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10/07/2022 06:00:00

Sicilia 2022. Musumeci crede nel bis, Meloni lo ricandida. "Guido il centrodestra alla vittoria"

 Nello Musumeci ci ha provato a mettersi da parte, è andato contro se stesso perché quella candidatura la vuole a tutti i costi.


Lui, l’uomo forte del centrodestra, così si descrive, ma che non riesce con il suo movimento Diventerà Bellissima a portare grandi risultati a casa, nemmeno dentro Fratelli d’Italia, ma vuole fare il bis.


Ed è l’unico punto di forza che Giorgia Meloni può trattare in Sicilia, con la strada sbarrata all’interno della stessa coalizione. Musumeci chiede di essere ricandidato, vuole raccogliere quello che ha seminato e tenta di spiegarlo in un opuscolo di 96 pagine che fa recapitare ad ogni singolo consigliere comunale dell’Isola, tutto pagato con soldi pubblici.

Musumeci si è incontrato con la Meloni e ha ribadito la sua volontà a tornare a governare la Sicilia: “Ho altresì riaffermato la mia disponibilità, se dovessi risultare realmente divisivo, a fare un passo di lato, a favore di un candidato piú aggregante e vincente dell'area di centrodestra. Purché la coalizione decida senza ulteriori ritardi cosa intende fare, nel rispetto degli interessi della Sicilia e dei siciliani. Nel lasciare la parola al vertice nazionale di centrodestra, che mi auguro vicinissimo, ritengo corretto che siano per me decisivi i prossimi giorni. Non intendo prestarmi alla tattica del rinvio e del logoramento, a prescindere da quali siano le intenzioni, che finisce per avere come unico risultato quello di favorire la consegna della vittoria nell’Isola agli avversari. Sarebbe un suicidio politico del quale non voglio essere corresponsabile a fronte della consapevolezza che, viceversa, una pronta e definitiva conferma di compattezza del centrodestra porterebbe certamente alla vittoria. Su questi temi ho trovato piena comprensione e condivisione da parte del leader di Fratelli d'Italia a cui ho ribadito la mia totale stima”.
Insomma, Musumeci dice: io ci sono, faccio un passo di lato se gli altri decidono subito su un altro nome unitario, altrimenti resto in campo e vado avanti.


A sparigliare le carte Gianfranco Miccichè: “Ho già detto che in Forza Italia non mancano candidati, il partito in Sicilia ha tre icone candidabili senza bisogno di discutere: Prestigiacomo, Micciché e Schifani”.
Le riunioni del centrodestra riprenderanno a breve, nell’attesa che anche il sindaco di Palermo raggiunga gli accordi necessari per perfezionare la giunta. Anche la Lega di Matteo Salvini aveva mesi fa espresso la volontà di indicare alla presidenza un nome di partito, dovrà risolvere prima dei problemi interni e a sollevare le criticità contro il coordinatore regionale, Nino Minardo, è l’ex consigliere di Palermo Igor Gelarda: “Una riflessione su quello che è stato il risultato, pessimo, di Lega/Prima l'Italia su Palermo. Riflessioni che a mio parere avrebbe dovuto fare, convocando subito una assemblea plenaria di iscritti, di quei pochi amministratori che ci sono rimasti e dirigenza, il segretario regionale del partito Nino Minardo. Che se ne è però guardato bene. Il risultato a Palermo è stato assolutamente insoddisfacente.
Un pericoloso campanello d'allarme che dovrebbe indurre Matteo Salvini a rivedere profondamente l'assetto del partito a livello regionale, dando di nuovo voce ai territori…mi aspetto, adesso, che si faccia una seria riflessione e la Lega cambi completamente aspetto e assetto in Sicilia o già alle prossime regionali non avrà alcuna speranza”.