E' emorragia di studenti nelle scuole siciliane. Al suono della campanella del nuovo anno scolastico ci saranno 11 mila alunni in meno rispetto all'anno scorso.
Il dato, ancora provvisorio, ma abbastanza stabile, è stato comunicato ai sindacati dal direttore dell'Ufficio scolastico regionale, Stefano Suraniti nella consueta informativa sugli organici del personale docente del prossimo anno scolastico.
Non si ferma quindi lo spopolamento che colpisce le scuole siciliane ormai da diversi anni. A settembre entreranno in classe 678 mila alunni, appunto 11 mila in meno.
Dieci anni fa, nel 2012/2013, le scuole ospitavano più di 780 mila tra bambini e ragazzi.
Tra calo demografico ed emigrazione in cerca di un lavoro e un futuro migliore, in appena un decennio 100 mila alunni in meno nelle scuole dell'Isola.
La stima è che anche nel prossimo decennio ci sarà un calo di 112 mila alunni nelle scuole siciliane.
Questo si traduce anche in un conseguente calo dei posti. L'anno prossimo, a causa della pandemia e per la volontà di alleggerire il numero di alunni per classe, gli organici dei docenti non verranno tagliati di molto.
La Sicilia perderà 212 cattedre alla scuola elementare. Lo ha certificato il governo un paio di giorni fa attraverso il Def, il documento di economia e finanza, che nei prossimi 5 anni prevede un taglio degli investimenti sulla scuola pari a mezzo punto di Pil proprio determinato dal calo demografico e dal minore fabbisogno di docenti. Questo per la Sicilia si tradurrà in maggiori difficoltà di rientro a casa da parte di coloro che sono entrati e entreranno di ruolo oltre lo Stretto e in minori chance per gli aspiranti docenti che vorranno rimanere in Sicilia. I primi sono almeno 10 mila e sperano di potersi avvicinare il prima possibile alle famiglie.