Occhi puntati sulla conferenza stampa di oggi, alle 10.30, il presidente della Regione, Nello Musumeci, annuncerà le sue decisioni per le prossime regionali di ottobre.
Gli alleati sono sereni, non sanno ancora se aspettarsi l’ennesima sceneggiata ovvero una presa d’atto e quindi la rinuncia al bis.
Fratelli d’Italia è in silenzio, durante il pomeriggio poi dovrebbe tenersi a Roma l’incontro con Giorgia Meloni, gli alleati sono tranquilli potrebbe trattarsi di una ulteriore mossa per costringere la coalizione a decidere su un nome alternativo, che al momento non hanno e quindi ripiegare su Musumeci, tante ipotesi ma nulla di accreditato.
Silenzio da parte di Forza Italia e della Lega, anche da parte dell’Mpa, forze che hanno chiesto condivisione e che si sono ritrovate ad apprendere decisioni di governo direttamente dalla stampa, la goccia poi che ha fatto traboccare il vaso è stata la nomina, mai concordata con gli alleati, di Alessandro Aricò ad assessore regionale, casella che avrebbe anche potuto occupare Fratelli d’Italia e che invece ha visto un altro fedelissimo di Musumeci al comando.
Più che le polemiche interne, più che gli atteggiamenti ostili della sua maggioranza, che all’ARS non c’è mai stata, più che le dichiarazioni di Gianfranco Miccichè, pesano a Musumeci le critiche fortissime arrivate dai cittadini a Taormina: quei fischi riecheggeranno ancora sul web e non era mai accaduto a nessun governatore.
Un giudizio innegabilmente negativo che arriva dal popolo e non dalla politica, che, però, insegna che tutto può sempre essere stravolto.
Cateno De Luca lo aveva detto: “La prossima settimana Fratelli d’Italia scaricherà Musumeci”, la dinamica è un pò diversa ma ci si avvicina, quei voti che non sono arrivati a Palermo dentro la lista di Fratelli d’Italia sono un fardello pesante per Diventerà Bellissima.
Chi ipotizza le dimissioni del presidente oggi rimarrà deluso, non lascerà a pochi mesi dalle elezioni, non lascerà a casa il suo cerchio magico ma, al contrario, rilancerà per avere un seggio sicuro tra Camera e Senato per lui e per qualcuno dei suoi, come se fare l’assessore e anche il governatore della Sicilia assicurasse un posto in paradiso per fine carriera.
La settimana prossima invece parte il tavolo di centrodestra, serve un nome che sia discontinuo a Musumeci ma che non spacchi il centrodestra.