Domenico Venuti, sindaco di Salemi, con la guerra in Ucraina il suo Comune è molto attivo con gli aiuti e con la disponibilità all’accoglienza.
Noi siamo in attesa di capire come i comuni possono entrare in questo meccanismo di accoglienza e soprattutto come si può incentivare una accoglienza diffusa, perché al momento gli arrivi sono legati al ricongiungimento familiare o a rapporti privati o tramite associazioni che hanno avuto questa possibilità. Il meccanismo non funziona dal punto di vista dell’organizzazione generale. Noi sindaci stiamo spingendo per l’accoglienza diffusa nelle famiglie. Una cosa è l’accoglienza presso strutture, per carità professionali, ma una cosa è l’accoglienza nelle famiglie che possono dare quel calore di cui questi bambini e mamme, o bambini da soli, potrebbero avere. Noi abbi un contatto con un’associazione e abbiamo dato la disponibilità di 60 adesioni. E’ possibile compilando una scheda sul sito del Comune partecipare all’accoglienza. Ad oggi non abbiamo avuto risposte, le aspettiamo dal ministero e dai tribunali che, come per l’affido dei minori, sono direttamente interessati.
Domenico Venuti, sorprende vedere schierati a favore dell’Ucraina partiti che hanno avuto un flirt con Putin.
Sì, l
a politica in questi casi continua a dare uno spettacolo non all’altezza di quello che dovrebbe essere un Paese come l’Italia e soprattutto non all’altezza di un Paese che non può, da solo, in autonomia, portare avanti ragionamenti di convenienza a scapito delle vite umane, a scapito del diritto internazionale, come alcuni vorrebbero, ma è un Paese che inquadrato in un contesto europeo deve dare una risposta rispetto ad un argine che va posto tra la democrazia e altre forme dittatoriali. Non capisco come alcuni tentano di stare su posizioni che, credo verranno spazzati via dalla storia, mi auguro quanto prima.
Sindaco Venuti, lei oltre ad essere sindaco, è segretario provinciale del Partito Democratico. Si avvicinano le elezioni amministrative e regionali, c’è la possibilità di una sua candidatura alle regionali?
Noi stiamo ragionando per il momento sul progetto che è alla base di tutto e anche delle candidature. C’è già una disponibilità di Dario Safina e ci sono tanti nomi su cui si sta ragionando nei territori. Per quanto mi riguarda io sto lavorando affinché la lista sia robusta e in equilibrio. Non credo sia importante il ballottaggio tra me e Gucciardi per tenere in piedi i il segretario provinciale dovrà dare. Di questo ne discuteremo negli organismi senza nessun attrito e senza nessun particolare ostacolo preventivo. Si discuta dei progetti prima di tutto. Noi rispetto a quello che sta accadendo nel centrodestra, dovremmo approfittare di questo vuoto, di questi problemi, non per amplificare i nostri, ma per cercare di fare sintesi e soprattutto elaborare un progetto politico credibile, senza il quale è difficile parlare di candidature. Ed io in questo momento vedo un po’ di disorientamento del centrosinistra.
Venuti, se nella lista del PD c’è Gucciardi, Dario Safina, Ina Agate, Linda Licari e qualche altro, è chiaro che è una lista che porta acqua ad un solo mulino che è quello di Gucciardi, perché nessuno degli altri è competitivo quanto lui. Sarebbe una lista fatta ad uso e consumo, e questo sembra un progetto politico personalistico.
Per evitare che prevalgono i progetti politici personalistici, bisogna spostare il campo sul progetto politico complessivo del PD e in tal senso i livelli regionali ci devono dire su che impostazioni intendono andare avanti nei territori. La lista si discute in direzione, ma deve essere coordinata a livello regionale. Io penso che il metodo sia più importante dei nomi.
Domenico Venuti, qual è la sua visione della sanità provinciale?
La mia visione dipende da quelle che sono le ultime scelte fatte. Si ha una visione a prescindere. I sindaci fanno parte di quello che è il sistema sanitario a prescindere di quelle che sono le amicizie da cui si può attingere. Credo che la sanità sia in profonda crisi a livello regionale e quindi anche in provincia di Trapani. Si segue una linea legata più a dei risvolti localistici e personalistici e non al servizio che si deve rendere. Io ad esempio ho scritto una lettera al commissario dell’Asp per riaprire gli ambulatori a Salemi, sto che siamo alla fine della emergenza pandemica. Se in questa fase non si sta programmando questo, è un po’ il segnale di come la sanità non funziona in questo momento. Ci si è occupati più di spalmare i morti che non di dare e offrire i necessari strumenti. C’è un piano sanitario attivo dal 2017 che prevedeval la possibilità di coprire posti in pianta organica che non sono stati coperti, e adesso si procede a creare precariato su precariato. La Sicilia non può essere la terra del precariato, dobbiamo trovare una stabilità e c’erano tutti gli strumenti per farlo e non è stato fatto. Questo si dovrebbe chiedere a Razza e a Musumeci e a tutti coloro i quali sono interessati da questo processo di governo che, sulla sanità in provincia di Trapani e in Sicilia non ha portato nulla di buono.