Il commissario dell'Azienda Sanitaria Provinciale di Trapani, Paolo Zappalà, è coinvolto in un'inchiesta della Procura di Pescara su un sistema corruttivo che avrebbe influenzato alcune delle più importanti gare della sanità pubblica di quel distretto.
L'indagine ha portato a degli arresti eccellenti, e il nome di Zappalà fa capolino proprio tra gli indagati. E' importante vederci chiaro, in questa vicenda, per tanti motivi. Paolo Zappalà è arrivato come commissario all'Asp di Trapani nell'Agosto del 2020, dopo l'arresto per corruzione dell'allora manager Fabio Damiani. Damiani è stato poi condannato a sei anni e sei mesi di reclusione. Zappalà proveniva da Pescara, dove era direttore amministrativo dell'Asl. E ha sempre sostenuto di essere intransigente nella gestione degli appalti della sanità. Va detto anche che nel caso del padiglione Covid di Marsala, il suo modus operandi, dal punto di vista degli annunci e dei risultati, lascia più di una perplessità.
Paolo Zappalà è indagato in un filone dell'inchiesta con altri protagonisti della vicenda per il reato di turbativa d'asta, perchè, secondo la Procura "mediante doni, promesse, dazioni di denaro, collusioni" lui e gli altri indagati, in maniera diversa, hanno turbato, appunto, una gara d'appalto. E che gara: si tratta dell'affidamento dei servizi per la centrale di sterilizzazione dell'Asl di Pescara (comprende anche la fornitura dello strumentario chirurgico) per un valore di ben 18.777.500 euro. E' chiamata la "gara grande". La gara è stata vinta da un raggruppamento temporaneo di imprese, una Rti, Servizi Ospedalieri / Sol. Coop. Soc..
Agente della Servizi Ospedalieri è Vincenzo Marinelli, che è stato arrestato.
Marinelli è proprio una delle figure più note di questa inchiesta. 86 anni, è stato anche presidente del Pescara Calcio. Marinelli è referente di società nazionali e multinazionali operanti nel settore medico-sanitario, quali Philips, Servizi Ospedalieri ed Abbott. Il contratto di agenzia è gestito anche con la società Marifarma srl, che appartiene invece alle figlie.
L'episodio che riguarda anche Zappalà è uno degli otto finiti nelle carte degli investigatori. Per la Procura “le indagini hanno consentito di raccogliere gravi e plurimi indizi colpevolezza, a carico dei protagonisti di un collaudato meccanismo corruttivo all’interno della ASL di Pescara, che ha determinato il condizionamento di almeno cinque gare d’appalto per un valore complessivo pari a trentacinque milioni di euro circa, con costosi doni, cene conviviali, promesse di incarichi più prestigiosi e remunerativi, e con vere e proprie tangenti in denaro".
Ancora: "L’utilizzo di fatturazioni false, emesse da enti e società compiacenti al gruppo di Marinelli, e la creazione di appositi fondi neri consentivano di creare la provvista in denaro necessaria per le successive tangenti”.
Nello specifico, la gara è del Dicembre 2016. Viene aggiudicata inizialmente ad un'altra società, Servizi Italia Spa, per un importo vicino ai 15 milioni di euro. La Servizi Ospedalieri di Marinelli impugna l'esito della gara al Tar, che parzialmente gli dà ragione, rinviando alla stazione appaltante l'incombenza di valutare l'esistenza di un "grave errore professionale", per circostanze non dichiarate dalla Servizi Italia in sede di gara (in pratica, uno dei vertici della società era stato rinviato a giudizio per una vicenda relativa ad un altro appalto), facendo, però, un contraddittorio con la società. Nel Maggio del 2020, l'Asl stabiliva allora l'esclusione di Servizi Italia e l'aggiudicazione a Servizi Ospedalieri, seconda classificata, per un importo di 17 milioni e rotti di euro.
Secondo la Procura, la dirigente dell'Asl di Pescara, e responsabile della gara, Tiziana Petrella, tra le altre cose, su pressione di Marinelli e con il beneplacito di Paolo Zappalà, che era direttore amministrativo dell'Asl, ha assunto "pregiudizialmente la decisione di escludere Servizi Italia ancora prima di aver visionato e valutato la documentazione richiesta in contradditorio alla società". Tutto ciò in violazione della normativa sugli appalti.
Nell'ambito dell'indagine Petrella prima è stata arrestata, il 14 Giugno. Poi la misura è stata convertita in un anno di divieto di esercizio delle sue funzioni.
Abbiamo chiesto a Zappalà di chiarire la sua posizione in merito a questa vicenda, con una serie di domande circostanziate. Ha rifiutato di rispondere dicendo che non è stato raggiunto da alcun avviso di garanzia (è probabile, non per forza un indagato viene raggiunto da un avviso, se non in determinate circostanze), di essere totalmente estraneo ai fatti, e ha diffidato, tramite il suo avvocato, la redazione di Tp24 dal "pubblicare notizie o mere personali apodittiche considerazioni o affermazioni che possano ledere l'immagine del mio assistito".
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