E’ andata a vuoto, per l’assenza dei due testimoni citati, la quarta udienza che in Tribunale, a Marsala, vede imputata il giudice Maria Angioni per false informazioni al pm nell’ambito delle indagini sul sequestro di Denise Pipitone. Dovevano essere ascoltati il pm Luigi Boccia (adesso a Pistoia), anche lui tra i primi, come la Angioni, ad indagare sulla scomparsa della sfortunata bambina mazarese, e un poliziotto (Vito Lentini). Entrambi, però, hanno comunicato di non potere essere presenti.
Fuori dall’aula, la Angioni ha detto: “Soprattutto nei miei vecchi appunti e ricordi, ma anche negli atti del processo che ho letto quando sono stata autorizzata, ci sono tante cose. Molte potrebbero essere completamente inutili, ma quando si inizia a fare un ragionamento nuovo può capitare che alcuni elementi che prima nessuno aveva mai preso veramente in considerazione, esattamente i tabulati di tutti quelli che erano lì, consentano di mettere a fuoco un quadro complessivo dal quale potrebbero emergere altri spunti investigativi. Dai tabulati emergono delle stranezze. E’ mancato un lavoro di polizia giudiziaria, e non del pm, che poi valuta. Le indagini sono nate dirottate verso determinate persone. E cioè quelle, poi, processate: Jessica Pulizzi e Gaspare Ghaleb (la prima assolta nei tre gradi di giudizio, il secondo prima condannato per false dichiarazioni al pm e poi prescritto, ndr). Io adesso spero che qualcuno colga l’esca e vada a guardare i tabulati”.
E cioè la mappatura di tutti i contratti telefonici, e possibilmente la localizzazione dei telefoni, di tutte le persone che potrebbero aver avuto un ruolo, in qualche modo, nella complessa vicenda.