Sono diversi a Marinella di Selinunte i tratti di mare dichiarati non balneabili dall’assessorato alla Salute della Regione Siciliana.
Un decreto del dirigente generale, li descrive fornendo le relative coordinate (non tutte) ed obbliga il comune a mettere dei cartelli metallici di divieto di balneazione, con un formato minimo di 80 x 100 cm, scritti in almeno due lingue. Gli uffici comunali di Castelvetrano hanno quindi emesso una propria ordinanza (la si può leggere qui) in base a questo decreto che impedisce la balneazione nei seguenti punti:
- 200 metri a destra e 200 a sinistra rispetto alla foce del fiume Belice
- 200 metri a destra e 200 a sinistra rispetto alla foce del fiume Modione
- 200 metri a destra e 200 a sinistra rispetto all’ubicazione del depuratore
- 500 metri nel tratto relativo al porticciolo
- Nei tratti di costa prospicienti l’intera via Marco Polo e l’Acropoli
Su alcuni punti però, l’interpretazione del decreto non è così immediata. Per esempio i tratti di costa relativi alla via Marco Polo e all’Acropoli, vengono interdetti per motivi di sicurezza, facendo riferimento ad un’ordinanza della Capitaneria di Porto di Mazara del Vallo del 2011, senza però fornire precise coordinate (come viene fatto per gli altri punti).
Sui 500 metri del porticciolo, invece, il tratto è delimitato da due punti precisi, con tanto di latitudine e longitudine, che danno però conto di una distanza di meno di 30 metri, da una punta all’altra dei due moli che formano l’imbocco del porto stesso.
Ma anche le indicazioni sul divieto di balneazione presso la foce del Belice, non sono il massimo. Sì, perché i punti forniti sono diversi rispetto a dove sfocia il fiume già da diversi mesi. I 200 metri a destra e a sinistra sembra siano stati stabiliti come se il Belice, una volta arrivato in spiaggia, sfociasse “dritto”. Invece fa una deviazione, spostando la sua foce di 300 metri in direzione Porto Palo. A conti fatti, quindi, si interdirebbe una zona (teoricamente) balneabile, permettendo il bagno in un’altra (sicuramente) non balneabile.
Insomma, secondo la Regione Siciliana, le coste selinuntine in cui vietare la balneazione arriverebbero complessivamente a più di un chilometro e mezzo (1,7 km per l’esattezza).
E nel caso che davvero il comune volesse mettere i cartelli, l’impressione è che tutto si trasformerebbe in una singolare caccia al tesoro.
Senza il tesoro, però.
Rimane ad ogni modo un’unica raccomandazione, che vale un po’ dappertutto: non fare il bagno in prossimità di fiumi, porti e depuratori. Più dei cartelli metallici in due lingue, basterebbe il buon senso. Quanto a tecnici e burocrati, forse potrebbe servire qualche sopralluogo in più.
Egidio Morici