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Marsala e il vizio del mattone abusivo. Dalle case al mare alle costruzioni in centro
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E’ un vizio che non si perde. Un’abitudine che nel nostro territorio non si riesce ad abbandonare. Quella di costruire sempre più vicini alla costa. Quella di realizzare case sempre più vicine al mare, come se non si volesse solo sentire il rumore delle onde, ma si cercasse, sfidando la natura, di diventare quasi parte integrante del Mediterraneo.
Nonostante i divieti a Marsala si continua a costruire. Qualche giorno fa abbiamo raccontato di nuove case realizzate a ridosso delle spiagge del litorale sud di Marsala e sequestrate dalla Polizia Municipale perchè abusive.
Si tratta di ben cinque prefabbricati con solo piano terra, ma già con porte e finestre, destinati a civile abitazione.
Molto probabilmente ad uso stagionale, ma quasi tutti entro la fascia dei 150 metri dalla battigia. Immobili realizzati in una zona sottoposta a vincolo paesistico e in assenza delle prescritte autorizzazioni urbanistiche e paesaggistiche.
Gli immobili insistono su un'area estesa circa 2500 metri quadri, con volumi complessivi superiori ai mille metri cubi.
Residenze estive, insomma, realizzate su appezzamenti di terreno ricadenti nella contrada Fossarunza Rina, Villaggio Stella d'oro (nei pressi dei lidi Playa Blanca e Marakaibo) che, secondo il Piano Comprensoriale n.1 dovrebbe ricadere, appunto, in zona di “rispetto del litorale”. Pare, infatti, che i lotti di terreno sui quali sono stati installati i prefabbricati ricadano entro la fascia dei 150 metri dalla battigia del mare. E quindi sottoposti a vincoli paesaggistici. Case pronte, prefabbricati, che però di trasportabile hanno ben poco. Non sono roulotte, ma vere e proprie villette. Ci risulta che siano già allacciate alla rete elettrica, che abbiano predisposto le fosse imhoff.
E’ solo l’ultimo episodio di uso privato di una costa che negli anni ha subito i peggiori scempi. L’abusivismo edilizio sulla costa a Marsala ha portato a cancellare le enormi distese di spiaggia che si estendevano per chilometri dal “fortino” a Sibiliana.
Da oltre dieci anni sono cominciate, lentamente, le demolizioni degli immobili abusivi costruiti entro la fascia dei 150 metri. Non solo sul litorale sud, ma anche nella zona di Birgi e Spagnola. Anche nella zona a ridosso della riserva dello Stagnone. Bella, amata, fotografata ma spesso preda di pochi che vogliono privatizzarne un pezzettino.
Le demolizioni vanno piano, come era da immaginarsi. Ma negli ultimi anni sempre più immobili vengono abbattuti autonomamente dagli ormai ex proprietari responsabili dell’abuso, per non incorrere ad un aggravio dei costi nel caso di demolizione coatta da parte del Comune. Sono un centinaio gli immobili abusivi acquisiti al patrimonio comunale. Le case abusive costruite sulla costa, adesso, saranno certamente argomento di campagna elettorale per le Regionali. Il partito degli abusivi in Sicilia conta migliaia di potenziali elettori. Ogni anno, a ridosso dell’estate, vengono avanzate ipotesi di sanatoria. E ci si aspetta che anche quest’anno con la campagna elettorale fioccheranno le promesse degli spregiudicati del mattone.
Intanto, restando a Marsala, non c’è solo l’abusivismo sulla costa da considerare. Caso emblematico degli ultimi tempi è il “Palazzaccio”, l’immobile su tre elevazioni, con una facciata moderna, decisamente troppo, in pieno centro storico, alle spalle della barocca chiesa del Purgatorio e di fronte al fossato con reperti archeologici e all’ex convento di San Girolamo. Tante polemiche sono sorte in città per una costruzione che cozzava con il contesto storico in cui si trova. Dopo le polemiche le indagini e poi l’intervento del Comune che ha accertato come il prospetto e le opere non fossero in regola e quidni devono essere demolite. Dopo il sopralluogo, viene emessa un’ingiunzione di demolizione in cui si parla di “interventi eseguiti in assenza di permesso di costruire, in totale difformità o con variazioni essenziali”. E’ in corso una battaglia legale, ma il prospetto è ancora lì. Per il proprietario e i progettisti è tutti in regola, ovviamente.
Questa volta al Comune si sono mossi per tempo. In passato però gli abusivi hanno trovato facile sponda negli architetti e nei tecnici degli uffici comunali. A volte succede che siano proprio questi ultimi a pagare. Come il caso, arrivato in tribunale, di alcune opere non demolite, se non in parte, nonostante si trattasse di manufatti “non sanabili”. Per questa vicenda due anni fa il Tribunale ha condannato a due anni e mezzo di reclusione l’ingegnere Francesco Patti, di 65 anni, ex dirigente del settore Pianificazione territoriale del Comune di Marsala, ora in pensione, processato per abuso d’ufficio. Gli è stato contestato di non avere emesso ordinanza di demolizione per alcune opere “abusive”, per le quali c’era stato un “diniego di sanatoria. Con lui condannato anche un altro tecnico comunale.
E' invece in corso un altro processo sempre per abusivismo edilizio che riguarda il "5 Palme", un locale sul lungomare di Marsala. Ci sono tanti aspetti curiosi in questa vicenda. Uno degli ultimi emersi è quello della trafila autorizzativa del locale, tutto in famiglia. Il figlio giovane imprenditore realizza la struttura, il padre, al Genio civile, la autorizza.
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