Bancarotta fraudolenta, autoriciclaggio e sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte, sono questi i reati legati al fallimento dell'azienda legata al parco acquatico e che hanno portato al sequestro di beni per 450mila euro a tre imprenditori, amministratori della società ricreativo/balneare di Campobello e ad un commercialista di Castelvetrano. Il sequestro è arrivato al termine delle indagini della Dia e della polizia giudiziaria della Procura di Marsala.
Secondo gli inquirenti «le operazioni compiute a partire dal 2017 dai correi abbiano comportato il trasferimento di fatto dell’intero compendio aziendale» da una società a un’altra, che «a titolo assolutamente gratuito e senza alcun formale atto di trasferimento, ha acquisito l’intero avviamento della ditta individuale acquisendone la denominazione, i dipendenti, i locali, i beni strumentali, le utenze e lo stesso gestore», in presenza di un debito tributario di oltre 1,5 milioni di euro rimasto a carico della fallita.
Holding Occulta - Le indagini hanno messo in rilievo, inoltre, la presenza di una «holding occulta», costituita «al fine di perseguire utili risultati economici per il gruppo e le sue componenti, a scapito delle predette società, non limitandosi, al mero esercizio dei poteri inerenti alla qualità di socio».
I beni sequestrati - Sono stati, complessivamente, sottoposti a sequestro: denaro, quote societarie, beni mobili ed immobili (consistenti in 2 terreni e 3 autovetture).