Il voto in Sicilia: Cinque Stelle all'attacco del Pd. Sondaggi: De Luca supera Chinnici
La competizione elettorale per le regionali ha già un primo orientamento che è legato al disinteresse delle persone e della classe media. Il cittadino comune a sentirlo parlare non è disinteressato alle questioni prioritarie della Sicilia ma è deluso da chi fino ad oggi ha governato e ha rappresentato i territori, senza aggiungere nulla ma, semmai, creando elementi di criticità.
Uno su tutti è l’ospedale di Marsala che è stato destinato a Covid, e se nella prima parte della pandemia l’azione poteva essere compresa e accettata oggi, che Covid lo è ma anche tornato alla sua pseudo funzionalità, non si comprende bene perché la classe politica non lo abbia difeso a dovere. A sostenere questa tesa non è il bambino della scuola elementare, che non voterà il 25 settembre, ma gli elettori.
Le percentuali chi di andrà al voto con queste previsioni non sarà edificante per la classe politica, che evidentemente ha sbagliato qualcosa nel cammino politico, tanto da non farsi accordare consenso.
E poi ci sono tutti quelli che si sono spostati da una parte all’altra della barricata, in cerca di un seggio all’ARS indipendentemente dal simbolo, operazione marketing più che politica. Altro che forza delle idee, fame di potere semmai.
Alcune di queste liste sono a rischio 5%, la DC di Totò Cuffaro ad esempio ad oggi viene trainata da Giuseppe Guaiana e da Vito Gangitano, non bastano due candidati però.
Questa è l’ultima settimana di sondaggi, in Sicilia in testa con il 28,7% c'è Renato Schifani, al secondo posto c’è Cateno De Luca con il 23,5%, segue Caterina Chinnici per il Pd e i Cento Passi con il 22,1%, Nuccio Di Paola del M5S con il 19,5% e poi Gaetano Armao per il Terzo Polo con il 4,6%.
La lista, invece, che risulterebbe aver maggiore consenso in Sicilia è Fratelli d’Italia con 15,6%, segue Forza Italia con 10,2%, la Lega fortemente ridimensionata con 4,9%, la Dc con 1,6%, la lista Popolari e Autonomisti con 1,3%. La coalizione di centro destra raggiungerebbe così il 33,6%.
Nel centrosinistra il Pd è dato a 15,5%, i Cento Passi a 1,8%; il totale delle liste in sostegno di De Luca sono date al 23,7%; il M5S è in crescita sull’Isola con il 18,4%, Azione e Italia Viva sono al 4,7%.
La partita, insomma, è ancora aperta. De Luca rosica terreno e raccoglie tutti i malumori dei siciliani, che non votano De Luca per protesta, come è accaduto anni fa per il M5S, è un voto sulla persona che rompe il sistema, che direttamente dialoga con l’elettorato scegliendo i mezzi social, che sale su un palco e affronta le questioni, magari in maniera colorita, ma senza filtri.
La difficoltà maggiore in questa competizione elettorale è proprio quella di raggiungere l’elettorato con credibilità, lo scontento monta e la partecipazione scarseggia.
Ad avere inaugurato a Marsala il comitato elettorale è stato Stefano Pellegrino, candidato in Forza Italia, a fare da endorsement alla sua candidatura i marsalesi Renzo Carini, Giovanni Sinacori, Flavio Coppola, Giacomo Frazzitta. Un comitato affollato, Pellegrino non ha nascosto la sua emozione per la scelta di rimettersi in gioco e per la volontà di continuare non solo dalla stessa parte della barricata ma anche con i sostenitori di sempre.
Domani alle 18.30 è la volta di Linda Licari (PD) che apre il comitato elettorale nella stessa sede del partito, in via Frisella, a mancare sarà l’ex sindaco di Marsala Alberto di Girolamo che sosterrà il dottore Pino Bianco di Mazara.
"In Sicilia il Pd non ha più consenso neppure tra i suoi militanti, usa Caterina Chinnici per recuperare un po' di credibilità e non per costruire un'alternativa progressista. E' un partito che non ha argomenti di sinistra ormai da anni, del resto quando il segretario Anthony Barbagallo parla di 'alto tradimento' del M5s usa un linguaggio di destra. Siamo progressisti noi che difendiamo il reddito di cittadinanza o lo è il Pd con le sue politiche inesistenti?". A parlare così degli ex alleati è il candidato alla presidenza della Regione siciliana per il M5s, Nuccio Di Paola, nel corso del Forum organizzato dall'ANSA.
Nessun pentimento per avere rotto l'alleanza dopo le primarie. Anzi. "A Chinnici avevamo chiesto di essere la candidata super partes e non solo del Pd - afferma Di Paola -. Le recenti critiche di Claudio Fava che ha minacciato di correre solo per la lista perché escluso dagli appuntamenti con la candidata confermano quello che abbiamo sempre temuto fin dall'inizio del rapporto con il Pd". La separazione, spiega Di Paola, "si è consumata per una serie di fattori politici, noi abbiamo provato fino all''ultimo a mantenere la linea, ma il Pd si è dimostrato inaffidabile: mentre facevamo le primarie in Sicilia loro facevano gli accordi sotto traccia con Di Maio e con Calenda, che poi li ha pure mollati". E la questione degli "impresentabili" è stata solo la punta dell'iceberg. "E' stata Chinnici a chiedere ai partiti di non mettere in lista persone con indagini - sostiene Di Paola - Il Pd per giorni è stato in silenzio e ha cercato di scaricare sul M5s la questione, ma noi l'asticella della legalità l'abbiamo sempre mantenuta altissima. Il problema era solo loro". E "quando abbiamo capito che non c'erano le condizioni per stare insieme abbiamo detto che era meglio separarsi; è accaduto quello che succede nelle coppie quando il rapporto è logoro c'è chi lo riconosce e chi tenta fino all'ultimo di mantenerlo promettendo che cambierà". E "la prova che non c'era nulla di premeditato", per Di Paola, è stata la scelta di Conte di candidare lui e non Barbara Floridia, che era arrivata seconda alle primarie. "Siamo un movimento serio, da noi vige la regola che non ci si può candidare in due posti differenti - afferma Di Paola - Floridia aveva optato per ricandidarsi alle politiche, questo dimostra che il M5s non aveva premeditato la rottura col Pd".
Nonostante la partita sia difficile, Di Paola scommette su un gran risultato per il M5s. "Il centrodestra ha cinque liste a sostegno di Schifani che rappresenta la vecchia politica, noi ne abbiamo una alla regionali e una alle politiche - dice - Abbiamo novanta candidati che stanno girando la Sicilia in lungo e in largo, riscuotendo consenso e fiducia. Alla gente parliamo con i fatti e spieghiamo il nostro programma, che è concreto. Io ho 40 anni e non 70 come altri: non ne faccio una questione anagrafica ma di approccio con la realtà e con i problemi reali delle persone". Tanti i punti del programma, Di Paola ne indica alcuni come prioritari in caso di elezione: ritiro dell'evidenza pubblica farlocca per i due termovalorizzatori e realizzazione di impianti per chiudere il ciclo dei rifiuti da parte delle Srr nei territori; togliere la sanità dalle grinfie della politica creando una o più Asp ma ridisegnandone la mappa, "che oggi coincide con i collegi elettorali per cui le nomine di direttori generali, sanitari e amministrative sono nelle mani dei politici di turno"; un fondo di rotazione alimentato dalla Regione con i risparmi sui tagli agli affitti pubblici per dare incentivi sul fotovoltaico dando così a imprese e famiglie la possibilità di abbattere i costi dell'energia, difesa del reddito di cittadinanza "che - afferma Di Paola - in Sicilia riguarda 650 mila persone, grazie al quale si riversa sul territorio un miliardo di euro di gettito all'anno e senza il quale durante la pandemia sarebbe stato un disastro".
DE LUCA. «Dai rifiuti, alla gestione del servizio idrico, dai trasporti alla sanità, alla protezione civile, non esiste un solo ambito dove la Sicilia abbia registrato un balzo in avanti, ma nemmeno un passo; anzi, in tutti questi settori registriamo la netta sensazione di una gestione scellerata ed irresponsabile da parte di un governo che credeva di risolvere i problemi a via di proclami e comunicati stampa». A dirlo il leader di “Sud chiama Nord” Cateno De Luca candidato alla presidenza della Regione Siciliana. «Il governo regionale e Musumeci in testa – ha spiegato - conoscevano già l’exit strategy, la fuga dalle proprie responsabilità, la grande fuga dallo sfacelo nel quale lasciano la Sicilia ed i siciliani, costretti ad esborsi onerosissimi sulla tari, bolletta idrica, viaggi della speranza per curarsi fuori regione, per spostarsi, o per qualsiasi servizio pubblico si volesse utilizzare in maniera adeguata e sufficiente».
AGRICOLTORI. Al via gli incontri con i sei candidati alla presidenza della Regione siciliana, organizzati dai vertici di Cia Sicilia guidati dal presidente Graziano Scardino. Verranno sottoposti anche i dieci punti programmatici elaborati da Cia Sicilia “per un governo regionale che rilanci il settore agricolo”. Nel dettaglio:
· Completamento della spesa relativa alle misure del PSR 2014-2022, adeguamento del prezziario regionale al fine di coprire gli ingiustificati aumenti delle materie prime rispetto ai progetti iniziali.
· Semplificazione bandi e procedure al fine di applicare in modo snello, utile ed efficace le misure del PSR Sicilia 2023-2027 e delle OCM. Migliorare la capacità di spesa non solo in termini quantitativi, ma soprattutto qualitativi.
· Interventi infrastrutturali stradali e ferroviari per migliorare la mobilità delle persone ed il trasporto delle merci, soprattutto nelle aree interne, anche al fine di contenere i costi, in relazione ai maggiori oneri dovuti all’insularità.
· Serio di riordino dei Consorzi di Bonifica, collaudo delle dighe regionali per migliorare la capacità di invaso ed evitare sversamenti a mare, ristrutturazione reti irrigue.
· Maggiore controllo dei prodotti agricoli in entrata, nei porti isolani, al fine di tutelare la salute pubblica ed impedire la diffusione di agenti patogeni, fitopatie, malattie virali che mettono a rischio le colture di interi comprensori agricoli.
· Progetto regionale per favorire lo sviluppo dei prodotti di qualità certificata DOP, IGP e QS Sicilia, attraverso incentivi per l’aggregazione del prodotto e mirate azioni di marketing che favoriscano l’esportazione.
· Progetto integrato per evitare lo spopolamento delle zone interne, favorirne lo sviluppo sotto il profilo della sostenibilità economica, ambientale e sociale, anche attraverso l’utilizzo delle reti e dei distretti a vocazione territoriale.
· Miglioramento della macchina burocratica regionale a servizio delle imprese sia nella predisposizione dei bandi che nella fase di formazione delle graduatorie, dell’istruttoria e dei pagamenti, di concerto con l’organismo pagatore.
· Funzionamento serio e costruttivo del tavolo di concertazione politica regionale, formato solo dai soggetti della rappresentanza agricola a vario titolo, che serva alla programmazione, pianificazione, verifica delle politiche agricole per un migliore processo decisionale.
· Interventi mirati per la pesca e l’acquacoltura che armonizzino le regole comunitarie, rispetto alle aree di pesca e al tipo di pescato consentito, al fine di affrontare la concorrenza dei pescherecci nordafricani, migliorare il reddito di imprenditori ed addetti e utilizzare i fondi FEAMP.
SALUTE. Un appello a tutte le forze politiche, impegnate in campagna elettorale per l'elezione del presidente della Regione siciliana ed il rinnovo dell'Assemblea regionale siciliana, per il futuro del servizio 118 nell'isola. A lanciarlo sono i coordinamenti nazionale e regionale del comparto emergenza e urgenza della Ugl Salute, chiedendo ai leader dei partiti regionali di accogliere alcuni punti chiave nei loro programmi di governo. "Negli ultimi anni abbiamo avuto modo di confrontare con altre regioni d'Italia le esperienze ed i sistemi consolidati in materia e, con grande orgoglio, possiamo dire che quello siciliano in capo alla Seus 118 è uno tra i migliori sistemi dell'intera nazione, per qualità ed efficienza - dicono il coordinatore nazionale Giuseppe Catalano ed il coordinatore regionale Giovanni Ferraro. Come Ugl Salute ci sentiamo però in dovere di fornire, a chi si candida per governare la nostra Regione, un ulteriore contributo per perfezionare e ottimizzare, oltre al servizio reso, anche l'aspetto lavorativo ed economico degli operatori (medici, infermieri e personale Seus) impegnati in questo settore. I continui tagli ai fondi destinati per la sanità pubblica, in questi anni, non hanno risparmiato neanche il 118 che, soprattutto in questo periodo di lotta al Covid-19, ha continuato ad operare con le esigue risorse economiche e umane disponibili. Come primo punto, per questo, chiediamo la sospensione degli effetti delle Leggi regionali n° 13 e n° 16 per consentire la revisione della pianta organica, che non avviene da diversi anni, nonchè l'indispensabile assunzione di nuove unità lavorative - evidenziano Catalano e Ferraro. A ciò occorre aggiungere l'incremento del personale sanitario a disposizione ed una definitiva decisione sull'annosa questione della destinazione del personale certificato come non idoneo ad operare a bordo dei mezzi di servizio. Vogliamo inoltre un impegno fattivo per la modifica del contratto di lavoro, con l'adozione del contratto regionale oggi in vigore alla Servizi ausiliari Sicilia, poichè non è concepibile il fatto che la Seus continui ad applicare una contrattazione riferita alla sanità privata Aiop. Questo garantirebbe il raggiungimento di un funzionamento ottimale del sistema stesso, oltre che l'ottenimento di un maggiore benessere psicofisico degli operatori che oggi sono sottoposti ad uno stress non indifferente per colmare gli enormi vuoti in organico. Appare imprescindibile, oltretutto, la necessità di garantire l’integrazione delle varie componenti di tutto il sistema per garantire le migliori prestazioni possibili nell’ambito dell’emergenza urgenza - aggiungono i due esponenti della Ugl Salute. Riteniamo ancora valida la proposta di istituire la decima azienda sanitaria a carattere regionale, che andrebbe ad acquisire funzioni e lavoratori della Seus, nonchè l'idea di attivare in Sicilia il numero unico per le cure non urgenti (116 - 117). Mancano ancora alcuni giorni al voto - concludono i coordinatori - e, per questo, confidiamo nell'attenzione prioritaria delle forze politiche nei confronti della nostra richiesta di ascolto, nel pieno interesse dei lavoratori, ma soprattutto dei siciliani e della loro esigenza di poter fruire di un sistema di emergenza e urgenza sempre più funzionante e all'avanguardia."
CORECOM. «Abbiamo presentato un esposto al Corecom (Comitato Regionale per le Comunicazioni) per denunciare la palese e continua violazione della par condicio nei nostri confronti. Stamattina apprendiamo però da Repubblica che al vertice del più importante organo di vigilanza è stato nominato da Musumeci, nell'ambito degli ultimi provvedimenti presi, Andrea Peria, che però è nello staff del candidato Renato Schifani. Peria, riporta Repubblica, "per questioni di opportunità si sarebbe riservato di accettare l’incarico dopo le elezioni". Peria fino al 25 settembre dunque si occuperà di curare l’immagine di Renato Schifani, candidato del centrodestra alla presidenza della Regione. E la par condicio? A quanto pare può attendere! Ciò significa che in un periodo così delicato come la campagna elettorale il Corecom sarebbe privo del vertice. Un vuoto inaccettabile che pone a rischio la par condicio. Inoltre non possiamo non manifestare disappunto per la scelta di una composizione esclusivamente al maschile, in contrasto con le norme sull'alternanza di genere». Lo afferma Ismaele La Vardera, presidente di “Sud chiama Nord”.
CORECOM/2. “Poco da dire sui singoli profili professionali, ma decisamente inopportuna la tempistica e la modalità di scelta".
Lo dichiara Claudio Fava della lista Centopassi, dopo la nomina dei nuovi componenti del Corecom, Comitato di controllo delle comunicazioni.
Per Fava “dopo aver condannato il corecom all’inattività in queste cruciali settimane, in cui per altro non sono mancati comportamenti equivoci o di palese violazione della par-condicio proprio da parte di strutture regionali, si procede con un colpo di mano che pregiudica l’autorevolezza dello stesso organo.
E' infatti difficile scorgere elementi di imparzialità e garanzia, se alla guida di Autorità Garante si nomina proprio il portavoce di uno dei candidati in corsa per la carica di Presidente della Regione."
NUOVO SITO. Una veste grafica accattivante e d’impatto con l’obiettivo di comunicare nel modo più semplice possibile. È online il nuovo portale dei “Popolari e Autonomisti”, consultabile all’indirizzo www.popolarieautonomisti.it. All’interno del portale le notizie e gli aggiornamenti sul movimento, i comunicati stampa e il resoconto degli eventi. In vista delle elezioni regionali del 25 settembre, inoltre, disponibili il programma, la vision autonomista e l’elenco dei candidati nelle nove province.