Oggi Le Iene, il programma di Italia Uno, torna ad occuparsi del caso dell'imprenditore trapanese Andrea Bulgarella.
La prima parte dell'inchiesta è andata in onda due settimane fa (ne parliamo qui).
Questa sera continua duqnue il lavoro di Gaetano Pecoraro su Andrea Bulgarella, l’imprenditore trapanese caduto in "disgrazia" perché accusato di aver riciclato i soldi della cosca mafiosa siciliana. A livello giudiziario la vicenda è terminata con l’archiviazione delle indagini a suo carico, ma economicamente l’uomo continua a essere considerato come ‘persona non gradita’.
Il caso Bulgarella, del quale si sono occupati diversi giornali (e sulla vicenda il diretto interessato ha scritto due libri con il peraltro direttore di Tp24, Giacomo Di Girolamo), oggi è anche nelle pagine del Dubbio.
«Ho ricevuto la scorsa settimana una convocazione da parte della commissione parlamentare d’inchiesta sul sistema bancario ( presieduta dalla senatrice pentastellata Carla Ruocco, ndr). Sono molto contento e spero si riesca a fare qualcosa per uscire da questa terribile situazione, in cui sono ormai precipitato da tempo». racconta Bulgarella.
Nell’ottobre 2015, Bulgarella venne coinvolto in una maxi inchiesta antimafia condotta dalla Procura di Firenze.
I carabinieri del Ros del capoluogo toscano, coordinati dal procuratore Giuseppe Creazzo e dai pm Alessandro Crimi e Angela Pietroiusti, ipotizzarono che Bulgarella fosse uno dei principali imprenditori di riferimento di Cosa nostra. A lui e ad altre dieci persone vennero contestati, oltre all’associazione per delinquere, una sfilza di reati: dal riciclaggio all’appropriazione indebita. Il procedimento, che vide coinvolto anche Fabrizio Palenzona, allora vicepresidente di Unicredit, finirà in un nulla di fatto. Ad aprile 2018 sarà infatti la stessa Procura di Firenze a chiedere l’archiviazione per tutti gli indagati.
Stesso destino l’anno successivo per una costola del fascicolo che era stato trasmesso per competenza a Milano. Ma nonostante l’archiviazione da tutte le accuse già nella fase delle indagini preliminari, sulla testa di Bulgarella, per le banche italiane, da quel giorno è rimasto lo stigma di essere comunque legato alla mafia. Una situazione degna di Kafka e a cui non sembra esserci rimedio, come ricordato di recente anche dal difensore di Bulgarella, il professor Giovanni Guzzetta. «Nonostante Bulgarella sia stato scagionato da tutte le accuse – ha detto il costituzionalista e avvocato – per la banche continua ad essere considerato un soggetto estremamente pericoloso: ad oggi nessun istituto di credito sul territorio nazionale è più disponibile ad aprirgli un conto corrente».