Ogni stoffa una storia: una richiesta, un’invocazione. C’è chi ringrazia per la nascita di un figlio, chi con struggente contegno si affida a Maria per l’ultimo tratto di una malattia incurabile, chi attraverso uno scampolo del vestito da sposa o della tuta da lavoro semplicemente vuole esprimere devozione. Insieme, cucite insieme formano il “manto della madre” che avvolge l’immagine in terracotta invetriata del XVI secolo della Madonna del Soccorso di Castellammare del Golfo la cui festa ricorre domenica prossima, 21 agosto.
Un grande mantello di quasi 5 metri per due: all’esterno un piviale bianco con ricami dorati, all’interno un patchwork di 1.500 pezzi di 7 centimetri per 7 di tessuti diversi: alcuni preziosi, altri della quotidianità, tutti accompagnati da messaggi e preghiere che sono stati raccolti in forma anonima in un libretto. Per due anni, nonostante le difficoltà della pandemia, dieci “sarte di Maria” hanno lavorato con precisione minuziosa perchè tessuti e colori così diversi si armonizzassero.
A guidarle la più anziana, Lina di 83 anni. Ha lavorato da emigrata in un’industria tessile in America e le sue dite scorrono veloci tra stoffe e cuciture impercettibili con la trepidazione di chi sa leggere la gioia e il dolore che raccontano. Il suo salotto di casa si è trasformato in un laboratorio con un grande tavolo, la macchina da cucire, un quadro della Madonna. Qui sono state raccolte e catalogate le stoffe arrivate dalle parrocchie, da emigrati di oltre oceano, da fedeli di altre parti d’Italia.
Tra quelle imbastiture con cui la tradizione popolare si fa vita, sono intrappolati gioie e dolori: «Perché è in nome di tutto un popolo che abbiamo pensato di realizzare questo ex voto palpitante di vita – spiega Baldo Sabella presidente dell’associazione “Quantummàri” –. L’idea ce l’ha data il testo di un rosario tradizionale che si canta da diversi secoli e recita proprio “che beddru ’stu mantu, è largu quantu un mari”.
La consegna è avvenuta con una breve processione accompagnata dai canti in dialetto e dalla banda musicale fino alla Chiesa Madre. Qui è stato posto per terra davanti all’altare centrale per la celebrazione eucaristica presieduta dal vescovo Pietro Maria Fragnelli. Al termine la posa sulle spalle dell’icona mariana dove resterà fino al termine dei festeggiamenti. Significativa anche la data scelta per la consegna: il 13 luglio, 304° anniversario dell’intervento miracoloso della “principalissima patrona” che, secondo diverse fonti, apparve in mare mettendo in fuga le navi inglesi che minacciavano la cala. Un episodio che negli anni scorsi era stato rievocato in una suggestiva rappresentazione con oltre mille figuranti.
«Il Manto della Madonna porta in chiesa pezze di stoffa per vestiti che vengono da ogni casa. In giro per i mercati, in passato, molte persone povere hanno comperato scampoli di varietà e colore diversi per vestire i propri familiari. La Madonna dei poveri legge molto bene il senso di questo Manto — ha detto il vescovo —. Ella col suo manto abbraccia soprattutto i drammi della gente: penso al pigiama da ospedale di Stella che a sei anni combatte con un raro tumore; penso alle mamme ucraine in cerca di una casa e di un abito decente; penso a chi rinuncia alla vita perché non può indossare gli abiti dei posti di prestigio; penso, ai carcerati spesso stranieri senza abiti, ai migranti spogliati e inghiottiti dal Mediterraneo».
Di Lilli Genco Avvenire