Perchè il virus non va in vacanza? Domande e risposte sulla nuova ondata di Covid
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Il Covid19 spinto dalla variante Omicron 5 non va in vacanza, e quest’estate fa registrare una nuova e pericolosa ondata in Italia. I casi giornalieri sono ormai vicini ai 100 mila. I ricoveri di conseguenza crescono.
Bisogna avere paura di questa ondata? Che estate sarà? Il virus non doveva morire con il caldo? E cosa succederà in autunno. Cerchiamo di rispondere ad alcune domande su questa nuova emergenza Covid.
Perchè questa nuova ondata di Covid?
I fattori sono tanti. Gli esperti ormai da tempo dicono che il virus muta, si comporta in maniera diverso ad ogni variante. La variante al momento predominante e che sta causando l’incremento dei contagi è Omicron 5. Una variante molto più trasmissibile delle altre. A questo bisogna aggiungere che c’è una minore attenzione da parte delle persone, con l’eliminazione di quasi tutte le restrizioni. Le mascherine non sono più obbligatorie, neanche al chiuso, e questo era il principale strumento di protezione dal contagio. Ci sentiamo tutti più liberi, di stare insieme, più vicini, di fare festa e abbracciarci. Rispetto alle altre estati è cambiato molto quindi. A giugno del 2020 e del 2021 le persone si comportavano con maggior cautela, poi ad agosto si allentavano di più le misure di sicurezza e si registrava una ripresa del virus. Adesso l’attenzione è più bassa e la trasmissibilità del virus è alta.
Virus più pericoloso?
La variante omicron 5 è certamente più contagiosa. Non ci sono al momento indizi di una maggiore gravità clinica delle ultime varianti. Ma bisogna mettere in conto che un aumento dei casi, legato alla maggiore trasmissibilità, potrebbe tradursi in un aumento dei ricoveri o rdinari e in terapia intensiva.
E i vaccini?
Vale sempre la premessa che abbiamo a che fare con un virus molto trasmissibile. Lo stato di immunità, tra vaccini e guarigioni, ci protegge bene dalla forma grave della malattia, ma meno dall’infezione. I vaccini in sostanza, come spiega sul Messaggero Massimo Andreoni, direttore di Malattie Infettive del policlinico Tor Vergata di Roma, hanno perso la capacità di controllare l’infezione come accadeva con le altre varianti. L’azione protettiva del vaccino è ridotta al 10-15%, prima era intorno al 30-40%. L’immunità protegge, quindi, dalla malattia ma non dall’infezione. Basta guardare il rapporto positivi ospedalizzati, rispetto agli anni passati. Oggi a fronte di tanti positivi le ospedalizzazioni sono ancora sotto controllo.
Il caldo non doveva fermare il Covid?
No, il caldo in sé non ferma il Covid. E’ una falsa convinzione sin dal 2020, anno della prima ondata scemata con l’arrivo dell’estate. Ci sono zone del mondo, infatti, come l’India, dove il virus circola anche a 45 gradi. Secondo gli esperti, però, i raggi ultravioletti hanno la capacità di inattivare il virus che sta all’aperto, ma non quello che si trova nelle vie respiratorie. E’ più corretto dire che il caldo, l’estate, portano le persone a stare di più all’aperto, gli spazi sono più aerati e, teoricamente, c’è meno possibilità di contagiarsi rispetto ai mesi freddi, quando stiamo in spazi chiusi.
Allora possiamo contagiarci anche all’aperto?
C’è meno probabilità rispetto agli spazi chiusi, ovviamente. All’aperto le particelle di droplet non stagnano come in una stanza chiusa. Ma il contagio può avvenire in caso di assembramento, di contatto ravvicinato con un positivo. Quindi sarebbe bene usare precauzione, a prescindere dagli spazi.
Un’ondata prevedibile, servono ancora le precauzioni?
Per certi aspetti sì. Bastava guardare cosa accadeva in altri paesi qualche settimana fa con Omicron 5. Si percepiva che le varianti sarebbero arrivate anche nel nostro paese. Allora la domanda è se servono ancora le precauzioni. Sono sempre necessarie, certo. Per molti medici bisogna ripristinare la principale misura di precauzione, indossare la mascherina al chiuso o all’aperto se ci sono assembramenti. E’ vero che siamo tutti immunizzati, e che non dovremmo andare incontro a forme gravi di Covid. Ma tra noi ci sono persone fragili, anziani, affetti da patologie, che corrono rischi elevati. Quindi la responsabilità sta nel pensare e proteggere loro.
Cosa succederà in autunno?
Secondo gli esperti il picco si raggiungerà nella seconda metà di luglio, poi i casi torneranno a diminuire, e in autunno la situazione dovrebbe essere più tranquilla. Sappiamo ormai che il virus si comporta ad ondate, e dopo la discesa, il periodo di tranquillità, ci sarà una nuova ondata ancora. L’importante è entrare nella fase di convivenza con un virus che non ci abbandonerà presto. Si sta valutando l’ipotesi del vaccino di richiamo per over 60 e fragili.
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