E' l'artista palermitano Momò Calascibetta la prima vittima siciliana della Febbre West Nile, il virus delle zanzare.
L'uomo, 73 anni, viveva a Marsala. Da ferragosto si trovava ricoverato all'ospedale di Trapani. Venerdì il decesso.
Momò Calascibetta era un pittore, la sua arte contemporanea interpretava senza mezze misure la realtà, irriverente e critico verso il mondo contemporaneo, i suoi vizi, e sui drammi. Il suo genio arrivò anche a Milano, notato dal defunto critico Philippe D'Averio.
L'annuncio della morte è stato dato dai familiari del pittore in un lungo post sulla pagina Facebook dell'artista attribuendo il messaggio allo stesso Calascibetta come suo ultimo saluto. "Sono stati due mesi difficili - si legge nel messaggio - ad agosto una zanzara mi ha messo fuori combattimento. In principio non avevo collegato il mio malessere con la puntura di zanzara. Pensavo fosse covid, magari di una nuova variante, non riconosciuta dai tamponi, ma niente: pur prendendo i farmaci del caso, la febbre non passava e la stanchezza aumentava".
"All’improvviso ho perso conoscenza - si legge ancora nel post - , mi sono ritrovato in ospedale, con mia moglie e mio figlio al mio fianco. Avrei voluto dire loro tante cose, ma non potevo parlare. Potevo solo comunicare con gli occhi quanto volessi loro bene. Stavo combattendo la mia battaglia più difficile, contro un nemico ignoto. I medici non sapevano di che cosa si trattasse. Si limitavano a farmi trasfusioni e ad aiutarmi nella respirazione. Doveva essere qualcosa di grave, ma io volevo vivere. Volevo continuare a dipingere, continuare a raccontare al mondo la mia storia. Sentivo vicino l’amore di Enza e Filippo e degli amici più cari, che chiamavano ogni giorno. Non potevo mollare. Infine è arrivata la diagnosi. Ero il primo caso siciliano di Febbre del Nilo Occidentale".
"All’ospedale le hanno provate tutte - si legge ancora - , ma non c’è stato verso. Sono volato via e scoprirò altre cose. Vi scrivo ora, prendendo in prestito le mani di Enza, di Filippo, di Andrea e degli amici più cari, per dirvi che non sono morto. Il mio corpo è morto, è cenere, la stessa cenere che mi sono divertito a spargere sul capo mio e di tante altre persone, ma il mio spirito è vivo. Ogni qual volta un mio dipinto vi strapperà una lacrima, un sorriso, una risata amara, io sarò lì con voi. Non ho alcuna intenzione di lasciarvi. Ci sono tante cose che ho ancora da fare: due mostre pronte, un catalogo, una Momografia… Certo non potrò essere fisicamente presente, ma in spirito, ve lo prometto, ci sarò. Questo non è addio, solo un arrivederci. La vita è bellissima, e gli artisti non muoiono mai". L'estremo saluto è previsto mercoledì 5 ottobre, dalle 11 nella sua casa di Marsala.