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09/04/2022 09:31:00

Omicidio di Nicoletta Indelicato, definitiva la condanna di Bonetta 

La Cassazione ha posto il suo sigillo sulla condanna a trenta anni di carcere inflitta a Carmelo Bonetta, di 38 anni, per l’omicidio di Nicoletta Indelicato, 25 anni, di origine romena, uccisa con dodici coltellate e poi parzialmente bruciata la notte tra il 16 e il 17 marzo 2019 nelle campagne di contrada Sant’Onofrio, nell’entroterra di Marsala.

Il 15 maggio 2020, in primo grado, Bonetta, reo confesso, venne condannato, con rito abbreviato, a 30 anni di carcere dal gup di Marsala Francesco Parrinello. Condanna poi confermata in appello il 9 marzo 2021.

Davanti ai giudici della Corte d’appello di Palermo (presidente Mario Fontana), Bonetta disse di essere pentito e affranto per l’omicidio di Nicoletta, tanto da non riuscire a dormire la notte. E nel corso delle sue dichiarazioni spontanee fece le sue scuse alla famiglia Indelicato e ai marsalesi per il brutale assassinio.

Per concorso nell’omicidio, l’1 febbraio dello scorso anno, la Corte d’assise di Trapani ha condannato all’ergastolo Margareta Buffa, 32 anni, anche lei di origine romena, come la vittima. Entrambe, da bambine, erano state adottate da famiglie di Marsala.

 

I tre protagonisti della vicenda erano amici, o comunque si frequentavano, e sul movente dell’omicidio non si è riusciti a fare piena luce. Subito dopo l’avvio delle indagini, messo sotto torchio dai carabinieri, Bonetta confessò, raccontando agli investigatori di essersi nascosto nel bagagliaio dell’auto con cui Margareta ha portato Nicoletta in contrada Sant’Onofrio. E che poi è saltato fuori, coltello in pugno, quando l’amica si è fermata. Ma lui, ha detto successivamente, ha dato “solo tre coltellate” alla vittima. Un racconto che alla Buffa è costato, in primo grado, il carcere a vita. Adesso, per lei, è in corso l’appello. I due, subito dopo l’omicidio, per sviare le indagini, si sono cambiati d’abito e sono andati a ballare in un locale di Castelvetrano. E mentre viaggiavano, Bonetta gettò l’arma del delitto nel torrente Mazaro. Dove, poi, lo ha fatto ritrovare ai carabinieri.

 



Native | 2024-07-16 09:00:00
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