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24/05/2022 06:00:00

Villette abusive. A Pizzolungo ruspe di nuovo in azione. A Marsala fioccano le multe

All’Ars, nell’interminabile dibattito sulla Finanziaria, era finita anche una leggina che camuffava l’ennesima sanatoria edilizia. Tutto ciò quando Legambiente stava correggendo l’ultima bozza del rapporto Ecomafie, da cui viene fuori che la Sicilia è la prima regione per abusivismo edilizio in Italia.

Un tema, quello dell’abusivismo edilizio, soprattutto sulla costa, che entra anche nel dibattito di una lunga campagna elettorale, quella dei comuni e quella per le regionali di autunno.


Come ad Erice. A Pizzolungo, infatti, le ruspe sono tornate in azione. Ma qui, come accade da tempo, ad abbattere gli edifici non in regola sono stati gli stessi proprietari. Perchè se a provvedere fosse stato il Comune, in maniera coattiva, i costi per i proprietari sarebbero aumentati, e parecchio.
Gli immobili insistono soprattutto in località “Nono Chilometro”, un’area molto suggestiva che nel corso degli anni è stata presa d’assalto dalle costruzioni, e parecchie, appunto, abusiva Alcune villette si stanno demolendo in questi giorni, ad opera, come dicevamo, dei proprietari per evitare che intervenisse il Comune che avrebbe addebitato i costi. Già dal 2019 il Comune di Erice, nel quale ricade il litorale di Pizzolungo, ha avviato un programma che prevede la demolizione di una sessantina di case abusive, da bilocali e vere e proprie villette. Tra gli immobili abusivi c’è anche un opificio. Fabbricati, però, che non sono stati salvati da nessuna possibilità di condono. L’obiettivo è quello di arrivare, anche grazie alle autodemolizione, all’abbattimento di una trentina di case abusive, la metà di quelle nel piano del Comune. Immobili realizzati entro i 150 metri dalla costa, e insanabili. Il programma di demolizioni è stato predisposto dal Comune nell’ambito di un programma in sinergia con la procura della Repubblica. Le demolizioni di Erice saranno certamente tema da campagna elettorale.

Molto lentamente vanno le demolizioni invece a Marsala. Qualche giorno fa abbiamo raccontato la storia di un immobile in fase di demolizione da parte del Comune. Ma secondo gli ormai ex proprietari ci sarebbero state delle disattenzioni nel corso degli anni e la casa poteva essere salvata.
Se a Pizzolungo i proprietari hanno capito che è meglio demolire, piuttosto che aspettare, a Marsala non ancora. Infatti ci sono pesanti multe per chi non solo costruisce contro la legge ma non provvede alla demolizione entro i termini stabiliti.


Si stanno notificando le multe a carico di chi ha realizzato opere abusive. Nelle scorse settimane una sanzione di 20 mila euro è stata notificata al proprietario di un immobile perchè ha realizzato opere abusive in assenza dei permessi a costruire e non le ha demolite entro il termine di 90 giorni. Si tratta di una casa costruita entro i 150 metri dalla battigia, in località Birgi Sottano, con una superficie di 46 mq. E l’ultima ingiunzione di demolizione risaliva al 2018, ma non è stata rispettata. Da qui la maxi multa. Se l’è cavata con “soli” 6 mila euro, invece, un altro proprietario di una casa abusiva realizzata abusivamente entro i 150 metri dalla costa. Siamo sempre a Birgi Sottano, l’immobile ha una superficie abitabile di 51 mq. Anche qui l’ordinanza di ingiunzione di demolizione è del 2018.


Tutto ciò, dicevamo, conferma la Sicilia al primo posto nella classifica delle costruzioni abusive . Sono 1.650 i reati connessi al cemento illegale che corrispondono al 14,5% del totale nazionale, 1.676 persone denunciate e 210 sequestri. Il 48,7% dei reati si concentra tra Campania, Sicilia, Puglia e Calabria. Siracusa è 8^ tra le città capoluogo, Catania è 17^ e Palermo 18^ nella classifica dei capoluoghi di provincia. Sono soltanto il 20,9% le ordinanze di demolizione eseguite dal 2004 al dicembre 2020 in Sicilia. Peggio solo Campania, Calabria e Puglia. La Sicilia al 6° posto con 489 reati accertati (il 5,9% del dato nazionale), con 716 persone denunciate, 41 arresti e 258 sequestri. La Sicilia è prima per numero di incendi negli impianti di trattamento, smaltimento e recupero (dal 2013 al 2021, 194 casi accertati, il 15% del totale nazionale).