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28/07/2022 06:00:00

Fuggi fuggi da FI. Ma la destra va verso il 70% dei seggi. Rebus alleanze a sinistra

 Pesanti le ripercussioni per tutti i partiti che affronteranno le elezioni nazionali del 25 settembre, una crisi non voluta ma subita dai cittadini. Il rischio è che l’affluenza al voto sia sotto il 40%, piomba in piena estate una campagna elettorale che non interessa ai cittadini, troppo delusi.

Anime agitate anche nelle segreterie e nei direttivi di partiti, in Forza Italia Lombardia c’è un fuggi fuggi, la decisione di lasciare cadere il governo Draghi ha avuto una lettura negativa.

I problemi interni alla coalizione di centrodestra riguardano l’asse con Giorgia Meloni, che chiede di andare a fare il Presidente del Consiglio, desiderio stoppato dai suoi stessi alleati: chi prenderà un voto in più, dice Matteo Salvini, avrà la premiership del Paese.

Ancora più cauti i forzisti, da Silvio Berlusconi ad Antonio Tajani che sono critici: l’elettorato moderato di centrodestra è spaventato dalle invettive della Meloni.

Alleanza ampia per il centrosinistra, Enrico Letta prepara il campo largo che va da Carlo Calenda a Roberto Speranza, Emma Bonino a Luigi Di Maio, aprendo anche a quell’elettorato moderato di centro destra che non si allinea alle posizioni finora assunte.

A chiedere a Letta di tornare ad aprire il dialogo con il M5S è Pierluigi Bersani, il pericolo in caso di mancata alleanza è che il centrodestra prevalga nei collegi uninominali di Camera e Senato.

E Beppe Grillo ha già avvertito Giuseppe Conte: niente doppio mandato o lascerà il M5S. Nel frattempo a Roma si sta provvedendo a gestire gli ultimi provvedimenti poi c’è il trasloco per tutti i deputati e senatori, oltre che per i presidenti di Camera, Roberto Fico, e Senato, Elisabetta Casellati.

Intanto l’Istituto Cattaneo ha già fatto una prima analisi del voto del 25 settembre. La legge elettorale, il Rosatellum, prevede un sistema misto: una quota di proporzionale e una di maggioritario tramite i collegi uninominali, lì il candidato con più voti vince, alla luce di questo anche un centrosinistra allargato, ma senza il Movimento Cinque Stelle, avrà difficoltà a strappare i collegi al centrodestra, potrà considerare blindati quelli denominati ‘zona rossa’ tra Emilia Romagna e la Toscana.

In questo scenario la coalizione di centrodestra potrebbe arrivare ad aggiudicarsi il 70% dei collegi uninominali di Camera e Senato.

Le proiezioni dell’Istituto Cattaneo evidenziano per il centrodestra alla Camera la possibilità di ottenere fino a 121 seggi per il proporzionale e 103 per l’uninominale più 4 seggi per la circoscrizione estero, per un totale di 228 seggi. Il centrosinistra si aggiudicherebbe 96 seggi per la quota proporzionale, 41 per l’uninominale, e tre nella circoscrizione estero per un totale di 141 seggi.

Il M5S avrebbe poca cosa circa 28 seggi nel proporzionale, nessuno all’uninominale.

Per il Senato non ci sarebbe molta differenza, 48 i seggi per la quota proporzionale e 18 per la quota maggioritaria per il centrosinistra, il centrodestra potrebbe ottenere 61 seggi al proporzionale e 54 collegi uninominali, per un totale di 117 seggi, quindi il doppio della coalizione di centrosinistra. Molto male per il Movimento 5 Stelle che sarebbe fuori dai giochi con soli 13 seggi.