Un carabiniere e un poliziotto sono stati ascoltati, in Tribunale, a Marsala, nell’ultima udienza del processo che vede imputata il giudice Maria Angioni, chiamata a difendersi dall’accusa false informazioni al pm nell’ambito delle ultime indagini sul sequestro di Denise Pipitone.
“Ricordo – ha riferito il maresciallo Francesco Di Girolamo - che c'erano delle preoccupazioni relative alla presenza di qualche personaggio dentro al commissariato di Mazara del Vallo che aveva contatti indiretti con Anna Corona. Era il responsabile del commissariato, il nome non lo ricordo, ma sarà facile individuarlo, ce n'era soltanto uno”. Affermazione che rilancia i sospetti dei primi mesi di indagine sui rapporti con Anna Corona, madre di Jessica Pulizzi, processata e poi assolta per concorso con ignoti nel sequestro della piccola. In quel periodo il carabiniere era in servizio presso l’aliquota operativa della compagnia Mazara del Vallo, che partecipava alle indagini.
“Con la Angioni (tra i primi pm ad essersi occupati del caso Denise ndr) ho parlato una miriade di volte, abbiamo spaziato a 360 gradi”, ma “mai ho riferito di essere stato inseguito dal personale del commissariato di Mazara del Vallo. Semmai in quel periodo c'erano tante forze di polizia, per cui la sera o la notte capitava di incontrare altre forze di polizia. Era facile di andare in un posto in cui volevamo fare delle attività, ma trovavamo altre forze dell’ordine”. Nel corso dell’udienza è stato ascoltato anche l’ex poliziotto Vito Lentini, all’epoca in servizio nella Sezione anticrimine, del commissariato di Mazara. Prossima udienza il 28 aprile, quando dovrebbero essere ascoltati un altro carabiniere e il magistrato Luigi Boccia, uno dei primi pm, insieme alla Angioni, ad aver coordinato le indagini sul sequestro della bambina.