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12/05/2022 20:00:00

Caso Cavallotti, la Corte d'Appello di Palermo rigetta la proposta di confisca delle società dei figli

La sezione misure di prevenzione della Corte di Appello di Palermo, presieduta dal dr. Montalbano, ha revocato la confisca nei confronti di Vito Salvatore Cavallotti, disposta dal Tribunale di Palermo. Si tratta del procedimento di confisca intentato nei confronti dei figli dei fratelli Cavallotti, in precedenza sottoposti alla misura di prevenzione, in quanto ritenuti appartenenti alla famiglia mafiosa di Belmonte Mezzagno. Nel parallelo processo per associazione mafiosa tutti erano stati assolti perchè il fatto non sussiste.

Da lì è iniziato il procedimento giudiziario per la revoca del provvedimento di confisca dell'intero patrimonio. Avverso quella confisca i Cavallotti, difesi da Baldassare Lauria e Katia Aucelluzzo hanno proposto ricorso alla Corte Europea dei Diritti dell'Uomo di Strasburgo per la condanna della Repubblica italiana, ricorso dichiarato ammissiibile e attualmente pendente.

Il Tribunale di Palermo aveva sottoposto a sequestro altre società operanti nel mercato della metanizzazione, fra le quali la EUROIMPIANTI PLUS, e altri cespiti di CAVALLOTTI VITO SALVATORE, proposto anche per la misura personale.
La Corte di Appello ha ora definitivamente chiuso la faccenda rigettando tanto la proposta di applicazione della misura personale quanto quella patrimoniale della confisca.

"Si tratta di un risultato di straordinaria importanza - il commento dell'avvocato Baldassare Lauria - Quella dei CAVALLOTTI è una vicenda complessa, iniziata con il sequestro da parte del Tribunale di Palermo dell'allora presidente Silvana Saguto. Il procedimento era stato intentato alla seconda generazione dei CAVALLOTTI, rei soltanto di aver esercitato il mestiere dei padri, una sorta di appropriazione del Know How. Una forzatura giuridica del sistema normativo. Il prossimo 15 giugno ci sarà invece la discussione per la revoca della confisca alla prima generazione. I Cavallotti furono assolti con formula piena dall'accusa di  associazione mafiosa, dimostrando che erano vittime del sistema mafioso. Il provvedimento di oggi ci dà speranza, ha messo a nudo le criticità di un sistema normativo a nostro avviso in contrasto con i principi costituzionali e convenzionali". 



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