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24/06/2022 06:00:00

Selinunte. Le domande sul “mistero” della piazza di legno, prima aperta e poi richiusa

Dopo il sopralluogo, il direttore dei lavori ha detto no.

Subito richiusa al pubblico la piazza di legno a cui nei giorni scorsi era stata tolta la recinzione, dando la netta impressione dell’agognato ritorno alla fruibilità. Non ha superato il collaudo.

Ci sarebbero delle difformità rispetto a un lavoro realizzato a regola d’arte - ha fatto sapere il sindaco Enzo Alfano - Pertanto, verranno ripresi i lavori immediatamente, per una definitiva sistemazione”.

Alfano nello stesso tempo, stoppa anche l’entusiasmo degli esercenti sull’immediato utilizzo della piazza in legno. “Si precisa infine che allo stato attuale – aggiunge - non risultano evase dagli uffici richieste da parte delle attività commerciali, per occupare il suolo pubblico della piazzetta in oggetto”.

Nell’attesa l’area è stata interamente fascettata dalla polizia municipale che, già che c’era, ha messo il classico nastro bianco e rosso anche nella parte di piazza non ancora interessata ai lavori (per intenderci, quella malandata più vicina a dove si svolge l’incanto del pesce).

 

La piazza lignea, rifatta coi fondi del Gac Il Sole e l’Azzurro – tra Selinunte, Sciacca e Vigata, a ben guardare però, non può che far sorgere diverse domande, soprattutto alla luce del negato collaudo. Che non sono di carattere politico, sappiamo bene che non è il sindaco o la giunta ad occuparsi tecnicamente dei lavori o delle richieste di utilizzo degli esercenti, ma appunto di carattere tecnico. Le elenchiamo di seguito, sicuri di ricevere delle risposte.

 

Perché le assi montate nella parte destra che scende verso il mare, hanno uno spessore diverso rispetto al resto della piazza? Sono di 5 centimetri, rispetto ai 2 centimetri della parte sinistra.

Perché la distanza tra un’asse e l’altra arriva a anche a 2 centimetri e mezzo, lasciando dunque un pericoloso spazio vuoto per le gambe delle sedie dei locali, per i tacchi delle donne e per le carrozzine dei disabili?  

Perché il colore finale, uniforme nella parte destra della piazza, è invece disomogeneo nella parte sinistra? Sono stati usati diversi tipi di impregnante?

Sono state usate delle viti sufficientemente lunghe, dal momento che la struttura portante, come abbiamo raccontato in passato, è abbastanza rovinata?

 

Inoltre, non possiamo fare a meno di chiederci perché mai la recinzione sia stata tolta prima dell’avvenuto collaudo.

E’ stata un’iniziativa della ditta che, avendo terminato, ha smontato tutto inviando una semplice nota di chiusura dei lavori? E l’ufficio tecnico quando l’ha saputo?

E’ stato un semplice malinteso, oppure il feeling tra amministratori e apparato tecnico burocratico è tornato come ai tempi dei commissari?

Come mai non risultano evase dagli uffici le richieste di occupazione del suolo da parte degli esercenti? Sono troppe e il personale è esiguo? Oppure non tutti rispondono a determinate caratteristiche, come ad esempio l’essere in regola con il pagamento dei tributi?

 

Intanto, la parte sinistra più estrema della piazza (come dicevamo, fascettata anch’essa), non oggetto di interventi di ripristino a breve, rimarrebbe chiusa forse per l’intera estate. Il condizionale è d’obbligo, perché il nastro con su attaccato il foglio col divieto di calpestio dell’area è ovviamente destinato a “staccarsi” e la piazzetta ad essere nuovamente frequentata, a meno di una recinzione consistente.

 

 

Egidio Morici



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