, e la società Immobil Torre (amministratore unico, Giovanni Mollica). Vogliono realizzare un complesso residenziale, e presentano un piano di lottizzazione di 185mila metri quadrati. Comprende l’area della chiesa, e quella destinata ad attrezzature pubbliche. La facciamo breve. Si stabilisce che il 20% di quell'area deve essere riservata per le attrezzature pubbliche, tra cui, appunto, gli spazi verdi. 


Oggi, in quella stessa area, Salustra Srl realizza un casermone di 4 piani, con una superficie di circa 6000 metri quadrati, ma lo fa in una zona che era vincolata, perché è il lotto ceduto a suo tempo al Comune, a seguito di questa convenzione, con una precisa destinazione.

E pensare che neanche il socio di Matteo Messina Denaro, Giuseppe Grigoli, era riuscito ad ottenere il via libera per un'operazione simile.  Grigoli, nel 2007, infatti, era a capo di un piccolo impero di supermercati, a Trapani e in provincia, a marchio Despar (verranno poi tutti sequestrati e confiscati, ma questa è un’altra storia). Voleva costruire in quell'area un supermercato. 
Il Suap, lo Sportello Unico per le Attività Produttive, del Comune di Trapani gli rispose di no. Perché? “L’area oggetto di intervento ricade in parte nelle superfici destinate ad attrezzature pubbliche o di uso pubblico e collettivo”.
Dunque, nel 2007, al Comune di Trapani lo sapevano, qual era il vincolo di quell’area. E lo facevano rispettare.

E c’è chi avrebbe le carte in regola. Ma non ottiene alcun permesso. E’ l’imprenditore Andrea Bulgarella. In un’altra traversa di Via Virgilio, Via Capitano Nicolò Giurlanda, voleva realizzare, anche lui, una Rsa, su un suo lotto di terreno. In quell’area, nel piano regolatore, sono proprio previste “attrezzature sociali, assistenziali e sanitarie”. La Rsa ci sta tutta. Nel Luglio del 2020 chiede al Comune di Trapani il permesso di costruire. Ma passa addirittura un anno per avere i pareri. Ci vuole ben un anno e mezzo per l’istruttoria finale. E ci vogliono venti mesi per la delibera. Solo che nel frattempo interviene l’Assessorato Regionale alla Salute, che con un decreto, a Marzo 2022, rimodula i posti Rsa disponibili in Sicilia, e taglia fuori per la Bulgarella Costruzioni l’assegnazione di nuovi posti letto. Insomma, il danno e la beffa. Ha, dopo tanto tempo,  il permesso per costruire, ma può fare solo una scatola vuota.

Il progetto di Salustra, invece, va avanti rapidamente. La richiesta di permesso per costruire è stata presentata dalla legale rappresentante, la dottoressa Maria Baccio, nell’Agosto del 2017 (da questo nome si intuisce facilmente che Salustra è una delle società che orbitano attorno ad una delle cliniche più note di Trapani, la casa di cura Sant’Anna). La struttura prevede 50 posti letto in Rsa (Residenza Sanitaria Assistenziale) e altri 20 in Cta (Comunità Terapeutica Assistenziale). Insomma, un bel progetto. A Novembre il Suap fa una relazione, e scrive  che ci sono problemi. La zona, infatti, è destinata a verde. Si possono fare giardini, impianti sportivi, anche, palestre, aree attrezzate. Ma non certo una casa di cura. Si può derogare,certo, lo prevede la legge regionale, sull’altezza, la distanza tra i fabbricati, la densità edilizia, ma si può derogare su questi aspetti e non certo sulla destinazione d’uso. Salustra risponde a Dicembre. E insiste dicendo che la sua struttura rientra nella programmazione regionale: “In particolare si precisa che dei 50 posti letto di Rsa, 22 sono già accreditati con il Servizio Sanitario Regionale”. Per gli altri, invece, sono 28, si farà a regime privatistico. Tanto basta, al Comune di Trapani, per rimuovere ogni perplessità. Il fatto che Salustra abbia l’autorizzazione sui posti letto, in pratica, prevale sul vincolo della zona.

Tra l’altro sorge un’altra anomalia (che al Comune di Trapani, però, non possono sapere). I 22 posti accreditati riguardano un altra società, la Salus Srl, non la Salustra, ed un’altra Rsa, Sant’Anna. Com'è possibile questo scambio di posti letto da una struttura ad un'altra? 

L’atto arriva in consiglio comunale nel Marzo del 2019. E passa. L'assise, infatti, approva la variante al piano regolatore necessaria per fare partire i lavori. In quella seduta, però, sono tanti i consiglieri di opposizione a sollevare dubbi e perplessità. La consigliera Chiara Cavallino (Cinque Stelle) deposita una memoria, con alcuni punti critici. La scelta dell’area, innanzitutto, è fatta perchè costa di meno, non certo perchè sono andate esaurite tutte le aree idonee e urbanisticamente adatte a Trapani. Si chiede anche se c’è uno studio di fattibilità e se c’è un verbale della Conferenza dei servizi decisoria. Tutto questo nasce dal fatto che i Comuni possono fare varianti al Piano Regolatore, ma solo per sopravvenute ragioni che lo rendono inattuabile, per forti motivazioni di interesse pubblico. E le motivazioni devono essere analiticamente elencate. Anche perché, in questo caso c’è una compressione dei diritti dei cittadini, che si vedono negata una zona che potrebbe diventare un parco urbano attrezzato (che a Trapani mancano …).
Sembra proprio di sentire cantare Celentano: là dove c’era l’erba, oggi c’è una Rsa.

Il caso finisce anche l’Ars. Sono i Cinque Stelle, infatti, a rendere pubblica la vicenda, legandola a quella del sottopasso da costruire lì dietro, in Via Marsala. 
Il 3 febbraio del 2021 il deputato regionale Zito chiede al governo Musumeci di “vigilare su quello che sta succedendo”. “L’area che dovrebbe ospitare il sottopasso potrebbe essere tutt’altro che idonea - dichiara - e peraltro in quell’area si sta costruendo una residenza per anziani che va a cementificare una zona che il piano regolatore della città destinava a verde pubblico”.

I deputati grillini presentano anche un’interrogazione. Perché vogliono sapere dalla Regione se è vero che ha accreditato 22 posti letto ad una società, anziché ad un’altra (che fa parte dello stesso gruppo, per carità, ma è in un’altra parte della città…) E se per questi famosi 22 posti letto non si sarebbe potuto utilizzare l’immobile, sempre a Trapani, dove ha sede il “Searrino Vupitta”, garantendo la valorizzazione di un edificio che rischia di essere abbandonato e i posti di lavoro esistenti. L'interrogazione viene presentata nella seduta dell'Ars del 20 Aprile 2021. La potete leggere cliccando qui. 

L’interrogazione è presentata all’Assessorato al Territorio, che risponde dicendo che ha competenza in maniera urbanistica, e demanda per il resto al Comune di Trapani, nell'autonomia della sua valutazione.

“L’area di Via Virgilio rappresenta un corridoio ambientale importante per Trapani, che questa amministrazione sta sacrificando” commenta Francesca Trapani, consigliera comunale. “Si sapeva che il progetto dell’Rsa interferiva con quello del sottopasso, ma non si è fatta una Valutazione Ambientale Strategica, né si è pensato se ci fossero alternative alla costruzione di questo enorme edificio. Il rischio è che quell’area non riesca più a drenare la pioggia, riversandola su Via Virgilio. Era un’area vocata naturalmente a diventare parco urbano, sta diventando l’ennesimo monumento al cemento”.

"Nel territorio del Comune di Trapani - spiega l'assessore comunale Peppe Pellegrino - mancano delle strutture sanitarie: non ne abbiamo. Ci siamo trovati questa pratica già istruita, quando ci siamo insediati nel 2018. E se la variante doveva essere bloccata, andava fatta prima. La proposta era in fase avanzata, noi ci siamo limitati a definirla, per realizzare qualcosa di utile per la collettività".  

La costruzione di questo gigante nel cuore verde di Trapani è finita pure nel recente consiglio comunale aperto sui disastri del maltempo a Trapani. E' stato l'architetto Carlo Foderà a tirare fuori la vicenda, collegandola al sottopasso, che si costruirà proprio a fianco la struttura.: "Il consiglio comunale ha cancellato 8500 metri quadri di verde pubblico, alla faccia delle regole che erano alla base della genesi di quest'area", dice. Anzi, Foderà denuncia che non c'è proprio traccia, tra le carte del Comune, di quelle carte. Con il sottopasso, poi, verranno aboliti 12.500 metri quadrati di verde. "In quella zona - aggiunge Foderà - c'è anche un vincolo boschivo previsto dal piano paesaggistico. E' stato annullato dalla Soprintendenza". Ed ecco spuntare 20.700 metri cubi di nuova costruzione.  Per l'assessore Pellegrino, però, è tutto in regola: "Non c'erano alternative", dice. Alla faccia di Celentano ...

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Aggiornamento del 22 Ottobre. In una nota inviata alla redazione di Tp24, l'assessore Pellegrino, in merito alla frase “non c’erano alternative”, in fondo all’articolo, intende precisare che si riferisce esclusivamente all’ubicazione del sottopasso e non invece alla struttura sanitaria, come potrebbe interpretarsi.

 



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