"Strano gioco la guerra. L'unica mossa vincente è non giocare. Che ne dice di una bella partita a scacchi?"
Negli anni ottanta quando l'informatica di consumo era ancora agli albori, Hollywood nel film "Wargames - Giochi di guerra" preannunciava con largo anticipo quello che in un futuro sarebbe potuto accadere e che successivamente è realmente accaduto. La guerra che abbiamo letto e conosciuto sui libri di storia da quel momento in poi non si sarebbe combattuta solamente con eserciti e armi ma con mezzi non convenzionali altrettanto distruttivi e devastanti come l'informatica e la rete internet.
Nella trama del film un giovane hacker si introduce per gioco nel supercomputer WOPR (War Operations Plan and Response) che controlla l'intera rete di difesa nucleare degli Stati Uniti presso North American Defense Command (NORAD), rischiando di scatenare involontariamente la III Guerra Mondiale dopo aver trovato i codici di lancio dei missili con testate nucleari.
Joshua, questo il nome del supercomputer del NORAD, impara che in questo “gioco” non esiste un vincitore anzi il risultato finale è sempre il medesimo "Vincitore: Nessuno" e apprende che l'unica mossa sensata è non partecipare.
Le violazioni dei sistemi informatici nel volgere di pochi anni sono divenute fenomeno sempre più attuale e termini come hacker e cracker sono diventati sempre più familiari anche se a volte usati a sproposito.
Passando dal film alla realtà ci sono stati attacchi informatici che hanno fatto la storia, uno dei più famosi accadde nel 1982, quando un gruppo di hackers americani violarono il sistema di controllo di una rete di gasdotti mandando in arresto il protocollo di sicurezza del sistema di gestione delle pompe del gas causando una serie di esplosioni a catena sull’intera rete di distribuzione russa.
Robert Morris, studente universitario, nel 1988 creò il malware autoreplicante Morris Worm causando per diversi giorni il blocco di internet. Il virus non fu creato con l’intento dannoso ma per valutare le dimensioni della rete mandando in blocco il 10% dei computer collegati, fra i sistemi compromessi vi furono computer universitari e governativi, che rimasero offline per molto tempo. L’autore viene ricordato perché condannato con la prima sentenza in materia di pirateria informatica: 3 anni di libertà condizionata, 400 ore di servizi socialmente utili e 10.050 dollari di multa.
Chi non si ricorda di Melissa, il virus che nel 1999 ha causato danni per oltre 1 miliardo di dollari e che si autoreplicava sui sistemi windows attraverso le email come un documento Word allegato.
Nel 2010 il virus Stuxnet, si suppone creato dai governi americano e israliano, attaccò la centrale nucleare di Natanz causando il blocco delle turbine di raffreddamento e il conseguente arresto della produzione di uranio arricchito usato dall’Iran nella creazione di testate missilistiche.
Questi sono alcuni esempi di come la guerra tra nazioni non è mai finita ma ha solo cambiato pelle, spostandosi dal campo di battaglia alla rete internet.
Molto più recentemente si teme che il distacco dalla rete mondiale da parte della Russia sia il preludio per un attacco su larga scala da parte di cracker russi contro i paesi ostili. Dall’undici marzo l’intera rete russa è stata disconnessa dalla rete globale, molti social network e siti d’informazione mondiali risultano irraggiungibili e tutte le informazioni vengono filtrate e convalidate o bannate se ritenute contrarie alla causa nella guerra in Ucraina.
A confermare questa tesi, in un profilo Twitter attribuito ad Anonymous, è stato trafugato un documento che conferma la volontà delle autorità moscovite di limitare la diffusione di informazioni relative alla guerra in Ucraina nel tentativo di controllare le notizie, inoltre in una recente comunicazione diffusa dall'Agenzia per la cybersicurezza nazionale (Acn) si legge che "sono attesi attacchi informatici provenienti dalla Russia e da paesi orientali indirizzati su vasta scala anche verso l'Italia, probabilmente in virtù degli aiuti umanitari che si stanno ponendo in essere".
Per addentrarci meglio in questo mondo semisconosciuto, bisogna però fare chiarezza sui termini hacker e cracker, spesso utilizzati in modo improprio ma il cui significato è molto differente e non intercambiabile.
L’hacker è una persona con una buona conoscenza dei sistemi informatici, dei linguaggi di programmazione in grado di violare le reti informatiche per acquisire ulteriori conoscenze ma con volontà di non danneggiare i computer o alterare le informazioni ricevute.
Tra gli hacker si possono citare organizzazioni come Anonymous, White Hat oppure personalità come Julian Assange, Kevin Mitnick.
Il cracker compromette intenzionalmente l'integrità dei sistemi per intenti criminali, alterando le informazioni spesso per scopi di lucro.
Cracker deriva dal verbo inglese to crack, cioè fare a pezzi, crepare, rompere con l’intento di prendere il possesso del computer attaccato, mentre il termine Hacker trae origine dal verbo inglese to hack che significa intaccare con l’intento di acquisire un'approfondita conoscenza del sistema violato.
Sono molti noti in Italia gli attacchi informatici alla Luxottica, alla Campari, all’Ospedale S. Giovanni di Roma, alla SIAE, alla San Carlo, questi attacchi hanno un unico intento comune: il pagamento di un riscatto per il ripristino del funzionamento dei sistemi violati.
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