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04/10/2022 06:00:00

 "Fuori la guerra dalla storia": ogni giovedì alla "Statua" di Palermo un presidio permanente per la pace

Dal 3 Aprile scorso, a poche settimane dall’inizio della guerra in Ucraina, l’associazione politica e culturale di donne "Udipalermo" organizza ogni giovedì un presidio permanente per la pace, coinvolgendo altre associazioni di donne palermitane (Le Rose Bianche - Donne CGIL - Coordinamento Donne ANPI - Emily- Donne Caffè filosofico Bonetti - Fidapa Palermo Felicissima - Il femminile è politico - #governodilei – Donne no Muos no war - CIF - Le Onde - Arcilesbica). Il luogo del presidio è Piazza Vittorio Veneto, a Palermo davanti alla "Statua",monumento ai caduti, luogo simbolico per sottolineare la necessità di un cambiamento di sguardo volto a cancellare l’idea stessa del sacrificio patriottico, della dimensione di valore, di eroicità ad esso connessa ed evidenziare, invece, tutta la tragicità che la perdita di vite umane inevitabilmente comporta.

L’associazione "Udipalermo" si è mossa per sostenere le ragioni della pace e denunciare il ricorso alla logica della guerra e della forza, in continuità con la estraneità storica delle donne alla guerra e con la loro opera di costruzione di civiltà basata su quei saperi che sostengono la vita e che non la distruggono. Una scelta fondata sull’esperienza e su quei “millenni di assenza dalla storia” che hanno consentito alle donne di spostare la politica su “un altro piano”.
Siamo andati anche noi in piazza giovedì scorso per incontrare i membri dell’associazione e sottolineare, attraverso alcune interviste, i punti più significavi delle loro riflessioni sulla pace e sulla guerra, l’utilità e lo scopo del presidio permanente in piazza .

Come ci si organizza in piazza per portare parole di pace?

Ci organizziamo volenterosi tutti i giovedì portando una parola di pace. Lo slogan dell’associazione infatti è: “Fuori la guerra dalla storia” ripreso dal testo di Bertha von Suttner per caratterizzare fin dall’inizio il presidio nel segno dell’opposizione a tutte le guerre oggi in atto nel mondo, conflitti in gran parte ignorati o dimenticati, come ignorate e dimenticate sono le ragioni e le concretissime necessità umane di coloro che da quei conflitti fuggono.
Ogni settimana ci accompagnano anche le parole di grandi scrittrici ma anche le immagini d’arte , le musiche e le danze di musiciste/i e di studenti delle scuole cittadine . In alcuni momenti particolari (il primo maggio, l’anniversario della strage di Capaci, la giornata dei/lle rifugiati/e, la giornata di mobilitazione di Europe for Peace) hanno accettato di essere insieme a noi in piazza anche personalità, donne e uomini di associazioni e gruppi laici e religiosi impegnati anche loro a costruire comunità e solidarietà per la pace- ci spiega Mariella Pasinati , presidente dell’associazione.

Qual è l’obiettivo principale dell’associazione?

Lo scopo è quello di andare sempre più avanti con il presidio, e continuare a dire che la militarizzazione non ferma le guerre, che la stessa solidarietà militarizzata con l'Ucraina è una terribile contraddizione mortifera; che la guerra e la distruzione non sono inevitabili e che la smilitarizzazione, la giustizia, l'uguaglianza e la cura, sono l’unica strategia che aiuterà a gettare semi di pace per l'Ucraina e per il mondo intero.
Proprio dal mese di Ottobre abbiamo intenzione di allargare l’iniziativa coinvolgendo altre città con gruppi di donne e di uomini che condividono le nostre riflessioni sulla guerra. Pensiamo e ci auguriamo di potere realizzare un presidio “fisico” itinerante: ogni settimana una “città” diversa si assumerebbe il compito di organizzare la presenza fisica in piazza, ma in collegamento con le altre attraverso una diretta face book.
Tutto questo potrebbe estendere e arricchire di un nuovo impulso questa azione politica che non ci richiederebbe, come è stato finora, un mpegno costante e che potrebbe invece essere diversificata ed arricchita di parole e pensieri nuovi " – conclude il presidente .

In piazza erano presenti anche alcuni membri del "Movimento non Nonviolento"

"E’ fondamentale cercare di mantenere viva l’idea della pace attraverso movimenti e gruppi non violenti che chiedono prevalentemente una alternativa all’uso dell’ esercito , una interposizione non violenta già sperimentata più volte nel mondo – ci spiega Roberto Gallo - , invitandoci a leggere un articolo di Andrea Cozzo su alcune proposte e alternative all'intervento militare.

"La non violenza non consiste nel non riconoscere il conflitto, ma cercare di gestirlo in maniera differente da come si è gestito finora, senza l’uso delle armi ma con il dialogo e la non violenza. Abbiamo tante pagine di storia in cui i conflitti si sono risolti in maniera non violenta , mi viene in mente in questo momento l’esempio di Nelson Mandela. Vi invito a leggere una lettera pubblicata dal Manifesto: " Lettera aperta sui manuali scolastici e universitari " che noi docenti abbiamo scritto al Ministero dell’ Istruzione e che chiarisce perfettamente questo concetto- ci spiega Maria D’Asaro docente di Storia

"Il presidio di pace organizzato tutti i giovedì in piazza prende le mosse dalla volontà di alcune associazioni femminili che hanno avuto il merito di credere nella forza della presenza e nella costanza dell’impegno per promuovere la pace. Il tempo ha reso sempre più visibili e credibili le attività del Presidio. Oggi, giovedì 29 settembre, siamo scese in piazza per sostenere le donne iraniane Mahsa Amini di anni 22 e Hadis Najafi di anni 20, brutalmente uccise in Iran per avere osato sfidare la legge coranica imposta dalla dittatura islamica che obbliga all’uso del velo e tutte le altre donne vittime di violenza , una iniziativa che si inserisce perfettamente nell’ambito delle azioni promosse dal presidio di pace . Mi auguro che l’iniziativa del presidio abbia sempre maggiori adesioni per riuscire ad affermare sempre di più i principi di libertà e di pace che cerchiamo di sostenere oggi e per il futuro" – sostiene Patrizia Potestio, Presidente Fidapa Sezione di Palermo Felicissima .

A conclusione del presidio ci siamo resi conto della scarsa presenza della stampa cosi come avviene per quelli che si svolgono ogni settimana, cosa che ha spesso indignato molti membri delle associazioni che si riuniscono in piazza per dire no alla violenza e alla guerra.

Dorotea Rizzo

 



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