Ecco come funziona la truffa al superbonus
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L’allarme lanciato da tempo sui rischi che la criminalità si approfittasse di ristori, bonus e incentivi dovuti al Covid si è concretizzato con la maxi truffa allo Stato scoperta dai finanzieri di Rimini. 440 milioni di euro è la somma raggirata intorno ai crediti d’imposta ai quali accedono privati e imprenditori grazie ai bonus contenuti nel decreto rilancio approvato dal governo.
L’organizzazione agiva attraverso decine di aziende e società per aggirare i controlli dell’Agenzia delle entrate grazie al contributo indispensabile di una rete di commercialisti. La maxi frode dei falsi è stata scoperta dalla Guardia di Finanza, che ha eseguito qualche settima fa 35 misure cautelari, mentre sono 78 in totale gli indagati. Indagine partita da Rimini ma che ha coinvolge Emilia Romagna, Abruzzo, Basilicata, Campania, Lazio, Lombardia, Marche, Puglia, Sicilia, Toscana, Trentino e Veneto.
Il sistema criminale - «Lo stato italiano è pazzesco, è una cosa...vogliono essere inculati praticamente», dice Nicola Bonfrate al suo interlocutore. L’organizzazione agiva attraverso decine di aziende e società per aggirare i controlli dell’Agenzia delle entrate grazie al contributo indispensabile di una rete di commercialisti. I soldi venivano poi investiti all’estero e in criptovalute.
Le truffe riguardavano i crediti d’imposta per tre diverse agevolazioni messe a disposizione dal governo: bonus locazioni, sismabonus e bonus facciate. Tramite commercialisti e amicizie si andava alla ricerca di società in difficoltà economica con atti di locazione immobili non ad uso abitativo attivi, operanti in qualsiasi settore merceologico, per ottenere il bonus locazioni. Per quanto riguarda il sisma bonus e il bonus facciate venivano ricercate e impiegate aziende del settore edilizio.
«Mi servono società, anche società al macero, anzi meglio, meglio che siano al lacero» dice Nicola Bonfrate, considerato uno dei capi del sodalizio criminale. «Bisogna stare attenti, bisogna avere persone fidate, persone anziane...», avvertiva i suoi chiedendo anche di trovare società sparse in tutto lo stivale altrimenti i «burocrati», così li chiama, se ne accorgono.
Come avveniva la truffa - Una volta individuate, il rappresentante di diritto della società veniva sostituito con un prestanome o con altri soggetti reclutati dai truffatori. Attraverso 22 prestanome gli imputati ottenevano le credenziali di accesso all’area riservata dell’Agenzia delle entrate e inserivano le comunicazioni di cessione crediti d’imposta locazioni e quelle relative ai bonus
edilizi. Per rendere ancora più difficile i controlli da parte dell’Agenzia delle entrate e ostacolare la ricerca della documentazione contabile, i presunti truffatori pianificavano ripetuti trasferimenti di sede delle società sul territorio nazionale. Venivano creati crediti d’imposta con dati fittizi dichiarando, per esempio, di aver pagato canoni di locazione di importi molti più alti di quelli sostenuti, oppure di aver effettuato lavori edili mai iniziati. «In quindici giorni amma’ caricà 50 milioni... tre persone che ci lavorano», dice Bonfrate in un’altra intercettazione. «Loro di notte lo fanno, se mettono: pizza, panini, birra, patatine sul tavolo... cioè quando diventa un business diventa un lavoro, o si fa o si fa». Un lavoro certosino, ci vuole tempo, ma alla fine i risultati ripagavano la “fatica”.
L'organizzazione - L’ordinanza di custodia cautelare del giudice per le indagini Manuel Bianchi ha portato in carcere Nicola Bonfrate, Imane Mounsiff, Giuseppe Felice Guttadoro, Sebastiano Schiavino, Roberto Amoruso, Andrea Leonetti, Matteo Banin, Stefano Francioni. Arresti domiciliari per Giovanni Scala, Francesco Nappi, Luca Fallarino, Alessio Vacca. Divieto di esercitare temporaneamente impresa per Michele Piemontese (amministratore della My One Sesources srl) Francesco Esposito (amministratore della Royal Time srl), (Alessandro Pagliari (amministratore della Pagliari Alessandro Technology), Diego Carli (amministratore della Rim Sas), Ivan Gulmini (associazione culturale Marinara), Carlo Simeoni Antonini (amministratore della Rima costruzioni Srl e della Full House srl), Massimiliano e Davide Barbierato (amministratori della Barbierato sas), Chantal Cristina Laurello (amministratore della Best Energy srls e Icoms srl.), Denise Andreoli (amministratore della Eagle srl), Angela Linetti (amministratore della Igos srl) Stefania Serafin (amministratore della Mary Low srl), Massimo Celestino (amministratore della Gulliver group srls), Francesca Barbiera (amministratore della Domus srl), Vilfredo Antonio Zamaro (amministratore della Twenty srl), Alessandro Stefano Rasola (amministratore della General service srl), Loenola Bombando (amministratore della Xdt logistica e servizi), Giorgio De Martino (amministratore della 4 Transport), Rodolfo Ruggero (amministratore della All contact srls), Francesco Roccetti (amministratore della F&C gruppo imprenditoriale d’investimento srl). Interdittiva della sospensione dall’esercizio della professione di commercialista per Matteo Banin, Roberto Amoruso e Stefano Francioni. Interdittiva dall’esercizio della professione di commercialista per Matteo Banin, Roberto Amoruso, e Stefano Francioni.
L'inchiesta tocca la provincia di Trapani - Tra gli indagati c'è anche, infatti, Francesca Barbiera di 52 anni, di Paceco, prestanome e amministratrice della Domus SRL di Mantova, una società creata ad hoc con il solo obiettivo di generare e commercializzare falsi crediti di imposta. La guardia di finanza ha anche sequestrato un immobile a Trapani. Si tratta di una casa acquistata da uno degli otto finiti in carcere, Giuseppe Felice Guttadoro, nato in Tunisia ma originario di Pantelleria e da anni trapiantato a Rimini, la città dalla quale l'inchiesta è partita. Guttadoro è considerato uno dei vertici dell'organizzazione.
La politica e il DL Rilancio - Il dibattito sulla richiesta del mondo politico e imprenditoriale di rivedere la decisione del Governo sul divieto delle cessioni multiple dei crediti d’imposta deve tenere conto dei numeri delle frodi emerse un po’ in tutta Italia sui bonus facciate, superbonus, sisma bonus e tac credit sugli affitti commerciali. Un raggiro che in totale ha visto monetizzare due miliardi di euro in crediti d’imposta, spesso riciclati in conti correnti esteri o addirittura in criptovalute. Le indagini delle procure italiane hanno consentito di scoprire un sistema organizzato che ha permesso ad organizzazioni criminali di incassare la metà dei crediti fittizi. Emerge quella che viene definita la circolarità dei crediti, sulla base di lavori edili mai effettivamente realizzati e che passano di società in società o verso persone fisiche, per cercare di nascondere l’origine illecita. Con il DL Rilancio era impossibile risalire a chi ha dichiarato crediti per bonus locazione per oltre 16 milioni di euro. Altro caso ha visto un nulla tenente e senzatetto comprare 6milioni di euro di crediti da bonus facciate da un altro nulla tenente. Ed ancora il caso di una persona ospite in un centro di recupero e privo di reddito che ha aperto una partita iva per cedere ad un intermediario più di 400 mila euro di crediti fittizi, poi venduti ad una società di costruzioni. Ma sono cresciute esponenzialmente anche le società nate sul web che pubblicizzano monetizzazioni veloci sui crediti d’imposta sui bonus edili.
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