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28/03/2022 06:00:00

Storia di una casa abusiva a Marsala, che doveva essere demolita 43 anni fa

Costruita 43 anni fa, a due passi dalla spiaggia, in zona signorino. Dichiarata subito abusiva, perchè realizzata entro i 150 metri dal mare. Un ordine di demolizione emesso nel 1979, una richiesta di sanatoria presentata nell’86 e negata nel 2014, quasi 30 anni dopo.

E’ la storia di una casa abusiva sulla costa di Marsala, che sintetizza alla perfezione come in tutti questi anni è stato gestito e si è sviluppato il fenomeno dell’abusivismo edilizio nella costa marsalese.

Dall’ex fortino (ormai sommerso) a Sibiliana, la costa sud di Marsala negli anni 80 è stata invasa da case e villette. Piccoli bilocali, o vere e proprie villette, che hanno preso il posto delle dune di sabbia che caratterizzavano la costa. Mattone dopo mattone, sempre più vicino al mare. In barba alla legge regionale 78 del 1976 che imponeva l’inedificabilità assoluta nella fascia dei 150 metri dalla battigia.


Ma a Marsala si è costruito lo stesso e tra la fine degli anni 70 e i tutti gli anni ottanta chi aveva un pezzetto di terreno in contrada Berbaro Rina, nella zona del Signorino, primo storico lido della zona sud di Marsala, faceva anche carte false per avere un posto al sole e al mare.
Carte false, per dichiarare che le case erano state realizzate prima del 1976. Ma quell’anno gli aerei della regione passavano su Marsala scattando fotografie sul territorio, e hanno catturato ciò che esisteva per poter determinare che ciò che sarebbe apparso dopo sarebbe stato contro legge.


Nel 2010 sono cominciate le demolizioni delle prime case abusive costruite sulla costa. Un momento storico e molto teso per la città. Si calcolavano oltre 500 case da abbattere, da Birgi a Sibiliana. Oggi sono un centinaio gli immobili acquisiti al patrimonio comunale, ma molti ex proprietari stanno demolendo per conto proprio per non incorrere in ulteriori sanzioni.

 

 


In tutti questi anni, però, c’è chi dagli uffici diceva ai proprietari “costruite, tanto verrà tutto sanato”. “Costruite, non succede nulla”.
E la storia della casa abusiva che raccontiamo oggi sintetizza molto le inefficienze, e il modus operandi di tutti questi anni sul fronte dell’abusivismo edilizio. Di una casa che a 43 anni dall’ordine di demolizione non è stata ancora abbattuta.

96 metri quadrati, due vani, una cucina, un wc, un ripostiglio e una veranda coperta, in via Lido Signorino, in contrada Berbaro Rina. Una casa che ricade nella fascia dei 150 metri dalla battigia, zona a vincolo di inedificabilità assoluta, e entro i 300 metri, zona a vincolo paesaggistico. Nel marzo del 1979, pochi mesi dopo l’entrata in vigore della legge, con la casa in costruzione, i vigili urbani di Marsala fanno un controllo. Scoprono che la casa non può essere costruita. Viene ordinato di sospendere i lavori. Cosa che viene fatta. Due mesi dopo, con una velocità che ai giorni nostri sembra incredibile, ordinato di demolire tutto.
Ma i proprietari non demoliscono nulla. Nel 1986 viene presentata la richiesta di condono edilizio dalla proprietaria. Qui bisogna aprire una  parentesi. Perchè nell’85 c’è stata la grande sanatoria grazie alla quale molti hanno potuto mettere a posto le cose (anche con carte false). Molti proprietari di immobili abusivi venivano rassicurati da tecnici e politici che facevano capire che la richiesta di condono era già come avere un condono, con i tempi della burocrazia così lunghi.
Infatti questa richiesta di condono resta nei cassetti per quasi 30 anni, n
el corso dei quali i proprietari hanno potuto utilizzare la casa abusiva. La risposta alla richiesta del condono arriva nel 2014. Negata, come dice la legge, la richiesta di sanatoria perchè, appunto, il fabbricato ricade nei 150 metri dalla costa. Si apre il procedimento amministrativo, quindi, per concretizzare la demolizione delle opere abusive. Nel 2017 viene intimata la demolizione dal Comune di Marsala. Due anni dopo la Polizia Municipale accerta che non è stato demolito nulla. Adesso il Comune ha notificato ai proprietari che si procederà con l’acquisizione al patrimonio comunale e la demolizione forzosa delle opere abusive da parte del Comune con addebito delle spese a carico dei proprietari.
Una vicenda lunga 43 anni e arrivata ai giorni nostri.
Quando il fronte dell’abusivismo edilizio conosce nuovi stratagemmi, come quello delle case prefabbricate, sulla carta mobili, ma di fatto definitive, piantate con tanto di cemento e opere di urbanizzazione a due passi dalla spiaggia. Nelle scorse settimane sono state scoperte alcune villette del genere sempre nella zona sud di Marsala. Tutte sequestrate. Chissà se le troveremo ancora lì tra 40 anni…

 



Native | 2024-07-16 09:00:00
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