Egregio direttore, ho letto la lettera di Filippo Piccione, zio di Agostino Licari ex vicesindaco della mia giunta.
Purtroppo la politica a volte può offuscare la mente anche di persone che dovrebbero essere più equilibrate. Capisco che spesso si possono fare deduzioni illogiche, ma stravolgere la realtà dei fatti è veramente ignobile. Da anni continuo a dire che non ero interessato ad alcuna candidatura nè regionale nè nazionale, quindi non ho cercato nè di candidarmi nè di farmi candidare e questo lo sanno tutti, anche perché l’ho scritto e l’ho detto più volte, ma soprattutto lo sapevano chi mi è stato più vicino in questi anni. Chi scambia il mio impegno civico come voglia di candidatura, può essere giustificato solo se non mi conosce, non certo se invece sa che non è così. Sicuramente quando si perdono le elezioni si sbaglia qualcosa e siamo stati in tanti a sbagliare, ma io per la città rifarei gli stessi errori: meno parole e più fatti.
La mia scelta di appoggiare il dottor Bianco è stata semplice, lineare e alla luce del sole. Le elezioni regionali sono le più difficili e complesse. Se un candidato di una città non ha almeno quasi tutto il partito dalla sua parte, se non ha diversi consiglieri che lo sostengono e non è conosciuto in tutta la provincia, difficilmente può essere eletto. Questo è quello che ho detto quando ne ho avuto la possibilità. Il dott. Bianco, stimato professionista come tanti altri, conosciuto per la sua professione in tutti gli altri ventiquattro comuni oltre che a Mazara, può essere votato da tanti, ma soprattutto da medico, se eletto, si può occupare di sanità con conoscenza dei problemi che affliggono la nostra provincia. Sanità di cui pochi politici parlano e se ne parlano lo fanno spesso con molta leggerezza, come se fosse un argomento di secondaria importanza, dimenticando che il bilancio regionale per il cinquanta per cento è dedicato alla sanità. Penso che se al parlamento siciliano ci fossero più esperti di sanità, di agricoltura, di turismo e di fondi europei, avremmo più occasioni di lavoro, più servizi e meno emigrazione dei nostri giovani. Per fortuna alcuni professionisti siamo prestati alla politica, non viviamo di politica e siamo liberi di pensare e di agire come ci sembra più opportuno, nel rispetto delle persone e delle idee altrui.
Alberto Di Girolamo