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11/02/2022 09:39:00

Gelese realizza il suo impero economico tra appalti, corruzione e politica

 Avrebbe puntato a costruire un impero nella "terra di mezzo", tra Emilia Romagna, Liguria e Lombardia.

Il gip Luca Milani si sofferma sulla figura dell'imprenditore gelese Nunzio Susino nelle conclusioni dell’ordinanza della maxi indagine dei carabinieri sugli appalti nel Piacentino. Susino è considerato il personaggio di spicco dell'inchiesta, il vertice di un'associazione a delinquere composta da otto persone e che vede coinvolti anche sindaci, imprenditori e tecnici comunali.

Susino, trapiantato da anni in Emilia Romagna e leader nel settore dell’edilizia e dell’idraulica nella Val Trebbia, ora si trova in carcere alle Novate di Piacenza. Secondo il gip l'imprenditore avrebbe puntato ad acquisire, tramite le sue imprese, il controllo delle maggiori opere di edilizia pubblica commissionate nei territori montani della provincia di Piacenza. Ma non solo. Susino, scrive il gip si sarebbe impegnato «pure a influenzare l'esito delle elezioni amministrative tenutesi nella primavera del 2019, allo scopo di facilitare la vittoria di candidati sindaci compiacenti nelle varie consultazioni locali».

Dalle intercettazioni, infatti, emerge come Susino avesse intrattenuto rapporti con esponenti politici per rafforzare la propria leadership nel settore degli appalti pubblici.

«Nel consolidamento di un tale disegno di potere l'imprenditore Susino - spiega il gip - dotato indubbiamente di un forte carisma e grande affabilità, non si muove da solo, ma risulta a capo di un sodalizio formato da altri imprenditori e da pubblici ufficiali, questi ultimi disposti a svendere la propria funzione per conseguire, dal rapporto con lui, una serie di vantaggi personali». Insomma, un impero in costruzione la cui espansione il gip definisce «dilagante».

Un «sistema corruttivo», «una situazione di corruzione diffusa che andava avanti da anni» ha detto invece la procuratrice di Piacenza Grazia Pradella. Susino avrebbe rivestito, si legge negli atti dell'accusa, il ruolo di «collante dei rapporti illeciti tra il livello politico, amministrativo e imprenditoriale» mentre i sindaci avrebbero operato «interferendo sistematicamente nelle sfere di competenza esclusiva degli organi tecnici nelle sfere di competenza esclusiva degli organi tecnici».



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