Oggi il 50° anniversario di Montagna Longa. La strage senza risposte
5 Maggio 1972 – Maggio 2022, oggi è il 50° anniversario della strage di Montagna Longa. Quella sera il Dc 8 classe 43 Antonio Pigafetta, impegnato sul volo AZ 112 Roma - Palermo, aveva a bordo 108 passeggeri più 7 uomini di equipaggio. Morirono tutti, lasciando 98 orfani e 50 vedove.
A 50 anni di distanza non c'è una verità ufficiale su ciò che ha determinato il terribile schianto su un costone della montagna di Punta Raisi. Verità che i parenti delle vittime continuano ancora oggi a chiedere parenti delle vittime vogliono sapere il perché di quella tragica fine, troppo simile a quella delle stragi di Ustica, di Bologna e di tante altre avvenute in Italia in quel periodo e rimaste tra i misteri del nostro Paese.
Colpito da proiettili durante esercitazione? - Tre fori d’entrata, come quelli prodotti da proiettili di grosso calibro. Le foto scattate il giorno dopo il disastro aereo assieme a 300 altri scatti compongono il fascicolo fotografico redatto dal nucleo Investigativo dei carabinieri di Palermo. Una foto fra tante, che non è passata inosservata: a scoprirla è stata la nipote di una delle vittime del disastro, Erminia Borzì, che nel 2010 riesaminò tutti gli atti dell’inchiesta assieme allo storico Giuseppe Casarrubea e all’avvocato Ernesto Pino. Di motivi per indagare a fondo sul disastro di Montagna Longa ce n'erano tanti. Giuseppe Casarrubea, scomparso nel 2015, profondo conoscitore delle vicende siciliane e nazionali ricordava che il 5 maggio 1972 nei cieli italiani era in corso un’esercitazione “Dawn Patrol” (ricognizione all’alba).
Il sabotaggio - Un sabotaggio avrebbe causato la sciagura. E' questa la tesi contenuta in un libro edito da Cambridge Scholars Publishing ("Unconventional Aeronautical Investigatory Methods.
The Case of Alitalia Flight AZ 112", scritto dal docente di Aerodinamica e dinamica dei fluidi dell'università di Palermo, Rosario Ardito Marretta, che ribalta le conclusioni cui giunsero i giudici nel processo che si concluse nell'84, nel quale la responsabilità dell'accaduto fu attribuita ai piloti del volo Alitalia proveniente da Roma e schiantatosi a oltre 900 metri di quota contro Montagna Longa. Marretta arriva a queste conclusioni dopo un lungo lavoro, commissionategli dall'Associazione parenti delle vittime di Montagna Longa, attraverso prove di laboratorio e l'utilizzo di modelli matematici che mezzo secolo fa non potevano trovare applicazione per la complessità dei calcoli, oggi resi possibili da computer veloci. "Non parlerei di ipotesi - afferma - perché la probabilità di ciò che sostengo è talmente alta da superare quella che l'esame del Dna fornisce sull'identità di una persona".
Tre giornalisti a bordo - A bordo dell’aereo caduto a Montagna Longa c’erano tre giornalisti. Angela Fais, giovane cronista de “L’Ora” di Palermo si occupava assieme al collega Giovanni Spampinato, di malavita e neofascismo in Sicilia. Spampinato venne ucciso ad ottobre dello stesso anno da Roberto Campria, esponente della destra eversiva siciliana. ma Maria Eleonora è morta lo scorso anno a febbraio, dopo essersi battuta una vita per una verità su quella strage che non ha mai trovato. Oltre ad Angela Fais a bordo dell'aereo che si schiantò a Montagna Longa c'erano anche i giornalisti Alberto Scandone e Francesco Crispi.
Il giudice Alcamo - Tra le vittime di Montagna Longa anche il giudice Ignazio Alcamo, consigliere di Corte d’Appello, Presidente della sezione speciale misure preventive. Proprio in qualità di presidente di quella sezione, il giudice Alcamo aveva fatto partire qualche giorno prima la richiesta di soggiorno obbligato per il costruttore edile Francesco Vassallo e Antonietta Bagarella, sorella di Leoluca e moglie di Totò Riina.
Le ipotesi - Le indagini della magistratura avvalorarono la tesi dell’incidente. Da subito si è puntato sull'errore dei piloti, poi si arrivò a determinare un’altra ipotesi che non riguardava più l’eventuale errore umano o problema tecnico al velivolo, ma addirittura puntava dritto alla responsabilità del pilota. Secondo le indagini era ubriaco, cosa che l’autopsia e l’esame tossicologico sui corpi di entrambi gli ufficiali di bordo escludeva categoricamente.
Stefano Alberto Volo - Attorno a questa tragedia ci sono stati tutti i presupposti per renderla uno dei tanti misteri della storia del nostro Paese. Tante le stranezze e le coincidenze che alimentano questi dubbi. Perché nella lista dei passeggeri e quindi tra le vittime c’era Stefano Alberto Volo, ma solo sulla carta, perché a suo dire all’ultimo momento decise di non partire per Palermo e restare a Roma, in seguito riferì di essere stato consigliato di non prendere quell’aereo. Stefano Alberto Volo è un’esponente di estrema destra coinvolto anche nella strage di Bologna, anni fa ad Eleonora Fais disse che Stefano Delle Chiaie esponente di Avanguardia Nazionale e vicino ai servizi segreti sapeva tutto di Montagna Longa.
I tanti perchè senza risposta - Perchè Franco Indovina, regista, assistente di Francesco Rosi, che cercava elementi per ricostruire vita e morte di Enrico Mattei, presidente dell’Eni, è stato trovato disintegrato? Di lui sono state trovate solo la protesi dentaria ed un documento di identità, mentre altri corpi sono stati trovati quasi integri. Perchè l’autopsia è stata fatta solo sui corpi dei due piloti? Perchè una borsa risultava dilaniata dall’interno, da cosa? Perchè il nastro della scatola nera è risultato strappato? Chi era la vittima il cui corpo non è mai stato identificato? Perchè quasi tutti i corpi furono trovati senza scarpe?
Rapporto Peri e gli intrecci tra mafia e neofascismo - Maria Eleonora Fais, sorella di Angela Fais nel 1992 chiese all’allora Procuratore della Repubblica di Marsala Paolo Borsellino di cercare il rapporto fatto dal commissario Giuseppe Peri, capo della squadra mobile di Trapani. L'ipotesi dell'attentato infatti è confermata dal poliziotto con questo documento firmato in data 22 agosto 1977 con il quale denuncia 32 persone, capeggiate dal fascista Pierluigi Concutelli, che in combutta con la mafia avevano organizzato 4 sequestri di persona verificatisi fra gennaio e settembre 1975. Il 15 novembre del 1976 Peri segnalò alle Procure di Trapani e Marsala che i sequestri di Luigi Corleo, Nicola Campisi, Luigi Mariani ed Eugenio Egidio Perfetti, erano stati realizzati "per fini eversivi di autofinanziamento della criminalità politica di area neofascista con la collaborazione della delinquenza comune". Per questi rapimenti e per altre azioni criminose, Peri indicava quali responsabili materiali i fascisti romani legati a Concutelli ed i mafiosi di Salemi che facevano parte della famiglia di Salvatore Zizzo.
Le ipotesi di Peri - Il commisario Peri inseriva il disastro aereo nella strategia della tensione in atto in quegli anni in Italia e che avrebbe in seguito portato anche ai tentativi di colpo di stato. Il capitolo più inquietante è dedicato alla sciagura di Montagna Longa. Un sabotaggio, ipotizza Peri, una strage voluta da quelle stesse forze terroristico-eversive che, in quegli stessi anni, stringevano il loro patto d'alleanza con la mafia trapanese. L'ipotesi della strage di marca fascista è sostenuta da alcune "oggettive circostanze":
il disastro si verificò alla vigilia delle elezioni politiche più travagliate dell'Italia repubblicana (non a caso, proprio in quella circostanza in Sicilia il Msi registrò un grande balzo in avanti...); i cadaveri di molti dei 115 passeggeri del DC8 erano praticamente disintegrati, come se quelle persone avessero trovato la morte in una tremenda esplosione piuttosto che in un violento urto; molti cittadini di Carini affermarono di aver visto un aereo in fiamme precipitare verso Montagna Longa.
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