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25/02/2022 08:24:00

Era stata ritirata la querela, ma il processo a tre salemitani è andato avanti per 2 anni...

“Non doversi procedere per remissione della querela”. E’ stato questo l’epilogo di un processo che davanti il giudice monocratico di Marsala Fabrizio Guercio ha visto imputati tre salemitani accusati per “esercizio arbitrario delle proprie ragioni”.

Il 17 gennaio 2020 fecero ingresso in una profumeria del centro di Salemi e uno di loro, figlio della proprietaria dell’immobile, con modi pare abbastanza decisi, chiese il pagamento dei canoni di affitto dei locali dove c’era l’attività commerciale.

“Ora do fuoco a te e a tutta la tua profumeria” avrebbe minacciato, tenendo in mano una bottiglia di benzina, il 44enne A.D.D., dopo essere entrato nel negozio gestito da una donna (S.B.). A quanto pare, però, non si trattava dei canoni dovuti da S.B., ma di quelli non versati dai precedenti gestori del negozio. Nella sua azione, A.D.D. sarebbe stato spalleggiato da J.M., di 34 anni, e da A.M., di 32. Ai tre, dopo la denuncia, la Procura di Marsala contestò il reato di “esercizio arbitrario delle proprie ragioni” (il proprietario dell’immobile avrebbe dovuto rivolgersi al giudice civile). A difendere i tre, ormai ex imputati, sono stati gli avvocati Vito Cimiotta, Giacomo Frazzitta e Calogera Falco.

Il 17 gennaio di due anni fa, A.D.D. avrebbe fatto irruzione nella profumeria di S.B. dopo avere inveito contro un uomo (G.F.) presente in quel momento e usandogli “violenza fisica” per farsi largo. Poi, una volta entrato, avrebbe minacciato di gettare la bottiglia di benzina alla donna che gestiva la profumeria e accendere un rogo dentro il negozio. A.D.D. si è, poi, incatenato ad un tavolo del negozio. Intanto, proprio in coda, il processo ha registrato un autentico colpo di scena. Le parti offese, infatti, nel rimettere la querela a processo avviato già da tempo, hanno aggiunto che l’avevano già rimessa ai carabinieri di Salemi un mese dopo averla presentata. Ma di questa remissione non c’era traccia né nel fascicolo del pm, né gli imputati sarebbero stati informati. Né, hanno detto i tre salemitani, sono stati mai convocati dai carabinieri per accettare la remissione.

“Ci siamo trovati sotto processo per due anni – ha detto in aula un imputato - senza che dovevano esserlo”. E per questo il giudice Guercio ha disposto la trasmissione degli atti al pm per quanto di sua competenza “in ordine ad un’eventuale responsabilità in capo al personale in servizio presso la Stazione dei Carabinieri di Salemi”.