Razza, Musumeci, Damiani, Zappala’ avrebbero partecipato ad una strategia di annientamento iniziata già dal 2010, con la chiusura dell’ospedale di Mazara del Vallo “Abele Aiello”, ufficialmente per carenza di sicurezza, per favorire clientelarmente altre strutture sanitarie costiere tutte DEA, a discapito dell’unico ospedale di base di Castelvetrano nel Belice, trasformato in carcassa.
Lo scrive l’avvocato Franco Messina in una nota stampa (che potete leggere qui integralmente).
Il presidente di Orgoglio Castelvetranese sottolinea come si sia voluto destabilizzare l’ospedale nel corso del tempo, attraverso il depotenziamento dei servizi sanitari essenziali e non riposizionando il personale medico e infermieristico (“anzi, trasferendo maestranze e trincerandosi poi dietro la carenza dei medici che non partecipano ai rari concorsi dell’Asp”).
Oggi la città di Castelvetrano, secondo l’avvocato Messina, pagherebbe lo scotto di non avere politici in paradiso, in grado di difendere il proprio ospedale, neppure con la via istituzionale dei sindaci adesso silenti.
Ad averla vinta, si legge ancora nella nota, saranno “Massimo Russo, Nicola Cristaldi, i politici mazaresi di ogni estrazione da Scilla a Cariddi e a tutte le stelle cadenti di origine locale, ma soprattutto a Musumeci e ai suoi assessori regionali, da Razza a Turano che si sono spartiti il territorio siciliano”.
A fronte dell’impegno, per più di quattro anni, da parte di Orgoglio Castelvetranese, viene sottolineato il silenzio della politica e, da oltre un anno, di tutti i sindaci della Valle del Belice
“la cui via istituzionale per la tutela del diritto alla salute dei propri cittadini, si è infranta sinora in un totale e ingiustificabile fallimento, forse voluto a bella posta da chi nelle prossime elezioni regionali spera improvvisamente di ergersi a salvatore della sanità nel Belice e così raggranellare qualche voto”.
La distruzione dell’ospedale di Castelvetrano verrebbe tollerata perché in territorio “ad altissima densità mafiosa, per aver dato i natali al delinquente latitante Messina Denaro”.
"Per colpa di un sol uomo - conclude Messina - val la pena di criminalizzare un'intera comunità che non merita per questo alcun rispetto".