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21/08/2022 06:00:00

Incendi nel trapanese, Bosco Scorace non c'è più

"Oggi è un giorno di lutto per tutta la comunità busetana e per tutti gli amanti del Bosco Scorace! L'incendio di ieri ha devastato circa 600 ettari della superficie boschiva lasciando solo qualche piccola area! Purtroppo la responsabilità è solo dell'uomo! Siamo tutti colpevoli di questo scempio... Una cosa è certa, se una mano devasta ce ne saranno altre 100 pronte a ricostruire!", sono queste le drammatiche parole dei responsabili dell'associazione Bosco Scorace, dopo che l'incendio di venerdì ha interamente distrutto uno dei polmoni verdi più importanti della provincia di Trapani. 

Il polmone di Bosco Scorace non esiste più - Le fiamme alimentate dal forte vento di scirocco e favorite dalle alte temperature non hanno trovato ostacoli, anche i viali parafuoco si sono rivelati insufficienti ad arginarle.  Il rogo ha preso il via nella zona di Mola, nei pressi di un parco eolico, rapidamente in direzione del bosco e nel giro di poco tempo sono arrivate dentro l'area demaniale, attraversando interamente le distese di sugheri, lecci, eucaliptus, pini, cipressi trovando facile esca nel sottobosco. Distrutti alberi distrutta la zona del "pagghiaro" e l'area attrezzata dove sono passate intere generazioni di cittadini trapanesi. 

Calatafimi attaccata dal fuoco - E sono tanti gli incendi che hanno colpito in più punti il territorio di Calatafimi con danni ingentissimi. Danneggiata anche la Chiesa Madre e alcune abitazioni private e una masseria, devastata la pineta, distrutto un capannone industriale in contrada Sasi. Il primo grosso incendio è scoppiato attorno alle 10,30 di giovedì 18 agosto ed ha interessato la pineta che circonda il Castello Eufemio e la Chiesa Madre. Complice il forte vento di scirocco e il caldo torrido le fiamme si sono allargate a vista d'occhio tanto che il sindaco Francesco Gruppuso ha fatto evacuare gli abitanti dei quartieri Carabona e Circiara. I pochi uomini e mezzi a disposizione, forestali, vigili del fuoco, volontari, semplici cittadini hanno fatto  rischiato la propria vita pur di evitare il peggio. Certi punti della collina inaccessibili ai mezzi da terra, visto che nessun mezzo aereo arrivava, sono stati raggiunti grazie alla temerarietà di sindaco e forestali che sono saliti sul tetto del teatro Cavallotti a parecchi metri di altezza e sfidando il forte vento e con le pompe hanno fatto giungere acqua evitando il propagarsi delle fiamme. 

Le parole di amarezza e dolore del sindaco di Buseto Roberto Maiorana - "Il Bosco di Scorace non c'è più...lo dicono in molti, me lo ripeto incredulo anch'io. Poco da aggiungere alle immagini che circolano sulla devastazione che si è consumata nella giornata del 18 agosto 2022. Data che resterà realmente impressa a fuoco nella memoria di un intero territorio. Non solo cittadini busetani, molti visitatori del bosco provenivano da ben oltre i confini comunali, appassionati di trekking, di pic-nic, di raccolta di funghi, o semplicemente attratti da quello che Scorace poteva offrire, con la sua biodiversità, con i suoi profumi inconfondibili, con i suoni e i colori della natura che ormai è diventato sempre più difficile poter apprezzare". Queste le parole del primo cittadino di Buseto. Così continua il suo documento:

Un polmone verde, un'area di interesse naturalistico, sia per la flora che per la fauna, tutte cose che ci siamo detti e ripetuti nel corso degli anni per poter programmare e progettare in funzione di una sempre più concreta valorizzazione.
Ma non c'è più quel bosco, non ci sono più i profumi, solo odore di bruciato, solo paesaggi spettrali con ceneri, tronchi carbonizzati, fronde imbrunite e la luce che dall'alto penetra violentemente fra questi scheletri dove prima era invece filtrata dalle fronde e assorbita dal sottobosco, fornendo riparo alla fauna locale da occhi indiscreti. Non c'è più quel patrimonio che nel corso di anni, decenni anzi, è stato costruito, valorizzato e preservato da generazioni di nostri nonni, genitori, parenti, amici, che per la maggior parte lavoravano come stagionali "alla forestale", e che con le loro fatiche, il loro amore per il territorio lo hanno sapientemente reso fruibile e contemporaneamente protetto, affinché tutti potessero godere di tale bellezza naturale. 
Chiunque a Buseto ha un parente o un conoscente che ha lavorato al bosco, per il bosco. "U voscu", per molti ha rappresentato una fonte di sostentamento per la famiglia e contemporaneamente un patrimonio da custodire e tramandare nel tempo. Tante volte ho sentito anziani forestali raccontare episodi lavorativi, dare suggerimenti ai giovani, vantarsi (nel senso più nobile del termine) di aver fatto questa o quell'opera all'interno del bosco. Non voglio entrare nel merito delle cause che hanno consentito tale devastazione, le autorità competenti sapranno come agire e mi auguro che lo facciano in tempi brevi. Questo è il momento del dolore, della riflessione, ma anche della necessità di guardarsi in faccia e capire che ci è stato sottratto un bene preziosissimo, e che le fatiche di migliaia di persone succedutesi negli anni è stata resa vana in poche ore dalla mano di qualcuno che è difficile definire, se non con epiteti pesanti e poco garbati.

La speranza - "E' il momento in cui sull'onda emotiva tutti vorrebbero fare qualcosa, ma la cosa più importante è cercare di tenere viva questa emozione a lungo, mostrando ai più giovani quali idiozie si possano compiere se manca la cultura del rispetto dell'ambiente. Proviamo allora a far germogliare nei più giovani questo sentimento: loro cresceranno assieme ai nuovi alberi che dovranno essere piantati per mantenere l'assetto idro-geologico e ricreare l'ambiente che tutti abbiamo conosciuto.
Saranno gli esperti a dirci come e quando questo sarà possibile, mi auguro al più presto. Saranno le deroghe alle norme esistenti a far superare il vincolo che impedisce di rimboschire prima di cinque anni dal passaggio del fuoco sulle aree boschive; l'unica certezza è che non possiamo permetterci di aspettare troppo tempo, sarebbe a mio avviso una catastrofe nella catastrofe".

L'intervento di un attivista del WWF - "Il Bosco di Scorace, come tanti altri luoghi meravigliosi di Sicilia, non c'è più. È un cumulo di cenere. Con Marco, Francesco e Roberto siamo stati gli ultimi, martedì scorso, 16 agosto, a dare l'addio ad una vegetazione endemica ancora in grado di resistere alle condizioni climatiche ormai avverse anche per loro. Eravamo andati per poi programmare un'escursione da fare in novembre con tutti i soci wwf, tra le sughere e i corbezzoli ancora feriti dall'incendio del 2020 e si erano ripresi... Si... Ripresi, la famosa resilienza di cui tanto ci infariniamo la bocca noi umani ma che è un esclusiva del mondo vegetale. La forza di rinascere dopo la morte apparente... Di rigenerarsi all'interno dello stesso "scheletro"... Le piante sono più vive di tutti gli esseri viventi... ma lo scopriremo quando sarà tardi... Sono sconfortato, quando muore un bosco, un bosco vivo, di cui ancora ricordi i profumi, un velo cupo e triste attanaglia il cuore. Scusate ma credo che tutti dovremmo riflettere su questo. Andare avanti? Per chi? Per cosa? L'uomo merita di vivere ancora in questo paradiso? Non credo. Serve ancora l'impegno del volontariato ambientalista, quando ogni proposta, ogni suggerimento viene completamente ignorato dagli organi competenti? Politici e burocrati?".

Sugli incendi in Sicilia e nel trapanese c'è l'intervento della deputata regionale all'Ars Valentina Palmeri - "Dopo che l'Assemblea Regionale Siciliana aveva approvato il mio DDL voto per l'applicazione della pena pecuniaria e il sequestro di beni per i reati di incendio e incendio boschivo, nonché per favorire l'utilizzo di mezzi di sorveglianza militari per l'identificazione dei colpevoli ed il monitoraggio dei siti e dopo che alcune norme sono state recepite a livello nazionale, mi sarei aspettata che il Governo regionale, si attivasse per la stipula di accordi col Governo nazionale per la tutela delle aree minacciate anche attraverso droni militari a pilotaggio remoto.
Ma così non è stato e il Governo regionale continua a mettere fragili pezze piuttosto che attuare sistemi concreti di prevenzione e sorveglianza. Con l'aumentare della temperatura e l'incalzare del forte vento di scirocco la nostra terra brucia ancora, con la
conseguente distruzione del patrimonio naturalistico, o di ciò che resta! Nella sola provincia di Trapani, Monte Polizo, Bosco Scorace e Pantelleria devastati, con centinaia ettari di vegetazione boschiva bruciata. Non meno grave la situazione in tutte le altre province. Nonostante la prontezza delle squadre di soccorso, intervenute via terra e aerea, è difficile contrastare il divampare del fuoco con strumenti inadeguati.
E in queste ore di campagna elettorale, appare ancora più surreale la politica italiana, che di fronte alla sempre più evidente e grave emergenza climatica che miete vittime umane e distrugge l'ambiente, continua a parlare di tutt'altro. Tanta la rabbia, crediamo di aver raggiunto importanti traguardi invece poi siamo vittime di una cultura che ha un'idea approssimativa
dell’ambiente e che partecipa alla sua devastazione in vari modi."