Interviene anche Assostampa, il sindacato dei giornalisti, sulla vicenda che ha riguardato la redazione di Tp24, sugli autori di alcune "minacce" alla nostra testata che, denunciati, sono stati assolti dal giudice perché, a quanto pare, le "minacce" non sono state ritenute tali.
"È vero che le sentenze non si commentano, ma come dicono gli stessi magistrati, si appellano. Ed è quello che si farà in questo caso" . È il commento della segreteria regionale di Assostampa, che segue con attenzione e preoccupazione la vicenda trapanese e ricorda che "la vera libertà di stampa, che assicura un’informazione corretta e trasparente, è quella che deve essere esercitata al riparo da minacce e intimidazioni, che non possono essere scambiate per opinioni. Assostampa ribadisce la piena fiducia nel lavoro dei giudici che sono stati i primi a pagare prezzi altissimi per garantire il rispetto della legalità in Sicilia".
"Quando nel luglio 2018 a seguito di diversi articoli di cronaca nera pubblicati dea quotidiano on line TP24 di Marsala la redazione e il suo direttore Giacomo Di Girolamo, sono stati raggiunti da diverse minacce da parte di noti pregiudicati, inviati attraverso il canale di messaggistica privata Facebook di TP24, è stata doverosamente una gara di solidarietà, anche da parte di alte cariche istituzionali. Ora, che al termine del processo il magistrato onorario di Marsala ha assolto i due autori, sebbene il Pm avesse chiesto otto mesi di reclusione, non si è alzato lo stesso coro - aggiunge il segretario provinciale Vito Orlando -. Certo le sentenze si rispettano ma, in attesa di leggere le motivazioni, qualche riflessione va fatta. Fare informazione nel nostro territorio non è semplice, tutt'altro, soprattutto se si cerca di scrostare la superficie e andare oltre i comunicati stampa di enti pubblici, forze di polizia, procure. Sempre più spesso si cerca di "intimidire" i giornalisti con richieste di risarcimenti danni milionari, e quando nella migliore delle ipotesi si viene assolti, si è salassati dalle spese legali. Adesso si aggiunge un pericoloso precedente: minacciare e offendere la stampa non è reato! L'articolo 21 della Costituzione recita: "Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure". E, aggiungiamo, nemmeno a intimidazioni e minacce. Su questo Assostampa sarà vigile e intransigente. Allora difendiamo la libertà d'informazione, e in primis i loro operatori, nelle aule dei tribunali, ma anche nei social".