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06/05/2022 06:00:00

Insegnanti e presidi, la truffa della 104 in provincia di Trapani

 Chi erano i medici delle commissioni Inps di Trapani per il riconoscimento delle invalidità?

Erano diversi rispetto a quelli che poi firmavano i verbali. Lo racconta Luca Tofanicchio, sottufficiale dei carabinieri, tra i principali investigatori che hanno condotto l’attività d’indagine.

E’ il teste citato dal pm Sara Morri nell’udienza di martedì scorso, al processo Artemisia bis, un troncone legato all’inchiesta Artemisia su corruzione e massoneria segreta, che ha come principale imputato l’ex deputato regionale di Castelvetrano Giovanni Lo Sciuto.

Il luogotenente Tofanicchio ha cominciato un’articolata deposizione, che dovrebbe proseguire il 16 giugno, riguardo al medico legale delle commissioni, il dottor Alberto Adragna, nel periodo da gennaio a marzo 2018.

 

Che i medici presenti nelle stanze dell’Inps fossero diversi da quelli che firmavano i verbali, verrebbe confermato da alcune intercettazioni video di telecamere nascoste nei locali delle commissioni. Nelle foto estratte, ci sarebbero anche i pazienti, in modo da identificare la specifica visita medica. Stanze in cui tanti dichiaravano le invalidità più gravi, presentandosi con la sedia a rotelle. Ma una volta passata la visita e usciti dalla sede dell’inps, riprendevano “miracolosamente” a spostarsi con passo svelto.

E con “la 104” si potevano ottenere un sacco di cose.

Certificando le invalidità, gli insegnanti potevano evitare di andare a lavorare lontano da casa.

 

Per esempio c’era una donna che aveva ottenuto una cattedra di insegnamento a Modena, ma non  voleva trasferirsi così lontano. Si era allora messa subito in aspettativa. E qui è intervenuto il metodo Lo Sciuto. La madre dell’insegnante ha preso la residenza a casa della figlia, dal momento che l’accesso al beneficio si ha soltanto se assistito ed assistente sono conviventi. Poi occorreva superare la visita per il riconoscimento dell’invalidità. In questo caso però c’era il pericolo che i requisiti non fossero sufficienti e si rese necessario predisporre tramite medici compiacenti, “della documentazione medica attestante inesistenti patologie”, scrivono gli inquirenti.

Insomma, ci voleva qualche colpettino in più, occorreva “un certificato che si é aggravata, una cosa più pesantulidda (pesante, grave) eee...alla volontà di Dio e speriamo, tentiamo e vediamo cosa uscirà fuori” dicevano intercettati i complici di Lo Sciuto.

Ma anche quello poteva non essere sufficiente e allora l’ex deputato è intervenuto personalmente a perorare la causa. L’aspettativa stava per finire e il trasferimento a Modena con una figlia piccola che sarebbe rimasta col marito era un grosso problema. Ed è al marito che si è rivolto Lo Sciuto (sono cose tra uomini), dicendo: “Ora la sistemiamo... quante persone, minchia,  persone che ho fatto venire, persone che ho fatto entrare nella scuola …centinaia e poi quanti ne ho fatti venire qua, un'altra centinaia...”.

Infatti la cosa è andata a buon fine e Lo Sciuto, intercettato, ha commentato così con Isidoro Calcara (suo autista e factotum, anch’egli imputato nello stesso procedimento): “Se non venivo io qua, Doro, la bocciavano. Così quello vede l'interessamento e noi… e noi facciamo pure campagna elettorale, perché questa é campagna elettorale, perché Dò (Isidoro) una cosa di questa é come se gli risolvessi tutte cose”.

 

Ma si risolvevano altri tipi di trasferimenti.

Come il caso della preside castelvetranese, che da Marsala si è potuta trasferire nella sua città.

C’è una preside di scuola che devo accompagnare – dice l’ex deputato a Rosario Orlando, allora responsabile del Centro Medico Legale dell’Inps, anch’egli imputato  - una preside che deve fare... eventualmente poi... (…)..mi ha detto mi accompagni?”.

La donna, come scrivono gli investigatori, avrebbe voluto “ottenere, grazie al beneficio di legge, il trasferimento da Marsala a Castelvetrano”.

E dopo che Orlando fa una sintesi molto diretta, “Lei deve andare a fottere un’altra che deve venire qua e ci deve andare lei...!”, Lo Sciuto lo rassicura: “Lei è per essere trasferita da Marsala, vedi che è preside è! ma vedi che sta davvero male”.

Orlando però in passato si era già trovato a giudicare un’istanza simile da parte della stessa persona  e quindi mostrava il suo disappunto:

Io mani non ce ne metto perchè già mi sono preso un ‘lisciabusso’ da Roma per questa di lì... eh... per dire ‘ma che richiesta mi mandi? di riesame non lo vedi che è cosi?’”.

Lo Sciuto però insisteva, riferendo di aver ricevuto pressioni dal marito “che é un carissimo amico mio e... e... direttore di banca qua a Castelvetrano  … il marito era compagno di scuola mio, hai capito?” (sono sempre cose tra uomini). E dunque l’interessamento è ripartito, concludendosi con un ottimo risultato.

 

La titolarità di un certificato di pensione non è mai spuntata nella banca dati delle forze di polizia. Però è emerso che dall’1 settembre 2016 ha assunto la carica di dirigente a Castelvetrano, dopo aver ricoperto analogo incarico a Marsala, dal 2013 al 2016.

 

Era così che funzionava: io ti faccio avere l’invalidità o i benefici della 104 e tu mi sarai riconoscente col voto.

E per farlo aveva bisogno di medici compiacenti, che oggi sono inputati in 28 nel processo Artemisia bis.       

A parte Orlando e Adragna, questi sono i loro nomi:

Rosalba Caizza (64 anni, Marsala), Francesca Pellegrino (52 anni, Paceco), Antonietta Barresi (58 anni, Castelvetrano), Patrizia Todaro (53 anni, Carini), Agostino Tomasello (48 anni, Santa Flavia),  l’ex consigliere comunale e provinciale della Dc, Mario Sugamiele (76 anni, pneumologo di Paceco, ex consigliere DC), Gaetano Salerno (43 anni, Castelvetrano), Antonio Di Giorgio (47 anni, Palermo), Sebastiano Genna (69 anni, Erice), Adelina Barba (50 anni, Agrigento), Tommaso Savì (36 anni, Palermo), Pietro Genna (36 anni, Erice), Joseph Dispensa (48 anni, Palermo), Giuseppe Badalamenti (57 anni, Palermo), Pasquale Petruzzo (46 anni, Palermo), Giuseppe Francesco Simone (63 anni, Alcamo), Simona Gioè (36 anni, Palermo), Giovanni Di Peri (47 anni, Palermo),  Pietro Alfano (41 anni, Cinisi), Viviana Cutaia (42 anni, Palermo), Ivana Di Liberto (34 anni, Alcamo), Alessio Cammisa (45 anni, Palermo), Viviana Catania (40 anni, Palermo), Elisa Vegna (42 anni, Marsala), Maria Boatta (47 anni, Palermo).

 

Tra gli imputati troviamo anche la dottoressa Gaetana D’Agostino, 42 anni, presidente dell’ordine regionale degli psicologi.

 

Egidio Morici



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