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22/02/2022 02:30:00

Nessun "dubbio pro reo" per i dissidenti di Marsala

In dubio pro reo. Il principio espresso è noto: nelle situazioni di incertezza, nelle quali non è possibile attribuire con sicurezza il fatto criminoso all'imputato -per esempio, in caso di insufficienza di prove- è opportuno privilegiare la tutela di quest'ultimo.

Tale postulato era già conosciuto da autori classici e fu ripreso in età medievale, attualmente affermato nel codice procedura penale italiano.

Succede anche sovente d'utilizzarlo nella quotidianità. In questi giorni la comunità lilibetana è spettatrice di un conflitto tra il primo cittadino e parte del consiglio comunale, perché oltre che nelle stanze del potere si è consumato a Sala delle Lapidi. Probabilmente sarà tedioso rammentarle ma è utile a perenne memoria. Grillo ha chiesto una verifica di maggioranza perché a palazzo VII Aprile le critiche sono state feroci, nella pratica le proposte avanzate e bocciate nell'assise non sono state molte, rifacimento di Via Scipione l'Africano,abolizione del passaggio a livello in c.da Terrenove e relativo progetto del sottopasso-ma era un'idea regionale-,sulla chiusura di Marsala l'atto d'indirizzo neanche fu prelevato per la discussione. Sulla sorte della partecipata arrivata in aula a fine 2021 dopo l'emendamento del movimento Via -quello giustificato da A.Marino affermando che non erano Buscetta- si attendono notizie.

Il dubbio può essere esercitato a favore del Movimento Via, Noi Marsalesi e il nuovo gruppo consiliare Civicamente che hanno sostenuto il sindaco in campagna elettorale, si pensa di no. Sorvolando sul programma sottoscritto, ognuno crede a ciò che vuole, io sono convinto che la Juve vincerà il triplete quest'anno. Ma la forma mentis e il modus operandi non erano noti? Lo scrivente ricorda perfettamente un episodio del 2006, dopo aver promosso il patto etico particepativo in Sicilia l'anno prima, non gradendo la decisione dell'Udc di candidarlo al senato insieme a Cuffaro -capolista- del quale biasima la condotta politica e già rinviato a giudizio per le vicende che lo porteranno in prigione, chiede al partito di designarlo alla camera ricevendo un rifiuto, rinuncia alla proposta e a un seggio sicuro. Il comportamento venne considerato lodevole, ma lo domanda sorge spontanea-Lubrano docet-: fosse stata accettata la sua istanza, l'odore d'illegalità non sarebbe stato percepito a Montecitorio.

Effettivamente no, la distanza tra i due palazzi è circa 1,2km,e i venti che spirano sulla capitale non sono quelli lilibetani per intensità. Oppure non era risaputo che nato nella DC al suo scioglimento aderisce al nuovo PPI,poi partecipa alla fondazione del CDU diventandone vice segretario nazionale vicario,successivamente confluisce nell'UDC, infine esce da quest'ultimo e genera la sua creatura il movimento Liberi che aggrega-2011- a Futuro e Libertà di G.Fini. Da indipendente nel centrosinistra da aspirante alla presidenza della provincia di Trapani si coalizzò con Rifondazione Comunista. Prima assessore regionale alleato del PDS. L’identità politica del sindaco era/è ben definita. Nessun dubio pro reo per i dissidenti.

Vittorio Alfieri 



L'Alfiere | 2024-12-12 00:00:00
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