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16/08/2022 06:00:00

Tre anni per aprire. Il caso della discoteca MoonBay a San Vito Lo Capo

 Alla fine ce l’hanno fatta. E il 31 Luglio hanno aperto. Ma quanta fatica.

Quella che vi raccontiamo è l’ennesima storia di burocrazia singolare della nostra terra, che arriva questa volta da San Vito Lo Capo, una delle località turistiche più gettonate in provincia di Trapani.

A San Vito Lo Capo c’è anche una discoteca. Si chiama MoonBay, la "baia della luna". Sorge infatti in una posizione periferica rispetto al piccolo centro abitato, in una zona collinare che domina la baia di San Vito, tanto che la contrada “Piano di Sopra”, come viene chiamata, è frequentata dai turisti che si fermano per una foto ricordo.

Quest’anno la discoteca ha potuto aprire solo il 31 Luglio. Dopo tre anni di guerra di carte bollate. E di Covid. Nel mezzo c’è una corrispondenza molto originale con il Comune, una mole di carte, un ricorso al Tar, pareri che cambiano improvvisamente, e un divieto di sosta singolare.

Ma andiamo con ordine. MoonBay è l’unica discoteca di San Vito Lo Capo (cioè l’unico locale da ballo in regola …), ed esiste da trent’anni. La stagione 2022 era molto attesa, perché è la prima vera ripartenza dopo i due anni a vuoto per colpa del Covid, che hanno visto le discoteche e le sale da ballo in generale dover subire regole molto aspre su chiusure e distanze (vi ricordate quando ad un certo punto le discoteche potevano aprire, ma senza … poter ballare?). Ma MoonBay ha rischiato di perdere anche questa stagione (e in parte l’ha già persa) dato che dal 2019 durava una surreale situazione di stallo con il Comune di San Vito.

Dopo alterne vicende, nel 2018 è la società Gruppo Emme & D srls a prendere in locazione l’immobile, che risulta destinato a “discoteca stagionale”, con un’autorizzazione comunale dell’85 e una concessione edilizia del 1990.
La società che gestisce la discoteca è la Gruppo Emme Club vacanze srl. E già a giugno 2018 la procedura per avviare la discoteca è completa.

La ditta, in occasione della nuova apertura, decide di fare alcuni piccoli interventi di miglioria. Tra questi, si pensa anche alla collocazione di alcune semplici pedane in legno poggiate sul terreno, per metterci tavoli e sedie come zona relax. Tutto amovibile e non fissato al suolo.

Non c’è nessun problema, dicono dal Comune. E’ il 2018. La discoteca lavora regolarmente. 

Passa un anno. Per la cronaca, cambia anche l’Amministrazione Comunale di San Vito. Siamo al 2019.
In vista della nuova stagione estiva, la ditta presenta una nuova Scia (la Segnalazione del Certificato per l’Inizio dell’Attività) specificando che nulla è mutato rispetto agli anni precedenti. Pedane comprese. Insomma, la documentazione è identica.
Nel 2018 andava bene. Nel 2019, invece, al Comune di San Vito non garba più.

Dall'Amministrazione Comunale di San Vito, infatti, arriva alla discoteca una comunicazione: non potete aprire. Perché? Perché l’immobile sorge in una zona Sic / Zps, cioè un Sito di Interesse Comunitario che è anche Zona di Protezione Speciale. Bisogna fare un approfondimento con l’Ufficio Pianificazione e Sviluppo del Territorio del Comune, e chiedere anche un parere all’Assessorato Regionale Territorio ed Ambiente. Ci vuole anche una Valutazione di Incidenza Ambientale specifica. Per le pedane? Si, per le pedane.

Anzi, non c’è bisogno neanche del parere della Regione, per il Comune. La commissione Vinca (la Commissione per la Valutazione dell’Incidenza Ambientale) del Comune si riunisce e dice che “quanto proposto in ampliamento dell’attuale struttura non può essere accolto”, senza attendere il parere della Regione ( e sempre considerando che la struttura è la stessa del 2018, quando tutto andava bene …).

Parte il solito giro di carte tra uffici.  Il Suap chiede all’Ufficio Pianificazione di “fornire congrue motivazioni” per il no all’apertura della discoteca. Dall’ufficio fanno sapere che ci sono ragioni di “salvaguardia ambientale” e che “le pedane dell’area relax non sono conformi” perché si possono fare modifiche all’area solo “per il recupero ed il ripristino ambientale”. E poi c’è “l’inquinamento luminoso” non compatibile con i luoghi. Non viene indicato però come superare il problema, né vengono spiegate meglio le motivazioni alla base di queste ed altre considerazioni.

Passano le settimane. Il Suap comunica ai gestori della discoteca “l’archiviazione d’ufficio della pratica”. Parte una diffida, da parte dei gestori, perché l’estate avanza, siamo già a fine Giugno, e la discoteca non può aprire. Ma dal Suap fanno sapere che non si può procedere, dato che c’è il parere negativo della Commissione Vinca del Comune di San Vito. A fine Luglio la società si arrende: dato che il problema sono le pedane, e non l’attività di discoteca in se, che è lecita, per non avere ancora problemi, propongono di eliminare gli elementi non conformi.
La richiesta non ha alcun riscontro.
La stagione salta. Nel 2018 l'attività aveva portato ad un fatturato di 18mila euro.

Ripetiamo:  stessi locali, nessuna variazione.
Nel 2018 andava tutto bene.
Nel 2019, no.

E salta così la stagione.

Il gruppo Emme Club Vacanze, a Settembre, persa la stagione, scrive alla Regione, al Servizio che si occupa di aree protette. Per capire se il comportamento del Comune (che non ha chiesto il parere agli stessi uffici) sia normale. E con sorpresa la Regione scrive che: “ogni opera, lavoro, od intervento autorizzato ed eseguito prima dell'individuazione di quell’area come zona protetta, non necessita di alcuna Valutazione di Incidenza. Quelli da realizzare, si”.  La discoteca, lo ricordiamo, c'è da ancora prima che esistesse la Sic /Zps.

Magra consolazione, la stagione è comunque persa.

Nel 2020, causa anche il Covid, l’autorizzazione ad aprire, con tutte le limitazioni del caso, arriva solo il 16 Agosto. E pensare che tutto nasce tramite il portale “impresainungiorno” (bisognerebbe mettersi d'accordo su quale sia, il giorno ….).
Il 2021 è sempre segnato per Covid.

Nel 2022 i gestori subafittano la discoteca. E il Comune di San Vito Lo Capo, allora, pensa bene di riproporre lo stesso divieto: niente serate, siete in zona protetta. Ed ancora una volta parte il carteggio con con gli uffici regionali che si trovano costretti a ribadire quello che avevano già scritto nel 2019, e ricordano ancora una volta che è tutto lecito, perché l'immobile esiste da prima dell'area protetta, e sempre da prima faceva da discoteca. 

 Nel frattempo il tempo passa, la discoteca potrebbe già lavorare, ma non può. Alla fine il Comune di San Vito, in una nota del 30 Maggio 2022, quasi fosse un ente superiore dice che quanto scritto dalla Regione “risulta condivisibile” (proprio così). E arrivano, con i loro tempi, alla conclusione che l'attività di discoteca va esclusa dalla valutazione di incidenza ambientale, dato che la struttura ha un certificato di agibilità da sala dal ballo del 1985, prima cioè dell'istituzione della zona Sic / Zps. 

Ed insomma.
Sono passati tre anni.
A ballare sono solo le carte.
La discoteca, che era in regola fino al 2018, si trova improvvisamente chiusa senza capire bene perché.

La Commissione si riunisce il 21 Luglio 2022. La ditta ha presentato 13 relazioni, piani, documenti, nulla osta, dichiarazioni, ma “sono ancora in corso i lavori di completamento degli impianti di illuminazione di emergenza e delle vie di esodo”.
Il parere tecnico della Commissione comunale di vigilanza sui locali di pubblico spettacolo arriva solo il 26 Luglio. La discoteca ha dovuto produrre, nel frattempo altri sette documenti: attestati antincendio, certificazione di impianto elettrico originario, piano di emergenza aggiornato, nuova relazione antincendio per la capienza di 420 persone, relazione tecnica, planimetria arredo, nuova Scia antincendio, relazione fonometrica. E ancora: dichiarazione di corretto montaggio dell’impianto audio - luci. Dichiarazione sui carichi sospesi sulle “americane”.
La commissione esprime parere favorevole. Ma con ben 11 prescrizioni.

Ed il 30 Luglio, quando mezza estate è passata, la discoteca MoonBay può aprire.
Tutto finito?

No.
C’è la sorpresa finale. MoonBay sorge in una strada pressoché deserta. Poche case, ed una via non particolarmente frequentata, se non per i turisti che ne approfittano, come dicevamo, per qualche foto ricordo. E per i clienti della discoteca (dal mezzanotte alle tre, il sabato notte ...). 
Eppure in quella via spunta un … divieto di sosta, imposto dal Comune con ordinanza 55/2002 del 29 Luglio.
Dal 30 Luglio, giorno di apertura della discoteca, al 3 Settembre. Ambo i lati. Il divieto riguarda solo il tratto sul quale insiste la discoteca. Per il Comune infatti, all’improvviso, quella strada grande e deserta diventa “uno sbocco per i mezzi di emergenza e soccorso”.

“Non ci siamo arresi neanche di fronte a questo - commentano i gestori della discoteca - e abbiamo implementato un servizio che facevamo già: i nostri clienti li portiamo e li lasciamo con un bus navetta”. In attesa che magari qualcuno non decida di vietare anche quello. Nel frattempo, accanto al cartello di sosta vietata, vengono abbandonati i rifiuti. Ma per tutto ciò, non c'è zona protetta che tenga ...

 



Inchieste | 2024-11-16 06:00:00
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