Verso le Regionali: nel Pd è lite tra Venuti e Tranchida. Ecco perché
E alla fine è arrivata la litigata vera dentro il Partito Democratico, inevitabile: in questi lunghi mesi la pacificazione tra le anime è stata una facciata per allestire una lista.
Lo scontro si è consumato tra Giacomo Tranchida, sindaco di Trapani, e Domenico Venuti, candidato alle regionali con i dem e attuale segretario provinciale.
Lo scontro a suon di comunicati stampa è pesante e non lascia alcun dubbio, nemmeno sul rapporto futuro. Tutto nasce dall’appoggio dichiarato da parte del PSI di Nino Oddo a Venuti, un accordo politico che porta la firma di entrambi: “Il Pd riconosce il ruolo, la storia e il contributo dei socialisti in provincia di Trapani nell’ambito delle battaglie di progresso e di presidio democratico di questo territorio”.
Per Nino Oddo, avversario politico storico di Tranchida, la scelta non desta nessun clamore ma la risposta di Tranchida non è tardata ad arrivare: “Come sindaco della città di Trapani ho ricevuto la relazione della commissione antimafia regionale presieduta dall'onorevole Fava, a un certo punto, in un passaggio particolare, si parla di ingerenza della politica sulle nomine dei dirigenti sanitari e in questo passaggio, addirittura, c'è un’ingerenza di un certo ex onorevole Nino Oddo che mi risulta abbia stretto adesso un accordo elettorale, non so cosa ci sia dietro per la verità, con il candidato alle regionali del Partito Democratico, tale Venuti sindaco di Salemi e segretario provinciale del partito. Io non entro nel merito delle contraddizioni politiche di questo accordo, atteso che Oddo è stato sempre contrario alle scelte amministrative del PD sia su Erice, contro la Toscano, che con me a Trapani. Però ho l'impressione che si vada un po' contro quella che è l’idea di un rinnovamento della politica soprattutto dal punto di vista culturale ed ideale. Stipulare accordi con soggetti politici che hanno fatto alla Regione siciliana - mi pare che Oddo sia stato riconosciuto colpevole di utilizzo allegro dei soldi regionali - e che addirittura siano stati denunciati, sempre lo stesso soggetto che oggi stipula accordi con Venuti, da Lucia Borsellino per ingerenze nelle nomine sanitarie. Io ho chiesto a tanti cittadini di dare una svolta alla politica in termini di trasparenza, serietà, competenza ed onestà. Ho chiesto loro di scegliere Dario Safina. La scelta di Venuti la trovo improvvida e disperata”.
Parole come pietre contro Oddo e contro lo stesso Venuti, ha sminuito la figura di sindaco e di candidato di Venuti.
Non si comprende bene se a destare mal di pancia sia stato l’appoggio dichiarato dei socialisti a Venuti o la politica portata avanti da Oddo. Del resto lo stesso Tranchida, candidamente insieme a gran parte della sua giunta e alla sindaca di Erice, Daniela Toscano, hanno deciso di dichiarare l’appoggio a Dario Safina, candidato dem e competitor di Venuti, inondando di messaggi whatsapp cittadini e amici.
La risposta di Venuti è arrivata il giorno dopo, tagliente e stizzosa: “Qualcuno avverta Giacomo Tranchida: l'avversario politico è il centrodestra e non il Partito democratico. In piena campagna elettorale per le elezioni nazionali e regionali, con un Pd che tenta di arginare lo schieramento che in cinque anni ha mal governato la Regione, Tranchida non trova nulla di meglio da fare che tirare fuori dall'armadio il suo ego e il suo protagonismo per dare loro una lustratina e picconare il partito del quale fa parte.
Tranchida dimentica che il Pd e il Psi hanno raggiunto un accordo a livello nazionale, con alcuni esponenti socialisti accolti nelle liste Dem, e a livello regionale. Una strada tracciata dal segretario Letta e che non piace a Tranchida, che al dialogo e ai normali processi politici preferisce i personalismi e la sua smania di apparire a tutti i costi. Prendo atto, tuttavia, del fatto che per Tranchida i socialisti erano buoni compagni di viaggio quando, nel 2013, sostennero la candidatura Spezia a Valderice e che ora ha cambiato idea”.
Poi la stoccata sulla candidatura: “Non so se il suo nervosismo sia dettato dai buoni riscontri che la mia candidatura sta avendo a Trapani e nelle realtà limitrofe, così come confermato anche dai tanti che ieri sono venuti ad ascoltarci nel comitato di via Piersanti Mattarella, ma per quanto mi riguarda lo lascio ai suoi fantasmi e continuo il mio lavoro pancia a terra in difesa del Pd incontrando le persone e spiegando la nostra idea di Sicilia. Mi sono sempre assunto le responsabilità delle mie scelte e in questa campagna elettorale ci metto la faccia, come sempre, senza avere bisogno di tutori. Lascio Tranchida ai suoi ululati incommentabili e alle sue ampissime maggioranze grazie alle quali amministra il Comune di Trapani”.
Il riferimento è all’assessore Fabio Bongiovanni, uomo di Mimmo Turano, ex UDC, ora con Prima l’Italia, cioè Lega.
Alla fine la guerra è stata dichiarata, il 26 si tireranno le somme.
Rossana Titone