Se i lavori continuano a questo ritmo, non c’è dubbio: finirà prima la pandemia.
Vanno piano, pianissimo, i lavori di realizzazione di quello che doveva essere il padiglione Covid accanto all’ospedale Paolo Borsellino di Marsala. E si è fermi solo al primo stato di avanzamento dei lavori. Ma i pagamenti, milionari, arrivano. Sono già stati spesi 3 milioni di euro per un'opera partita male e che terminerà chissà quando. Nel frattempo, però, l'ospedale è in affanno. Nonostante non ci siano ricoveri in terapia intensiva, il Paolo Borsellino è quasi interamente dedicato al Covid, con grave danno per chi soffre di altre patologie.
Pochi operai, lavori che vanno a rilento, e ancora una volta una tabella di marcia non rispettata. Perchè, secondo quanto recita il contratto e secondo quanto c’è scritto nella tabella tecnica all’ingresso del cantiere, la data prevista di fine dei lavori è il 13 marzo 2022.
Ma l’opera è ancora in alto mare, a seguire l’onda lunga di un bluff cominciato il 3 dicembre 2020, quando Razza, il commissario dell’Asp Zappalà, il sindaco di Marsala Grillo, annunciavano l’avvio dei lavori del padiglione Covid da più di 100 posti letto, tre piani e 13 milioni di euro e che sarebbe stato pronto a maggio 2021. Ma quella era solo una pupiata, il bluff è stato scoperto. E non c’è voluto tanto. Da lì a qualche mese si scopre che il padiglione non prevede altro che la realizzazione di 16 posti letto, su un piano. Niente di più. Con i lavori ufficialmente consegnati il 3 giugno 2021, altro che finiti a maggio…
L’ultima passerella sul padiglione Covid è di qualche settimana fa, con il presidente della Regione Nello Musumeci a Marsala, a dire cose ovvie davanti a un riverente sindaco e giunta che nulla hanno obiettato sull’ennesimo ritardo dei lavori. E non un sopracciglio si è alzato quando Musumeci, che ha dimostrato di conoscere poco il progetto, ha continuato a dire che saranno realizzati 100 posti letto. Una visita off-limits, alla quale non era stata invitata la stampa (tranne quella amica del sindaco) che avrebbe potuto incalzare il presidente della Regione su tempi e programmi, non solo per il padiglione.
Da quell’incontro era uscita a mezza bocca la parola “ritardi” da Musumeci, senza che qualcuno facesse valere le ragioni di una comunità che ormai da due anni viene presa in giro sul fronte della sanità.
Stiamo parlando di un’opera importante, certamente, che però rischia di restare una cattedrale nel deserto. E’ uno dei progetti più consistenti nel territorio nato sotto l’etichetta dell’emergenza Covid, come abbiamo raccontato nella nostra inchiesta a puntate di pochi giorni fa.
Intanto arrivano i pagamenti per l’impresa che sta effettuando i lavori. E che pagamenti, in pochi giorni vengono liquidati quasi 3 milioni di euro. Una prima fattura come acconto, la seconda è a saldo del primo stato di avanzamento dei lavori.
Ad agire da capofila, secondo contratto con la struttura commissariale, è l’ATI Consorzio Stabile Agorà di Tremestieri, in provincia di Catania. I lavori li sta realizzando però l’associata Operes, che ha di conseguenza subappaltato altre lavorazioni. Ebbene a fine 2021 sono state liquidate le prime somme all’Ati per i lavori al padiglione, dopo le fatture pagate ai progettisti.
Tutto in poche ore. Secondo il contratto l’ammontare complessivo dei lavori del primo stralcio è di 5,8 milioni di euro circa.
Il 6 dicembre viene liquidato l’acconto del 30% dei lavori, pari a 1.687.224, 60 euro. Il giorno dopo viene liquidato l’importo per il primo stato di avanzamento dei lavori: 1.096.655,54 euro.
Così, sono già partiti 2,8 milioni di euro su un’opera che è ben lontana dall’essere compiuta, a cui aggiungere i compensi per i professionisti arrivando a 3 milioni di euro. E i cui lavori sono in netto ritardo sulla tabella di marcia. Un’opera per la quale, prima dei decreti d’emergenza, a parità di posti letto, erano stati stimati costi per circa 1,5 milioni di euro.