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25/02/2022 18:00:00

Viaggi, 48 ore a Marsala tra vino, architetture barocche e mulini a vento

 Nella storia di Marsala si sono mescolate molte culture. I cartaginesi che la fondarono migrando qui dalla vicina isola di Mozia. I romani. I bizantini. Gli arabi che gli dettero il nome: Marsa Allah significa Porto di Allah. Poi in normanni. Gli spagnoli che costruirono le sue chiese barocche. E gli inglesi che inventarono a fine Settecento il Marsala, il vino liquoroso che rese la cittadina siciliana famosa nel mondo. Non si può visitare Marsala - racconta Marco Moretti su La Stampa -  senza fare tappa nelle sue cantine, dai Florio, la più famosa famiglia dell'isola che nell'Ottocento rilevarono dagli inglesi le cantine. Come obbligatoria è la visita allo Stagnone con le sue saline tra i mulini a vento, uno dei paesaggi più spettacolari della Sicilia: lo si può raggiungere anche in bici sulla ciclabile che lega Marsala a Trapani. E al sito archeologico di Mozia. Marsala è però anche un punto fermo nella storia dell’Unità d'Italia, perché qui sbarcò Garibaldi con i Mille.

PRIMO GIORNO

MATTINA
Il centro storico si è esteso oltre porte e mura originarie. Dal porto via dei Mille conduce a Porta Garibaldi, da dove i garibaldini entrarono in città l’11 maggio 1860. A lato della porta si vede la facciata barocca del Santuario dell'Addolorata. Si arriva quindi in piazza della Repubblica, il fulcro della città, con la Loggia - il palazzo del Settecento con cortili porticati e una torre con orologio - oggi sede del Municipio. E l'imponente Chiesa Madre dedicata a San Tommaso di Canterbury. Il tempio che oggi appare con una facciata barocca è frutto della trasformazione nel XVII secolo del duomo normanno costruito nel 1172.


Dopo la cacciata degli arabi, re Ruggiero I, primo re normanno di Sicilia, fece cingere la città da mura per proteggerla dalle incursione saracene a cui era esposta anche per la posizione geografica: è il lembo più occidentale della Sicilia. L'interno a tre navate con 16 colonne in marmo ospita due statue di Antonello e Domenico Gagini, e nel transetto un dipinto di Antonello Riccio del Cinquecento. Il Museo degli Arazzi, in via Garraffa dietro la chiesa, ospita 8 preziosi pezzi fiamminghi del Cinquecento. Poco oltre si trova la Chiesa del Purgatorio, con l'elaborata facciata barocca a due ordini e di fronte una fontana del Settecento. Da lì in due passi si è in via XI Maggio, l'antico Cassaro - principale asse urbanistico della città araba: oggi è la strada dello struscio serale che termina a Porta Nuova, oltre la quale si trovano i preziosi palazzi Fici e Burgio-Spanò.


POMERIGGIO
Fuori da Porta Nuova appaiono le linee razionaliste del Cinema Impero. Poi si entra nel lungo giardino di Villa Cavallotti: ideale per una sosta rigenerante, culmina nel Bastione San Francesco. Da qui si raggiunge Capo Boeo, l’estremità più occidentale della Sicilia, dove sorgeva Lilibeo, il primo nucleo urbano fondato dai coloni fenici in fuga nel 397 a.C. da Mozia conquistata dai greci. Si visita il Parco Archeologico sul promontorio con l'annesso Museo Archeologico: tra i reperti c'è il relitto di una nave punica e racconta la storia della fondazione della città. Vicino al museo si trova la Chiesa di San Giovanni, costruita sulla Grotta della Sibilla scavata nella pietra e decorata con affreschi bizantini.

CENA
Trattoria Garibaldi, piazza dell'Addolorata 1: specialità cuscus di pesce, preparato con semola ruvida, cernia, dentice e un brodo di pesce a parte, diverso dal tradizionale trapanese con uvetta; poi frittura di paranza e altri piatti di mare, buon rapporto qualità prezzo. Se invece cercate qualcosa di raffinato andate al ristorante di Baglio Oneto dei Principi di San Lorenzo in Contrada Baronazzo Amafi 8, un wine resort di lusso con produzione propria di vino, olio ed erbe aromatiche: piatti della tradizione siciliana in chiave gourmet.

SECONDO GIORNO
MATTINA
Il vino Marsala fu creato dall'inglese John Woodhouse che, arrivato in città nel 1773, apprezzò il Perpetum, il corposo e dolce vino locale, e ne inviò alcuni barili a Londra dopo averci aggiunto acquavite per conservarlo. Il risultato fu uno vino liquoroso che conquistò i palati britannici. Ma presto gli inglesi al Marsala preferirono il Porto del Douro e lo Sherry spagnolo (prodotti con tecniche analoghe), così nel 1833 l'attività fu rilevata da Vincenzo Florio che fondò a Marsala le cantine omonime e grazie alla sua potente flotta di famiglia (99 navi) commercializzò il famoso vino, diventandone l'incontrastato magnate. Si visitano le Cantine Florio in via Vincenzo Florio 1. Chi è interessato alla storia della più famosa famiglia siciliana può leggere i due libri di Stefania Auci sulla saga dei Florio: I leoni di Sicilia e L'inverno dei leoni. Chi è interessato ai progressi dell'enologia siciliana deve visitare la cantina di Donna Fugata, la casa vinicola che negli ultimi decenni - con vendemmia notturna e nuove tecniche di vinificazione - ha rivoluzionato il settore rivalutando un vitigno come il Nero d'Avola.


POMERIGGIO
A nord di Marsala, a 8 km, c’è la Riserva Naturale dello Stagnone, una laguna formata quattro isole con ferme e basse acque (da 50 cm a 2 metri), è stata trasformata in una grande salina dominata da una serie antichi mulini a vento ancora attivi: uno ospita il Museo del Sale. Formano uno dei paesaggi più spettacolari della Sicilia. Da qui in pochi minuti di barca si raggiunge l’isola di Pantaleo dove si trovano le rovine di Mozia, una colonia fenicia prosperata tra VIII e il IV secolo a.C. Nell'Ottocento l'isola fu acquistata da Joseph Whitaker, il nipote di un produttore inglese di vino Marsala appassionato di archeologia. Si devono a lui i primi scavi e la villa che oggi ospita il Museo Archeologico. Si ammirano un pavimento a mosaico, statue, giare, vasi, anfore. Nell'isola si trova anche un piccolo bacino di carenaggio simile a quello rinvenuto a Cartagine.

CENA
Ristorante Enoteca Comunale (via XI Maggio 32, 0923/713489) serve taglieri di formaggi o salumi e piatti tipici siciliani (capponata, frittura e altre ricette di mare) abbinati a degustazione di vini; prezzi medi.

di Marco Moretti La Stampa