14,30 - Sono in corso da questa mattina a Pantelleria i rilievi eseguiti dai carabinieri del Nucleo Investigativo Antincendi Boschivo, arrivato da Roma. I militari, su disposizione della Procura della Repubblica di Marsala, stanno eseguendo le analisi e cercando di capire, se le cause del rogo sono da attribuire alla mano dell'uomo o se, invece, si sia trattato di un incendio causato accidentalmente.
Sono 100 gli ettari distrutti dalle fiamme, specie nella zona di contrada Gadir e nelle zone vicine.
E in Sicilia le fiamme hanno avvolto per tutta la notte nelle colline attorno a Palermo minacciando ville e abitazioni. Una notte di fuoco tra Poggi Ridente, Poggio San Francesco e ancora nelle Nuovo, nelle zone di Boccadifalco e Borgo nei pressi della discarica di Bellolampo.
A Poggio Ridente, zona residenziale che domina il capoluogo, alcune ville sono state fatte evacuare. Dopo l'intervento dei vigili del fuoco e della forestale, i residenti sono rientrati nelle proprie abitazioni. Cenere e forte odore di bruciato anche in centro città. Questa mattina le fiamme sono di nuovo divampate su Monte Grifone.
Questa notte è stata chiusa nuovamente anche la A19, tra Termini a Trabia, per diversi incendi appiccati nella zona dopo che lunghissime code di alcuni chilometri si erano formate all'ingresso dell'autostrada da Palermo per un rogo nella zona di via Giafar.
"Incendi ovunque, in contrada Cortevecchia, contrada Pistavecchia, contrada Bragone, Rocca Rossa - Ozanam. Siamo tutti fuori per dare sostegno ai cittadini, con il fuoco a pochi passi da noi. Un incubo, con chiamate che si rincorrevano e che ci segnalavano sempre nuovi principi di incendi in zone sempre diverse - scrive il sindaco di Termini Imerese Maria Terranova - Abbiamo attivato il Centro Operativo Avanzato: un centro operativo che ho voluto costituire direttamente sui luoghi interessati dagli incendi. Fortunatamente non ci sono stati feriti, ma la Sicilia brucia e per mano di ignobili criminali in un sistema che fa sempre più fatica a reagire. Siamo molto stanchi".
Rogo a Pantelleria, i rilievi dei carabinieri del NIAB from Tp24 on Vimeo.
06,00 - E' il giorno della conta dei danni a Pantelleria dopo il terribile incendio che ha devastato oltre 100 ettari di macchia mediterranea in contrada Gadir e zone limitrofe. Oggi sull'isola arriverà una task force dei carabinieri specializzati in incendi boschivi che con particolari attezzature potranno capire meglio la natura dell'incendio.
Aperta un'inchiesta - Ieri La Procura di Marsala, diretta da Roberto Piscitello, ha aperto un'inchiesta sull'incendio che ha devastato ettari di vegetazione a Pantelleria. Due i punti di innesco lontani 400 metri l'uno dall'altro. I pm stanno acquisendo i rilievi fotogrammetrici e tutte le ordinanze comunali sulla prevenzione e sulla gestione dei roghi. I rilievi fotogrammetrici saranno utili a capire dalle bruciature sul terreno da dove è partito l'incendio e da come può essersi propagato in considerazione del forte vento di scirocco che soffia da ieri sull'isola. Mentre le ordinanze sindacali chiariranno se sono state prese tutte le misure necessarie a prevenire e gestire eventuali roghi in una zona che in estate per le alte temperature è spesso colpita da incendi devastanti. "Un incendio colposo, causato dall'incuria umana non sarebbe da considerare meno grave di uno doloso", commenta il procuratore di Marsala, Piscitello.
Modalità e tempistica sono dolose - Il comandante provinciale dei vigili del fuoco di Trapani, l’ingegnere Michele Burgio conferma che “non ci sono feriti” e che il rogo “non ha attaccato direttamente le abitazioni dell’isola che sono rimaste danneggiate esternamente e sui tetti dalla fiamme sviluppate da vicini canneti”. Sull’ipotesi che il rogo sia doloso Burgio sottolinea che “c’è un forte sospetto per la tempistica e le modalità”, ma che “bisogna attendere gli esiti degli accertamenti che saranno eseguiti, anche perché la stagione è stata particolarmente ‘secca’ e con lo Scirocco le fiamme divampano e sono alimentate con facilità”.
L'appello del sindaco Vincenzo Campo - “Se qualcuno sa parli, perché questo scempio è una ferita per tutta l’isola”. E’ questo l’appello del sindaco di Pantelleria Vincenzo Campo dopo il vasto incendio che si è sviluppato nell’isola mercoledì sera. Il vento è calato e anche le fiamme, il peggio sembra passato. Secondo Campo, resta «il forte dubbio» che il rogo «abbia origine dolosa», perché è «partito da due punti distanti tra loro centinaia di metri». Il sindaco dice poi di sperare che «a Pantelleria, come nel 2016, la natura possa coprire l’accaduto e si scoprano i ‘fenomeni’ di questo atto indegno».
Intervento dell'aeronatica con elicottero dell'82° Csar - Anche l’Aeronautica Militare è impegnata in queste ore nell’ambito dalla complessa macchina dei soccorsi per lo spegnimento del vasto incendio che ha colpito l’isola di Pantelleria. Un elicottero HH139B dell’82° Centro Combat SAR (Search and Rescue) di Trapani Birgi è atterrato nella notte presso il Distaccamento aeroportuale A.M. di Pantelleria per trasportare una squadra di 6 unità dei Vigili del Fuoco.
Gli altri incendi nel trapanese - Sempre in Sicilia, nel pomeriggio di ieri, un elicottero dello stesso 82° Centro aveva già effettuato un intervento antincendio nell’area impervia di Custonaci . L'equipaggio ha effettuato 12 lanci di acqua ed è riuscito a domare l’incendio in circa un’ora e mezzo di volo, inclusa la navigazione e il tempo in zona di operazioni, prolungatosi per la significativa distanza fra le pozze di rifornimento dell’acqua più vicine e il fronte di fiamma. E ieri ha bruciato per ore anche Bosco Scorace, vicino Buseto Palizzolo. Sul posto le squadre della Forestale e i volontari dell'associazione Sos Valderice. Un elicottero dell'82° Csar è presente in zona e sta effettuando diversi lanci d'acqua. Le fiamme sono partite da contrada Mola per poi raggiungere, alimentate dal forte vento di scirocco Bosco Scorace. Il sindaco di Buseto Palizzolo, Roberto Maiorana, ha chiesto l'intervento dei canadair, già impegnati su altri fronti, però. Altri incendi a Valderice: San Barnaba, Chiesanuova, San Marco e Crocci. Fuoco anche alle pendici di Montagna Grande.
Il presidente del Parco Nazionale Isola di Pantelleria Salvatore Gabriele - Quest’isola appartiene a tutti e noi la difenderemo fino in fondo. Oggi ci troviamo di fronte all’ennesima sfida, che naturalmente intendiamo vincere, isolando i facinorosi e i balordi che vogliono tenere sotto scacco il territorio. E lo faremo anche grazie al grande lavoro di collaborazione con tutti coloro che intendono tutelare questo prezioso patrimonio. Secondo l’esperienza maturata in questi anni, possiamo dire che le attività poste in essere rappresentano una prova di capacità ed efficienza di tutti i pezzi dello Stato e di chi opera sul territorio. Il resto lo lasciamo alle vostre valutazioni, nella consapevolezza che questo territorio va preservato da tutto e da tutti. Io spero vivamente – conclude il Presidente - che dalle indagini si riesca a risalire ai colpevoli di questo ennesimo, vergognoso atto, perché bisogna isolare, con fermezza, chi in questo territorio cerca di creare situazioni del genere. Ringrazio tutti per lo sforzo operato e resteremo vigili in queste ore, in questi giorni, così come abbiamo fatto finora attivando tutti gli strumenti che sono a nostra disposizione per episodi simili.
IL PUNTO DEL WWF - Preoccupazione e tanta paura per le fiamme divampate a Pantelleria, bruciando vigneti e ettari di macchia mediterranea. La Sicilia è una delle regioni italiani più colpite dagli effetti del cambiamento climatico e a rischio desertificazione, poiché dotata di scarsa copertura boschiva (solo l’11% del territorio).
I dati del 2021 - Nel 2021 vanta il triste primato di regione con la maggiore superficie coperta dal fuoco: 78.000 ettari (soprattutto terreni coltivati e pascolati), quasi lo stesso valore riscontrato nell’intero resto d’Italia. Come si legge nel recente report WWF “Spegnere oggi gli incendi di domani. Dalla gestione dell’emergenza a gestione e prevenzione del rischio”, le cause degli incendi sono molteplici e quest’anno ondate di calore anticipate e una straordinaria siccità invernale hanno reso la vegetazione più secca e quindi maggiormente infiammabile, creando una condizione perfetta per la combustione di notevoli superfici di terreni, un tempo coltivati e ora ricoperti da vegetazione spontanea. Una conseguenza dell’incendio di terreni a forte pendenza come quelli dell’isola, che viene poco evidenziata, è il serio rischio di successivo denudamento del terreno e la formazione di fenomeni erosivi o addirittura franosi, specie in caso di violente piogge, che pure stanno caratterizzando questa epoca.
OLTRE 77% INCENDI SICILIANI DOLOSI E INARRESTABILI - Nel “Piano Regionale antincendio boschivo 2020” redatto dal Comando del Corpo Forestale della Regione Siciliana, una approfondita indagine condotta nel periodo 2010-2020 evidenzia che oltre il 77% degli incendi sono dolosi. La puntualità e la metodicità con cui gli incendi dolosi vengono appiccati, la “professionalità” con cui vengono scelti i tempi e i luoghi in perfetta sintonia con le condizioni meteo favorevoli al fuoco, gli orari in cui scoppiano gli incendi fanno pensare ad una strategia precisa legata ad interessi economici. Gli incendi di maggiore consistenza degli ultimi anni, infatti, sono stati perpetrati nelle ore serali, in giornate con vento di scirocco con raffiche superiori a 30 nodi e con temperature superiori a 32°. La finalità sistematica di questa azione è stata chiara: nelle ore serali è inibita l’azione dei canadair e per il forte vento le fiamme superano facilmente le fasce parafuoco - risultato delle campagne antincendio - divenendo inarrestabili. Insieme alle tante cause degli incendi, si deduce che ci sia anche una mano che appicca il fuoco, ma potrà essere trovata solo con una decisa e profonda attività investigativa che riesca a quantizzare le dimensioni del fenomeno.
COME SALVARE I BOSCHI SICILIANI - In Sicilia sono necessarie azioni di riforestazione e che arrestino la scomparsa dei boschi e serve una solida ed efficiente struttura di gestione e controllo delle aree forestali e vegetative, altrimenti un’entità così vulnerabile come il bosco sarà sempre facile vittima di pratiche criminali e di comportamenti colposi lesivi.
I 5 passi che il WWF in Sicilia suggerisce sono:
1) Assunzione di responsabilità da parte della politica siciliana - Gli "Operai Forestali Siciliani" sono stati finora gestiti principalmente come una categoria assistita. I costi dell’assistenzialismo non dovranno più confondersi con quelli della. Forestazione, compresi quelli della Protezione Civile. Riduzione ad un ruolo secondario, cioè di pura ma efficace difesa, dell’attività di antincendio boschivoL’incendio non dovrà più "pilotare" risorse economiche.
2) Analisi dei costi e dei risultati dell’attuale sistema forestale siciliano. Rilevazione dei costi complessivi per l’anno 2021 e previsione di spesa per l’anno 2022. Inventario che quantifichi l’effettiva copertura boschiva siciliana.
3) Comparazione del sistema forestale della Regione Sicilia, con i suoi costi, con quello di una regione modello nella forestazione, pur nelle dovute differenze di contesto.
4) Adozione di un nuovo sistema forestale, con target in linea con gli indirizzi europei - Creazione di un’unica struttura - snella, essenziale ed efficiente - che governi, con unica regia, il patrimonio forestale siciliano
Cambia l’obiettivo: dall’Antincendio alla Forestazione
Sistema di Budgetting, con visibilità totale delle risorse, dei costi e dei risultati verso gli obiettivi
Definizione di un Piano Forestale a medio e lungo termine per l'incremento quali-quantitativo della superficie boscata, in linea con gli obiettivi europei, con la condivisione delle Associazioni Ambientaliste
Organico formato da Tecnici ed Operai Forestali professionisti, motivati, fidelizzati, adeguatamente pagati.
Ricollocazione in altre strutture della Regione Siciliana del personale in esubero non funzionale alla nuova struttura.
Fine delle politiche elettoralistiche e clientelari che devono far posto ad efficienza ed efficacia
Presenza attiva nell’area di interfaccia urbano-foresta con politiche di controllo ma soprattutto di coinvolgimento e incentivazione degli attori presenti in essa (agricoltori, allevatori, proprietari di terreni, operatori turistici, escursionisti, etc)
5) Maggiore presenza ed attenzione da parte delle Forze dell’Ordine e della Magistratura, con l’avvio di efficaci interventi di intelligence e di contrasto nei confronti dei criminali incendiari, e degli irriducibili del "vecchio sistema".