L’Usb, Unione sindacale di base, ha organizzato dei sit-in in molte piazze d’Italia in cui commercianti, disoccupati e ristoratori hanno dato fuoco alle bollette di luce e gas in segno di protesta. I sit-in si sono tenuti a Roma davanti alla sede della Cassa Depositi e Prestiti, a Torino davanti a un energy store dell’Eni, a Bologna di fronte alla sede locale della multiutility Hera, a Cagliari sotto il palazzo dell’Enel e dell’Inps.
«Il 13 ottobre il comitato di #ioapro, già capofila delle proteste contro il Green pass e le restrizioni Covid, ha indetto a Roma in piazza Santi Apostoli una manifestazione nel giorno della composizione del nuovo Parlamento per «chiedere risposte al nuovo governo». Il movimento “Noi non paghiamo” punta a raccogliere un milione di adesioni entro il 30 novembre per proclamare lo “sciopero delle bollette”».
CONFCOMMERCIO. “Confcommercio Sicilia vuole porre al centro della propria azione politica l’ormai certezza che nei prossimi mesi la maggior parte delle imprese e decine di migliaia di famiglie della nostra isola, così come accade in tutta Italia, saranno costrette a fare i conti con gli aumenti delle bollette di luce e gas e con i prezzi dei generi alimentari in continua ascesa, rincarati in media già più del 10,5% nelle ultime rilevazioni”. Inizia così il documento che è stato inviatodalla sede di Palermo della federazione di categoria ai vertici nazionali di Confcommercio per annunciare l’avvio di una azione di mobilitazione su vasta scala. “Le piccole e medie imprese dei nostri comparti – è scritto nel documento firmato dal presidente regionale Gianluca Manenti che ha ottenuto in proposito l’avallo della Giunta siciliana – si trovano schiacciate da costi divenuti insostenibili per l’approvvigionamento di materie prime e di energia. Tutto ciò produce effetti a cascata terribilmente negativi sull’economia e la società siciliane. Come federazione di categoria operante sul territorio siciliano, paventiamo la conclusione dell’attività di centinaia e centinaia di realtà con conseguenti sospensioni dal lavoro o licenziamenti per migliaia di lavoratori. Ma non solo. E’ incombente il rischio di precipitare in condizioni di povertà relativa per quasi un quarto della popolazione. Un problema che naturalmente riguarda l’intero Paese ma che in Sicilia è aggravato dal fatto di partire già da una condizione di svantaggio”.
IL PANE A MAZARA. “Sarà un fine anno povero per molte famiglie e difficilissimo per il comparto della panificazione”. Questo quanto sottolineato da Francesco Alagna, responsabile AssoArtigianato-Mazara del Vallo e presidente dell’Associazione dei Panificatori “I Fornarini”, associata alla Confederazione C.I.F.A. Da un’analisi comparativa attraverso una bolletta della corrente elettrica relativa allo scorso agosto ed una dell’agosto dello scorso anno è stato appurato un aumento di circa il 300%. Pertanto i panifici mazaresi aderenti alla stessa Associazione sono stati costretti ad aumentare il prezzo del pane: oggi un kg costa tre euro, 60 centesimi in più rispetto a pochi mesi fa. Si tratta –comunque assicurano i due panificatori intervenuti- di un prezzo più basso rispetto ad alcune realtà viciniore, vedi in primis Marsala, ove il kg di pane ha superato il costo 3,50 euro. “Abbiamo dovuto adeguare –ha sottolineato Alagna- il prezzo del pane tenendo conto anche delle grosse difficoltà delle famiglie in questo periodo. Temiamo che la situazione possa ulteriormente aggravarsi nei prossimi mesi senza un reale e concreto intervento dello Stato con strumenti calmieranti dei vertiginosi prezzi delle materie prime e dell’energia. Siamo pronti ad intraprendere iniziative insieme alla Confederazione per far sentire la voce di quanti lavorano in un settore ove gli altissimi costi superano ormai i ricavi”.
"NON STACCHIAMO LE UTENZE". Arriva la proposta dell’associazione Codici per contrastare gli effetti drammatici del caro bollette. Un appello rivolto ai Sindaci, affinché adottino provvedimento per tutelare le famiglie più vulnerabili, gli utenti che rischiano il distacco perché non riescono a far fronte ai pagamenti, sempre più pesanti. Il costo dell’energia è arrivato a 0,66 centesimi kWh. A consumi invariati, ogni famiglia spenderà, con la migliore offerta energetica, almeno 1.500 euro. Con il gas non sappiamo dove potremo arrivare. A consumi invariati, con il prezzo attuale una famiglia tipo spenderà almeno 3.000 euro. Totale della spesa annua per luce e gas almeno 5.000 euro.