Non si prevedono tempi brevi per risolvere l’emergenza nitrati nell’acqua a Marsala. Resta il divieto, ma non per tutta la città. E la miscelazione non è andata benissimo.
Da ormai un mese in città è vietato utilizzare l’acqua del rubinetto per usi alimentari: non si può bere e non si può usare per cucinare o lavare alimenti.
I cittadini sono esasperati, molti hanno fatto analizzare l’acqua che esce dai rubinetti di casa per capire quanto è alta la concentrazione di nitrati e, in base all’esito, hanno deciso di utilizzarla per cucinare. Stessa cosa hanno fatto anche le attività di ristorazione, panifici, bar: non possono non utilizzare l’acqua corrente.
In tutto ciò, dal Comune le informazioni e i dati sui nitrati nei diversi pozzi sono arrivati, è il caso di dirlo, con il contagocce. Stando alle ultime analisi fatte dall’Asp e comunicate dal Comune ormai più di dieci giorni fa il problema della presenza dei nitrati riguarda solo alcuni pozzi.
I pozzi dove l'acqua è buona sono quelli di Sinubio, Sant'Anna e il Semeraro.
Tre pozzi invece presentano valori di nitrati oltre la soglia: Stadio, Pastorella, e Contrada Scacciaiazzo.
Il Comune aveva deciso di fare una sorta di miscelazione tra acqua buona e acqua cattiva tentando di livellare la concentrazione dei nitrati e rimandare ogni decisione a due settimane. Ebbene, il tempo è praticamente scaduto e pare che la miscelazione non sia andata molto bene, come conferma l’assessore Giuseppe D’Alessandro.
“Abbiamo provato a miscelare. Il problema è che c’è poca acqua a Marsala. Se facciamo la miscelazione c’è bisogno di tanta acqua con nitrati bassi, ma le nostre falde sono insufficienti. Abbiamo fatto diverse prove, e l’Asp continua a fare le analisi ogni due giorni. I valori variano nel giro di pochi giorni, la speranza è che vengano fuori valori accettabili per revocare il divieto”, spiega D’Alessandro.
Il divieto, infatti, resta. Ma non per tutta la città. Oggi, l’amministrazione comunale dovrebbe, infatti, comunicare che per la zona di Birgi, servita dalla condotta gestita da Siciliacque, dovrebbe essere revocato il divieto di utilizzare l’acqua per uso alimentare. Infatti sono due acque diverse, provenienti da fonti diverse.
Sempre oggi dal Comune dovrebbero fornire dati certi sulla concentrazione di nitrati nell’acqua di Marsala. “Ma è una questione gestita dall’Asp, che fa le analisi”, dice D’Alessandro.
Ma perchè non si chiudono i pozzi da cui proviene l’acqua con più nitrati? E’ una questione sollevata nei giorni scorsi anche dall’ex sindaco Alberto Di Girolamo.
“Perché il sindaco non comunica i valori dei nitrati in modo scientifico e comprensibile? È un suo dovere farlo, è un diritto dei cittadini saperlo. Perché tutti questi segreti? Io ho fatto esaminare l’acqua che arriva nella mia abitazione dalla condotta che passa da via Trapani e tutti i valori sono risultati normali (i nitrati sono 40 mg) e la sto riutilizzando come prima. Perché il sindaco non fa chiudere i due pozzi interessati, quelli di Pastorella e Scacciaiazzo e toglie il divieto? Il pozzo dello stadio non dovrebbe essere in funzione. Quanti danni anche economici e di stress, sta creando alla popolazione?”.
L’assessore D’Alessandro spiega a Tp24 che non si possono chiudere solo alcuni pozzi, perchè “verrebbe a mancare la pressione e l’acqua non arriverebbe nelle case della gente, non potrebbero utilizzarla quindi neanche per lavarsi”.
Insomma, non è un’emergenza che si risolverà a breve quella dei nitrati nell’acqua a Marsala. E più passa il tempo più aumentano i disagi, e il rischio è che questa emergenza possa prolungarsi fino all’estate quando è chiaro che ci sarà più bisogno di acqua.
Intanto per i cittadini di Marsala oltre il danno anche la beffa. A causa dell’aumento del costo del gas e dell’energia elettrica, che servono a pompare l’acqua dai pozzi comunali, potrebbe esserci un aumento, appunto, delle bollette dell’acqua. Questo succede in tutte le città. Per Marsala la beffa è che quest’acqua non si può utilizzare per bollire la pasta.