Dopo le elezioni del 25 settembre, il nuovo governo deve fare i conti con le prime emergenze e urgenze che rischiano di mettere gli italiani in ginocchio. Una delle più importanti riguarda l’aumento dell’energia, ormai in continua crescita negli ultimi mesi a causa delle relative dinamiche che ruotano attorno al mercato energetico. Vediamo nel dettaglio come si pensa di intervenire.
Rincari in arrivo?
La direzione presa sembra una sola, ovvero quella di introdurre rincari sulle bollette di luce e gas già maggiorate nei mesi precedenti. Secondo alcuni dati, infatti, risulterebbe che le famiglie italiane siano state costrette a pagare in media 1.231 euro in più rispetto all’anno 2020, con un aumento dei prezzi che, ad oggi, non sembra volersi arrestare.
L’Arera, l’autorità per l’energia, sta conducendo nuovi calcoli sulla situazione e prospetta l’annuncio di un adeguamento delle bollette di luce a gas per fine mese. Di questo passo, si arriverà per l’anno che segue a un dilatamento della spesa energetica del 300% rispetto al 2020, pari a un conto di 5.266 euro per le forniture per ciascuna famiglia. Nello specifico, 3.052 euro saranno i costi presenti nella bolletta media del gas e 2.214 euro per quanto riguarda la luce.
Secondo alcune previsioni, con tale l’adeguamento l’aumento tariffario sarebbe pari al 60% per la luce e al 70% per il gas, con il rischio di arrivare al 100% qualora non si verificasse un intervento da parte del governo.
Questa delicata situazione in Italia sta portando i consumatori non solo a rivedere e trasformare le proprie abitudini di consumo, in favore di una percentuale ridotta sulle bollette, ma anche a valutare se tra i fornitori di luce e gas ci sia una soluzione volta a permettere una possibile diminuzione e un taglio dei costi. In particolare, sempre più italiani stanno passando al mercato libero, in quanto maggiormente vantaggioso rispetto a quello tutelato.
La decisione dell’Arera
Nel frattempo, una scelta è già stata presa: l’Arera introdurrà un nuovo metodo di calcolo tariffario, rendendolo mensile anziché bimestrali o trimestrale e valutando il costo del gas sulla base della media dei prezzi reali registrati sul mercato italiano, quindi non più sulle quotazioni del Ttf di Amsterdam.
Questa decisione di allontanarsi dai criteri del mercato europeo è volta ad una facilitazione del passaggio ai clienti finali, di eventuali iniziative europee di contenimento dei prezzi delle commodity energetiche.
La reazione del Codacons, il coordinamento delle associazioni per la difesa dell’ambiente e la tutela dei diritti di utenti e consumatori, è stata però immediata; la struttura si è infatti espressa a salvaguardia delle necessità dei consumatori, esplicitando come questo nuovo metodo di calcolo aggravi i costi degli utenti singoli e delle piccole e medie imprese.
Anche altre associazioni dei consumatori sono pronte per avanzare proteste contro il caro energia, predisponendo anche un'assemblea pubblica indetta per il 18 ottobre, alla quale potranno partecipare tutte le forze sociali che condividono le stesse ragioni e che abbiano l'intenzione di trovare una soluzione alternativa, tramite una proposta di pacchetto di misure da presentare al governo.