Il reato di furto aggravato “assorbe” quello del contestuale danneggiamento. Lo ha stabilito, accogliendo la richiesta del sostituto procuratore Riccardi, la quinta sezione della Corte di Cassazione (presidente Maria Vessichelli) nel processo che ha visto imputato il 31enne mazarese Antonino Pellicane, soggetto definito “noto” alla polizia.
Pellicane era stato condannato prima da Tribunale di Marsala e poi anche dalla Corte d’appello di Palermo per il furto di una lampada-torcia tascabile all’interno di un’auto parcheggiata dopo averne forzato lo sportello. Motivando lungamente la propria decisione, la Suprema Corte ha sentenziato “assorbito il reato di danneggiamento in quello di furto aggravato”, annullando senza rinvio la sentenza impugnata, limitatamente al trattamento sanzionatorio, che determina in anni uno e mesi quattro ed euro 600 di multa. E dichiarando “inammissibile nel resto il ricorso”.