C’è un allarme nitrati nell’acqua di Marsala? Per cosa possiamo utilizzare l’acqua che esce dai nostri rubinetti? E le attività alimentari?
E’ un bel pasticcio quello dell’acqua vietata per usi alimentari a Marsala dopo l’ordinanza del sindaco Massimo Grillo.
I valori dei nitrati sono oltre la soglia consentita dalla legge, si legge nell’ordinanza che non specifica, però, di quanto superano il limite. L’acqua che esce dai rubinetti delle case dei marsalesi e che proviene dall’acquedotto comunale non può essere utilizzata per uso alimentare, non si può bere sostanzialmente né utilizzata per cucinare. Ci si può lavare, però.
Il sindaco specifica che si tratta di un provvedimento temporaneo, quanto durerà non si sa.
Da quando è stato emesso il divieto a Marsala c’è molta preoccupazione e indignazione, per i disagi, perchè si vogliono certezze sulla salute, perchè non si sa quanto durerà il divieto.
Ma cosa significa avere nitrati alti nell’acqua?
I nitrati di per sé sono innocui ma, in particolari condizioni come lunghi periodi di conservazione, calore, pH acido e presenza di batteri, il 20-30% di essi può trasformarsi in nitriti. I nitriti, sono sostanze che nuociono al nostro organismo perché hanno la capacità di legarsi all’emoglobina, la proteina del sangue che trasporta l’ossigeno in tutto il nostro organismo, trasformandola in metaemoglobina, una proteina incapace di trasportare ossigeno. Ossigeno che di conseguenza si riduce nei tessuti.
Inoltre, la capacità dei nitriti di combinarsi con le ammine (composti organici aggiunti soprattutto negli alimenti proteici, come carne, salumi e formaggi) genera sostanze cancerogene chiamate nitrosamine.
La legge stabilisce dei limiti per nitriti e nitrati nell’acqua. I nitriti devono avere una concentrazione inferiore a 0,5 mg/L, mentre per i nitrati la massima concentrazione consentita è 50 mg/L. Entro questi limiti le acque potabili possono essere consumate in condizioni di sicurezza nell’intero arco della vita da tutti, esclusi i neonati, per i quali il limite è stato fissato entro i 10 mg/l .
Come mai si alza il livello dei nitrati? Una spiegazione univoca non c'è, ma come avvenuto in altre città, come Mazara che da anni affronta il problema, dipenderebbe dall'inquinamento delle falde acquifere probabilmente per un alto utilizzo di prodotti chimici in agricoltura che poi vanno a finire nelle falde, appunto.
Il divieto di utilizzare l’acqua potabile penalizza i cittadini di Marsala, ma è un gran disagio soprattutto per le attività alimentari: bar, pasticcerie, panifici. In questi giorni stanno avendo enormi disagi perchè non possono utilizzare l’acqua corrente per preparare impasti e per cucinare. Un disagio anche economico perché ci si è dovuti attrezzare con l’acqua minerale. “Ci hanno detto dal Comune che in pochi giorni la situazione dovrebbe tornare alla normalità, intanto noi stiamo spendendo tanti soldi per comprare l’acqua in bottiglia da utilizzare per preparare i nostri prodotti, per fare il pane”, dice Giuseppe Bonafede, rappresentante dei panificatori a Marsala.
Stesso disagio lo vivono i bar e le pasticcerie che sentono addosso questa ulteriore mazzata. Non bastava, in sostanza, l’aumento dei costi delle materie prime, l’aumento dell’energia elettrica e del gas. Adesso anche i nitrati nell’acqua comportano l’acquisto di acqua minerale per preparare i prodotti.
Sulla questione è intervenuto l'ex sindaco Alberto Di Girolamo.
Il problema dei nitrati nell’acqua non è nuovo a Marsala. Oltre dieci anni fa per diverso tempo i valori dei nitrati restarono alti nell’acqua che arrivava dai pozzi comunali. Ad interessarsi dell’aspetto fu l’allora consigliere comunale Patrik Basile. Vennero fatte delle analisi che diedero, appunto, valori di nitrati superiori al limite di legge.
In questo contesto risultano ancora di più un controsenso alcune scelte dell’amministrazione comunale guidata da Massimo Grillo. Come quella della chiusura della casetta dell’acqua, installata in piazza del Popolo. Poco dopo la sua elezione Grillo decise di chiuderla, impacchettarla, perchè si pensava potesse essere veicolo del Coronavirus. Ma adesso che l’acqua potabile è fuori uso in città, quella casetta sarebbe stata molto utile per approvvigionarsi a costi contenuti. Invece è lì, ancora chiusa.
Le ragioni di opportunità, spesso, non sono prese in considerazioni dall’amministrazione comunale, e neanche dai consulenti del sindaco. Come Salvatore Agate, membro della famosa "governance" del sindaco Grillo, proprietario di un’emittente locale e di una società che si occupa di potabilizzatori e depuratori di acqua. L’occasione dell'emergenza in città è stata l'occasione per fare pubblicità ai prodotti della sua azienda. Non è proprio elegante che un consulente del Comune usi un problema del Comune per pubblicizzare qualcosa prodotto dalla sua azienda. Cose che accadono solo a Marsala ...
La questione nitrati però è seria, dicevamo, e a Mazara del Vallo la affrontano da diverso tempo. Risale addirittura a novembre 2020 l’ordinanza del sindaco Salvatore Quinci, con cui ha dovuto vietare l’utilizzo potabile dell’acqua erogata dall’acquedotto comunale nel quartiere Trasmazzaro, Tonnarella e nelle zone alimentate dalla torre piezometrica di contrada Ramisella consentendone l’uso esclusivamente per motivi domestici. Per cercare di risolvere il problema è stato progettato un potabilizzatore, la cui realizzazione dovrebbe costare 800 mila euro. A Mazara il problema nitrati nell’acqua va avanti da ormai una decina d’anni. I marsalesi sperano, ovviamente, che le cose si risolvano più velocemente e che venga tutelata la salute di tutti.