"L’Italia di oggi è distrutta esattamente come l’Italia del 1945. Anzi, certamente la distruzione è ancora più grave, perché non ci troviamo tra macerie, sia pur strazianti, di case e monumenti, ma tra macerie di valori".
(Pasolini, 1975).
Parzialmente aveva ragione quando, rammentando un altro notevole intellettuale, U.Eco asseriva: "i social media danno diritto di parola ad una marea d'imbecilli che prima parlavano solo al bar dopo un bicchiere di vino, senza danneggiare la collettività. Venivano subito messi a tacere, mentre ora hanno lo stesso diritto di un premio Nobel. È l'invasione degli imbecilli".
Ma il social network per eccellenza regala anche spunti di riflessione nel momento in cui si cita il bolognese. È fuori discussione la raffinatezza e la fragilità di Pasolini e il suo pensiero ricordato è molto attuale. Causa la grande recessione e poi la pandemia la nostra nazione vive una regressione,perché si è ridotto il nostro benessere, valoriale in relazione alla solidarietà, non solo nell'immediatezza dell'emergenza, uguaglianza, libertà. Il filosofo U.Galimberti la crisi la descrive in questi termini:"coccolati dalla qualità della nostra vita dal consumismo non sappiamo più soffrire" e sul Coronavirus "ci lamentiamo della mascherina e del distanziamento sociale e sono un'inezia rispetto a quelle-pene- degli Ucraini,sul quale orizzonte ci misuriamo,quello del benessere precedente?Allora siamo destinati alla sconfitta". Il terzo millennio è stato suo malgrado protagonista di eventi nefasti, l'11settembre,la grande recessione, la pandemia, l'invasione dell'Ucraina. Quando termineranno gli ultimi accadimenti, necessiterà ricostruire dalle rovine evocate da Pier Paolo.
Vittorio Alfieri