In un clima surreale dovuto alla grande tensione tra Miccichè e Musumeci (ne parliamo qui), comincia oggi all'Ars l'esame dell'ultima Finanziaria della legislatura. Appuntamento alle 11. In 48 ore la legge di stabilità dovrebbe essere approvata, ma tanti colpi di scena sono già previsti, dato che Musumeci non ha più una maggioranza ed il centrodestra naviga a vista.
Ci sono pochi soldi da fare girare, ma tanto basta ai deputati per cercare qualche mancia in vista delle elezioni regionali. All'inizio c'erano risorse congelate per 700 milioni di euro, poi Arma ha comunicato di aver trovato 270 milioni di euro di crediti da Roma, ed altri 211 se ne potrebbero aggiungere a breve. Il grosso, però, sono 780 milioni di euro, che la Regione vorrebbe da Roma come quota di partecipazione alla spesa sanitaria dovuta al Covid.
Tra i pochi soldi, ci sono degli incentivi per le imprese che insediano nelle Zone Economiche Speciali, care all'assessore alle attività produttive Turano. Prevista anche una norma per avvicinare le famiglie ai luoghi della Cultura e incentivarne le presenze, abbattendo per chi ha figli il costo dei biglietti d’ingresso, con la possibilità per i musei e i parchi archeologici regionali di emettere una carta annuale di 40 euro da destinare ai nuclei familiari residenti in Sicilia con figli.
L'arrivo dei primi soldi da Roma ha permesso lo sblocco della spesa per i disabili, per i teatri e per gli enti locali, che erano stati fortemente penalizzati. Tagli anche per forestali, concorsio di bonifica, Esa, trasporti. Oltre 68 milioni vengono sottratti al trasporto pubblico locale.
“Dopo due anni di blocco dell’economia siciliana a causa della pandemia, ci saremmo aspettati una manovra che sostenesse il lavoro produttivo”. È quanto dichiarano le associazioni regionali dell’artigianato, Cna, Confartigianato, Casartigiani e Claai sulla nuova legge di stabilità e lanciano un appello al Governo e all’Assemblea Regionale. “Occorre evitare – dicono con forza – i soliti assalti alla diligenza con spese improduttive e sussidi vari, ma vanno pensati interventi urgenti a sostegno delle imprese per abbattere il caro energia e risorse per il credito agevolato gestito dall’Irca”. A tal proposito, le associazioni chiedono di implementare il fondo dell’Irca. “Servono almeno altri venti milioni – spiegano – per riuscire a chiudere tutte le pratiche che erano da liquidare con l’ex Crias”.