Schiuma, aspetto torbido, cattivo odore, insetti. L’acqua che scorre ai piedi del depuratore di Marinella di Selinunte è inquinata. E i piedi del depuratore, purtroppo sono in mare. Le immagini lasciano poco spazio a spiegazioni alternative.
Accade la stessa cosa 100 metri più avanti, in corrispondenza della strada franata (con un grosso tubo aperto a metà) a causa del nubifragio del novembre scorso, che porta verso la riserva del Belice.
Certo, il problema è anche quello della staticità del depuratore e del relativo pericolo di crollo, soprattutto quando il prossimo inverno tornerà il maltempo. Quest’impianto, costruito in modo scellerato su un costone argilloso a picco sul mare, è già stato oggetto di interesse della politica quando, l’anno scorso, Italia Viva aveva chiesto all’assessore regionale al Territorio e Ambiente Toto Cordaro, di intervenire urgentemente, per evitare un possibile disastro ambientale. Peccato che non si vide nessuno.
Quest’anno, dopo il grido d’allarme del sindaco Alfano, è arrivato in visita alla struttura il deputato regionale 5 Stelle Gianpiero Trizzino, che lo scorso 24 maggio aveva annunciato che avrebbe incontrato i commissari regionali per le fognature e per il rischio idrogeologico, in modo da lavorare sul funzionamento in sicurezza del depuratore e sulla scelta “se ristrutturare l’attuale impianto oppure installare una pompa di sollevamento dei reflui al nuovo impianto a valle che si sta costruendo”.
Anche in questo caso, fino ad ora non si è visto nessuno. Nessun operaio e nessun mezzo meccanico, almeno per risolvere il problema dei due sversamenti fognari.
Ovvio che un intervento sulla staticità dell’impianto o sul ripristino della strada franata col riallaccio del grosso tubo, non si possano fare dall’oggi al domani. Ed altrettanto ovvio è che non potrà farlo il comune di Castelvetrano, in dissesto finanziario e con personale insufficiente. Pare anche che sulle risorse rimaste non si sia investito molto in passato sulla formazione. Questo vuol dire che, ammesso che si trovassero i soldi per gli interventi, il comune non avrebbe operai in grado di eseguirli. E dovrebbe allora “esternalizzare”, come si dice in gergo.
Intanto il mare di Selinunte riceve incessantemente acque inquinate da settimane. Acque che, nei prossimi giorni, sono destinate a diventare sempre più nere a causa dell’aumento della presenza di persone nella borgata.
Già l’anno scorso, prima del nubifragio di novembre, la società Ecotecnica, che gestiva l’impianto, aveva informato il comune di Castelvetrano di un pericoloso smottamento che ha fatto scivolare il costone rivierasco verso il mare, provocando la rottura di pozzetti e tubazioni.
Se queste tubazioni e questi pozzetti, come si evince dalle nostre immagini, non sono stati ancora riparati, i liquami continueranno a scorrere nell’arenile sotto il depuratore.
Così come continueranno a scorrere quelli sulla spiaggia in corrispondenza del grosso tubo ancora aperto, 100 metri più avanti, dove è franata la strada.
Il pericolo, oltre all’inquinamento, è quello di minimizzare, con l’errata convinzione che parlandone si rischia di compromettere il successo della stagione estiva.
Ma ogni estate che si rispetti, ha bisogno del mare pulito. E magari della voce di tutti per difenderlo.
L’alternativa è continuare a far finta di niente. Come quando in passato Goletta Verde di Legambiente veniva a fare i soliti prelievi annuali e la zona del depuratore era fortemente inquinata. La prima reazionedegli amministratori e della stampa locale era quella di affannarsi a sottolineare che invece nelle altre zone il mare era pulito.
Egidio Morici