Ha suscitato tensione al momento e soprattutto stupore quel che accaduto ieri in Prefettura a Trapani, durante i lavori della Commissione Parlamentare Antimafia presieduta da Nicola Morra. Mentre i commissari stavano ascoltando gli appartenenti alle logge massoniche del trapanese e il tema in quel momento trattato riguardava le connessioni che portano al latitante Matteo Messina Denaro, qualcuno si trovava dietro la porta della sala intento a “spiare” e ad ascoltare ciò che si diceva. La persona sorpresa ad origliare dallo stesso presidente Morra, è stata identificata dalle forze dell’ordine e non era in nessuno modo autorizzata a stare dove si trovava.
IL RACCONTO DI MORRA - “Mi sono trovato due persone dietro la porta, ma una in particolare aveva il cellullare sul palmo della mano con il display acceso – le parole del senatore Morra rilasciate ai giornalisti dopo l’audizione -. Non so dire se stesse registrando, ma devo dire che si sentiva acusticamente quanto veniva detto all’interno della sala. Quel soggetto – aggiunge Morra - non aveva titolo di stare là perché non doveva essere audito”.
“Io ho segnalato quanto accaduto alla Questura di Trapani, presumo che venga inoltrato alla Procura. Sono a disposizione dell’autorità giudiziaria. Ho l’obbligo di garantire ciò che per legge deve essere garantito a tutti i soggetti auditi e pochi minuti prima mi è stata chiesta segretezza, ma io non riesco a capire come possa garantirla se poi apro la porta e mi trovo qualcuno che ascolta”.
Il MASSONE "SPIA". CHI E' L'UOMO CHE ASCOLTAVA LE AUDIZIONI? - Secondo quanto riferito a Tp24 si tratterebbe di Salvatore Monteleone, medico e massone di Castelvetrano, che appartiene alla loggia Ferrer. Tra l'altro, dentro, c'erano proprio i quattro rappresentanti della loggia Ferrer (Qui un articolo di Tp24 sulle logge massoniche e sulla stessa Ferrer).
Monteleone aveva chiesto nei giorni scorsi di essere ascoltato, di unirsi alla delegazione, nell'occasione delle audizioni della Commissione, ma non aveva avuto risposta. E quindi si è infilato lo stesso, nonostante non avesse nessun pass, per arrivare addirittura dietro la porta della stanza delle audizioni. Poi i "fratelli" sono entrati. Lui è rimasto fuori. Dopo che è stato identificato, ha negato di stare facendo registrazioni o telefonate.
La commissione ha fatto tappa a Castelvetrano a casa di Giuseppe Cimarosa: "Non confiscate la sua casa" - "Se adesso lo Stato dovesse, insipientemente, abbandonare Giuseppe Cimarosa, ma sono sicuro che non avverrà, lo Stato farebbe vincere, magari non in maniera intenzionale, Cosa Nostra". Queste le parole del Presidente della Commissione nazionale antimafia Nicola Morra incontrando che ieri ha incontrato a Castelvetrano Giuseppe Cimarosa. Il figlio di Lorenzo Cimarosa, il primo pentito della famiglia di Matteo Messina Denaro, a fine mese, insieme alla mamma e alla nonna, dovrebbe lasciare la casa dove abita, dopo la confisca definitiva in Cassazione. L'Agenzia per i beni confiscati gli ha infatti notificato il provvedimento di sgombero. "Ci siamo attivati e le istituzioni stanno rispondendo per il momento bene. Ma bisogna sempre insistere ed essere prudenti", ha concluso Morra.
Sarebbe stato proprio Giuseppe Cimarosa a convincere il padre Lorenzo, indicato come il cassiere del boss latitante Matteo Messina Denaro, a pentirsi. Dopo l'avvio della collaborazione con la giustizia di Cimarosa, i figli Giuseppe e Michele, la mamma Rosa Filardo e la nonna Rosa Santangelo (sorella della mamma di Matteo Messina Denaro) hanno scelto.
C'E' UN PROBLEMA GIUSTIZIA NEL TRAPANESE - Riguardo alla situazione dell’amministrazione della Giustizia nel Trapanese, Morra ha detto che il presidente del Tribunale di Trapani Genna, ha rappresentato una situazione numericamente imbarazzante, "per cui, se la magistratura giudicante non riesce a tenere dietro alla mole impressionante di lavoro che deve fare, le organizzazioni criminali ne traggono vantaggio. Il problema è assicurare la giustizia".
MATTEO MESSINA DENARO - “Matteo Messina Denaro è una entità, molto spesso evanescente ma reale, sono quasi trent’anni che sfugge alla cattura e bisognerebbe domandarsi se è stato fatto tutto il necessario per catturarlo, ma dopo trent’anni mi domando sempre se ci sia difetto di volontà o di intelligenza”, così il presidente della commissione antimafia Nicola Morra al termine delle audizioni.
PRIMA GIORNATA DI AUDIZIONI – Nel corso della prima giornata di audizioni, la commissione antimafia aveva ascoltato il prefetto Filippina Cocuzza, il questore Salvo La Rosa, il comandante provinciale dei carabinieri Fabio Bottino, il comandante provinciale della guardia di finanza Geremia Guercia, il capo della sezione Dia del capoluogo Giuseppe Emiddio, il procuratore (facente funzioni) di Marsala Roberto Piscitello.
COME E' CAMBIATA LA MAFIA NEL TRAPANESE - "Una mafia, quella trapanese, nata come rurale, ma sempre più abile ad infiltrarsi nell'economia" dice dopo il primo giorno di incontri il senatore Nicola Morra, presidente della commissione. "Ci sono diversi ambiti in cui la mafia sa fare affari" continua Morra.